30 maggio 2017

La Norvegia ha condannato con forza, domenica, la decisione dell’Autorità Palestinese di intitolare un Centro per la donna a Burka (a nord-ovest di Nablus) in onore della terrorista di Fatah Dalal Mughrabi, protagonista del massacro del 1978 sull’autobus sulla strada costiera (38 morti, fra cui 12 bambini). “La glorificazione degli attentati terroristici è assolutamente inaccettabile – ha detto il ministro degli esteri norvegese Borge Brende – Deploriamo questa decisione nei termini più energici. La Norvegia non permetterà che venga associata a enti intitolati a nomi di terroristi. Non accetteremo che i finanziamenti norvegesi vengano usati per tali scopi”. Brende ha chiesto che il logo della Norvegia venga immediatamente rimosso dall’edificio e che “i finanziamenti che sono stati assegnati al Centro vengano rimborsati”. E ha aggiunto: “Non parteciperemo a nessun nuovo accordo con gli enti interessati finché non saranno disponibili procedure soddisfacenti per assicurare che nulla del genere possa accadere di nuovo”. Il nuovo centro femminile aveva ricevuto finanziamenti dalla Norvegia attraverso la Commissione elettorale palestinese e un’organizzazione chiamata “UN Women in Palestine” che promuove la partecipazione delle donne palestinesi alle elezioni. Gli organizzatori dell’inaugurazione non hanno consultato i norvegesi e i funzionari Onu, e non li hanno invitati alla cerimonia di apertura. Dopo Oslo, anche Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres, ha detto che “le Nazioni Unite si sono dissociate dal Centro una volta saputo il nome offensivo scelto, e prenderanno misure per garantire che tali incidenti non avvengano in futuro: l’Onu ha ripetutamente chiesto la fine dell’istigazione all’odio e alla violenza, che costituiscono uno degli ostacoli alla pace”. Lunedì l’ufficio del Segretario Generale ha confermato che l’Onu ha ritirato il proprio sostegno al Centro intitolato alla terrorista Dalal Mughrabi.