4 giovani uccisi, 16 feriti da terrorista arabo alla guida di un camion a Gerusalemme

Prima di essere colpito, il terrorista è riuscito a invertire la marcia e travolgere una seconda volta i giovani feriti

Quattro giovani reclute delle Forze di Difesa israeliane – tre donne e un uomo – sono state uccise, altre 16 ferite (fra cui almeno tre in modo molto grave) quando un terrorista arabo alla guida di un camion con targa israeliana ha deliberatamente investito, domenica, un gruppo di soldati appena scesi da un autobus sulla Promenade Haas-Sherover, la popolare passeggiata nel quartiere Armon Hanatziv che offre una famosa vista panoramica da sud della città di Gerusalemme.

Prima di essere colpito e mortalmente ferito dalla reazione dei militari e della loro guida civile, il terrorista è riuscito a invertire la marcia ed è tornato a travolgere una seconda volta i giovani già feriti.

L’attacco è stato filmato dalle telecamere di sicurezza.

E’ stato necessario l’intervento di una gru per estrarre alcune delle vittime da sotto il camion.

L’attentatore, in possesso di patente di guida israeliana, è stato identificato come un 28enne originario del quartiere di Gerusalemme est Jabel Mukaber, adiacente ad Armon Hanatziv.

Le reclute erano in visita nella capitale nel quadro di un programma culturale delle Forze di Difesa israeliane volto a far conoscere ai soldati di leva i siti più importanti della storia nazionale.

Pur non rivendicando direttamente l’attentato, Hamas lo ha celebrato lanciando su Twitter l’hashtag #TruckIntifada e distribuendo dolciumi per le vie di Gaza. Su Facebook, un portavoce di Hamas, Hazaem Qassem, ha lodato l’attentato definendolo “eroico”. Un altro portavoce, Fawzi Barohoum, ha dichiarato che Hamas “accoglie con favore la coraggiosa operazione a Gerusalemme” definendola una “reazione naturale ai crimini di Israele contro la nostra terra e i luoghi santi”. Le Brigate Ezzedine al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno affermato che l’attentatore era un ex detenuto scarcerato da Israele. Un comunicato del gruppo lo definisce mujahid (combattente della jihad). Intervistata da Quds News a proposito di quello che il network palestinese definisce “l’attacco anti-occupazione di oggi”, una sorella del terrorista ha risposto: “Allah lo ha scelto per questo martirio. Ringraziamo Allah per questo: è il più bel atto di martirio”.

A seguito dell’attentato, domenica pomeriggio è stato convocato d’urgenza il gabinetto di sicurezza del governo israeliano. Sempre domenica pomeriggio, la polizia israeliana ha perlustrato in forze il quartiere di Jabel Mukaber.

“Purtroppo non c’è limite alla crudeltà dei terroristi, che non si fermano davanti a nulla pur di uccidere ebrei e distruggere la vita nella capitale di’sraele”, ha detto domenica il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, esortando gli abitanti della città e di tutto il paese a “continuare la loro vita come sempre” per “non far vincere il terrorismo”.

“Conosciamo l’identità dell’attentatore e tutto suggerisce che fosse un sostenitore dell’ISIS”, ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu parlando coi giornalisti, domenica, sul luogo dell’attentato. “Siamo di fronte a una sequenza di attacchi – ha aggiunto Netanyahu – e ci potrebbe essere un collegamento tra di loro: prima a Nizza, poi a Berlino e ora a Gerusalemme”.

Da anni che i terroristi palestinesi utilizzano i veicoli (auto, camion, ruspe) per investire deliberatamente civili e soldati israeliani, una tattica stragista che negli ultimi mesi è stata adottata anche dai jihadisti in Europa.

Le Forze di Difesa israeliane hanno avviato accertamenti anche in relazione al dubbio che da parte delle reclute – allievi di un corso ufficiali per unità non combattenti – vi sia stata eccessiva esitazione nel reagire all’attacco. Secondo una delle guide civili che accompagnavano il gruppo, molti soldati hanno “esitato” a reagire come conseguenza della recente condanna di Elor Azaria, il militare accusato d’aver sparato a un terrorista già a terra ferito durante un attentato, lo scorso marzo, a Hebron. Secondo i primi risultati degli accertamenti, tuttavia, almeno due soldati e forse più, oltre alla guida civile, hanno aperto il fuoco contro l’aggressore “da distanza ravvicinata”. In serata le Forze di Difesa hanno diffuso la testimonianza in video di T., uno degli allievi ufficiali che hanno sparato al terrorista:

“La mia squadra e io eravamo in tour a Gerusalemme. Eravamo in un punto panoramico con vista sulla città. Abbiamo sentito un tonfo. Quando ci siamo voltati abbiamo visto un camion che saliva sul marciapiede investendo le reclute che vi si trovavano. Dapprima abbiamo pensato a un incidente, ma quando il guidatore non si è fermato abbiamo capito che era un attacco terroristico. Siamo corsi verso il camion. Ho inserito il caricatore, ho caricato la mia arma e ho fatto fuoco verso l’aggressore”.

Nel frattempo, il ministro israeliano della pubblica sicurezza Gilad Erdan ha dato disposizione alla polizia di non restituire il corpo del terrorista ai famigliari. “Siamo di fronte a un crimine particolarmente efferato che potrebbe spronare imitatori – ha spiegato Erdan – Non intendiamo permettere che il terrorista e la sua famiglia vengano omaggiati con funerali ossequiosi tali da incoraggiare altri attentatori”.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, YnetNews, Ha’aretz, 8.1.17)

Le vittime dell’attentato di domenica a Gerusalemme. In senso orario: Erez Orbach, 20 anni; Yael Yekutiel, 20 anni; Shir Hajaj, 22 anni; Shira Tzur, 20 anni.