La posizione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a fianco di Israele all'inizio della guerra scatenata dalla carneficina del 7 ottobre sarà ricordata come uno dei momenti più alti della relazione speciale tra i due paesi. Ma quella posizione si è andata attenuando col passare del tempo
Può darsi che Hamas non avrebbe scatenato questa guerra né perpetrato il massacro del 7 ottobre se non avesse saputo di poter contare sul sostegno del grosso dei media occidentali.
L’andamento delle votazioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è chiaro. Dal 2018 a oggi si conta un totale di 143 risoluzioni contro vari paesi del mondo: 99 riguardano Israele e 44 riguardano tutti gli altri paesi messi insieme.
Dopo che avevano raccontato le strazianti esperienze del 7 ottobre, dei loro cari assassinati o rapiti e deportati a Gaza dove tuttora sono tenuti imprigionati in condizioni disumane, tutto quello i famigliari di alcuni ostaggi israeliani si sono sentiti chiedere dai giornalisti è cosa pensano dei detenuti palestinesi e se fossero favorevoli a un cessate il fuoco.
Non credo d'aver mai incontrato Jonathan Glazer, che ha frequentato la mia stessa scuola superiore ebraica di Camden Town, a Londra, e ha visitato Israele con la scuola, come ho fatto io, anche se lui partecipò a un programma di cinque mesi mentre io feci il viaggio breve, di tre settimane.
La notizia che i mediatori dei negoziati tra Israele e Hamas stanno facendo pressione per una “pausa di qualche giorno dei combattimenti per creare fiducia tra le parti” non fa che evidenziare la totale assurdità di questo cosiddetto negoziato.
L'arabo israeliano Ali Ziadna, che ha dei familiari trattenuti in ostaggio a Gaza, ha affrontato lunedì sera l'ambasciatore palestinese all’Onu Riyad Mansour, subito dopo il dibattito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle violenze sessuali perpetrate da Hamas, e lo ha attaccato con foga per il fatto di consentire che i suoi familiari e altri musulmani languiscano nella prigionia di Hamas.
Da una decina di giorni i media mondiali sono concentrati su quella che definiscono la “fame” a Gaza. Lunedì scorso, funzionari dell’amministrazione Biden hanno detto al ministro israeliano Benny Gantz, in visita a Washington, che la “crisi per carenza di cibo” che colpisce i palestinesi a Gaza è “intollerabile”.