28 ottobre 2015

Il figlio di Richard Lakin ha incolpato le campagne on-line di istigazione all’odio per la morte di suo padre, deceduto martedì a causa delle ferite riportate due settimane fa in un attacco terroristico a Gerusalemme. “Non può essere che il social network più potente del mondo, la cui influenza è probabilmente superiore a quella dei capi di stato, permetta ai terroristi di esortare all’assassinio di ebrei innocenti” ha detto Micha Lakin alla tv Canale 2, facendo verosimilmente riferimento a Facebook, e ha aggiunto: “Mio padre è morto a causa della stessa istigazione all’odio contro cui aveva combattuto tutta la vita”. Richard Lakin figura come primo firmatario di una class-action intentata lunedì scorso alla Corte Suprema dello stato di New York da ventimila israeliani contro Facebook accusato di ignorare la diffusione di messaggi palestinesi che fomentano la violenza contro gli ebrei. Il 76enne ex preside di scuola americana è morto per le ferite alla testa da colpi d’arma da fuoco e al petto da colpi di coltello subiti nell’attentato dello scorso 13 ottobre su un autobus di Gerusalemme. “Mi padre credeva nella convivenza – ha ricordato il figlio – Prima di stabilirsi in Israele nel 1980 aveva lavorato negli Stati Uniti per promuovere il dialogo e l’uguaglianza. Era attivo nel sociale e aveva marciato a fianco di Martin Luther King per protestare contro il razzismo”.