22 novembre 2016

Parlando nel 39esimo anniversario dello storico viaggio di Anwar Sadat a Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha messo in evidenza le differenze tra l’allora presidente egiziano, poi assassinato, e l’attuale dirigenza palestinese. Aprendo domenica la riunione settimanale del governo, Netanyahu ha ricordato che “l’accordo di pace tra Israele ed Egitto venne raggiunto attraverso negoziati diretti: un accordo che resiste da quasi 40 anni, oggi sotto la guida coraggiosa del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Lo faccio notare – ha continuato Netanyahu – perché qui si può vedere la differenza rispetto a ciò che avviene coi palestinesi”. Netanyahu ha sottolineato che il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si rifiuta di sedere al tavolo dei negoziati diretti senza porre precondizioni, continua a “fomentare la sua gente sull’idea di un diritto al ritorno e della cancellazione dello stato di Israele” e “non fa i passi giusti per iniziare a calmare le cose e preparare la sua opinione pubblica alla riconciliazione con lo stato di Israele”. Al contrario, alcuni paesi arabi questi passi li stanno facendo, ha aggiunto Netanyahu senza entrare in particolari.