4 giugno 1967: “ein brirà”, non c’è scelta

Sei giorni, cinquant’anni fa. Quarto video: circondati e con le spalle al mare, fra l’inerzia degli altri governi e l’aggressività degli arabi, Israele si sente sull’orlo di una nuova Shoà

Video 4: Cosa la rese una guerra obbligata (4 giugno 1967)

Traduzione. 4 giugno 1967, un giorno prima della guerra. Nell’ultima settimana prima della guerra le piazze arabe traboccavano di appelli per la distruzione di Israele. L’ondata di retorica araba da parte dei leader politici e dell’opinione pubblica stava raggiungendo il punto di rottura. Benché Israele avesse avvertito la Giordania di non unirsi alla coalizione di Egitto e Siria, Egitto e Giordania firmarono un patto militare. Anche altri cinque paesi arabi si aggregarono all’Egitto inviando le loro truppe in prima linea. L’Egitto aveva anche l’appoggio di una potenza mondiale, l’Unione Sovietica.

Il presidente Nasser mise in chiaro le proprie intenzioni: “Gli eserciti di Egitto, Giordania, Siria e Libano sono schierati ai confini con Israele mentre dietro di noi stanno gli eserciti di Iraq, Algeria, Sudan e dell’intera nazionale araba. Questa azione sbalordirà il mondo. Oggi sapranno che gli arabi sanno combattere”.

Mentre l’Egitto continuava a bloccare il porto meridionale d’Israele, Israele sperava che gli Stati Uniti avrebbero evitato il conflitto mandando una flotta a rompere il blocco e salvaguardare la libertà di navigazione. Ma gli Stati Uniti non lo fecero, temendo che qualunque azione da parte loro potesse innescare un’escalation verso un conflitto con l’Unione Sovietica.

A sud, l’Egitto aveva schierato 80mila soldati con 550 carri armati e 1.000 pezzi d’artiglieria. Sul confine orientale d’Israele, la Giordania aveva ammassato 60mila soldati e 300 carri armati, in aggiunta alle forze irachene che erano entrate nel suo territorio. Sul confine settentrionale erano trincerati 50mila soldati siriani e continuavano coi loro bombardamenti, barricati e protetti da cemento e acciaio. E una formidabile forza aerea – circa 600 aerei da combattimento egiziani, giordani, siriani e iracheni – era pronta a entrare in azione. Queste forze superavano di gran lunga il modesto esercito israeliano.

Vedendo gli eserciti che si radunavano e sentendo i discorsi che si tenevano in tutto il mondo arabo, molti israeliani temettero di trovarsi sull’orlo di una nuova Shoà. Lo stato d’animo della popolazione generale era permeato da un senso di ansia, di paura, di angoscia. Lezioni scolastiche e trasporti vennero sospesi. Agli adolescenti venne dato l’incarico di riempire sacchi di sabbia per proteggersi dal fuoco nemico. Gli edifici scolastici furono convertiti in rifugi. Negli ospedali vennero approntati più di 14mila posti letto, e vennero scavate circa 10mila fosse di sepoltura. Vennero fatte scorte di medicinali nell’attesa di attacchi con armi chimiche. Gli israeliani si preparavano al peggio.

Anche gli ebrei nel resto del mondo si struggevano nell’ansia e nella paura per Israele. Si tenero manifestazioni di mass a New York e Londra. Furono lanciate raccolte di fondi a livello mondiale a cui contribuirono anche molti non ebrei. Arrivò un numero di volontari ebrei più grande di quello che Israele potesse assorbire.

Il primo ministro Eshkol si rivolse alla nazione con un discorso trasmesso in tv, ma i suoi modi esitanti non servirono molto a rassicurare il pubblico israeliano già così angosciato. In una dimostrazione di unità nazionale, il primo ministro Eshkol affidò il ministero della difesa al generale Moshe Dayan, eroe della Guerra di Suez del 1956.

A questo punto Israele fu costretto ad accettare il fatto che tutti gli sforzi diplomatici erano falliti. Il governo israeliano si riunì la sera del 4 giugno 1967 e valutò che gli eserciti di Egitto, Siria e Giordania erano schierati per un’aggressione immediata su più fronti, mettendo in pericolo l’esistenza stessa del paese. Per gli israeliani si trattava di una guerra ein brirà, senza scelta.

Il 4 giugno il governo autorizzò il primo ministro Eshkol e il ministro della difesa Dayan a ordinare alle Forze di Difesa israeliane di intraprendere un’azione militare preventiva. Quale sarebbe stata questa azione rimase top secret fino al mattino seguente.

(Da: Jerusalem U, 4.6.17)

Video 3: L’Egitto blocca gli stretti di Tiran (23-30 maggio 1967)

Video 5: primo giorno di guerra (5 giugno 1967)