«A nome dell’Olp e dello Stato di Palestina, combattiamo con voi nella stessa trincea»

Il Fatah di Abu Mazen non esita a celebrare come “eroi e martiri” i terroristi Hezbollah

Jihad Mughniyeh ( sinistra) con la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei

Jihad Mughniyeh ( sinistra) con la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei

All’inizio di questo mese, quando Jihad Mughniyeh, un comandante Hezbollah, è rimasto ucciso in un attacco aereo sul Golan siriano attribuito a Israele, anche il movimento Fatah, che fa capo al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha voluto esprimere solidarietà alla milizia islamista sciita libanese filo-iraniana. Figlio del famigerato capo terrorista Hezbollah Imad Mughniyeh (responsabile negli anni ‘80 e ‘90 di decine di attentanti con centinaia di morti in vari paesi del mondo, ucciso infine in un attentato a Damasco nel 2008), Jihad Mughniyeh era a capo dell’organizzazione terroristica sul versate siriano delle alture del Golan con l’incarico di stabilire basi missilistiche nella zona per poter sferrare attacchi contro Israele senza doverlo fare dal Libano. Nel raid, insieme a Jihad Mughniyeh è morto il generale iraniano Mohammed Ali Allahdadi, un esperto di missili balistici coinvolto nel progetto delle basi missilistiche vicino al confine con Israele. Insieme a loro, Mohammed Issa, altro ufficiale di Hezbollah responsabile del trasferimento sul Golan di missili provenienti da Siria, Libano e Iran. Lo stesso Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane ha dichiarato che il generale Allahdadi si trovava in Siria per fornire “consulenza militare” al governo siriano nella sua guerra contro “takfiri e salafiti” (estremisti sunniti) e contro “le trame del complotto sionista”.

La minaccia missilistica di Hezbollah su Israele

La minaccia missilistica di Hezbollah su Israele (clicca per ingrandire)

“Stiamo resistendo contro lo stesso nemico” ha dichiarato in quell’occasione Rifat Shanaah, il direttore della branca libanese di Fatah che ha guidato la “delegazione d’alto rango” che il partito di Abu Mazen ha subito mandato ad esprimere le condoglianze per la morte di Mughniyeh. La delegazione, riferiva l’agenzia palestinese Ma’an il 21 gennaio, “ha deposto tre corone di fiori sulla tomba del martire Jihad Mughniyeh per conto dell’Ambasciata dello Stato della Palestina, dell’Olp e di Fatah”. Parlando “a nome del Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese-Fatah, dell’Olp e del popolo palestinese resistente”, Shanaah ha affermato: “Noi esprimiamo con ciò le nostre più sentite condoglianze ai fratelli nella dirigenza di Hezbollah e alle famiglie dei martiri. Siamo nella stessa trincea, e stiamo resistendo contro lo stesso nemico”. Riferisce sempre l’agenzia Ma’an che Shanaah ha poi sottolineato “l’adesione di Fatah, dell’Olp e del popolo palestinese al principio della lotta e della jihad con i nostri fratelli di Hezbollah e di tutte le forze che agiscono per liberare la Palestina e Gerusalemme. Ci atterremo ancora di più ai nostri obiettivi e ai principi nazionali palestinesi”, ha concluso Shanaah.

Sulla sua pagina Facebook, Fatah ha subito definito Jihad Mughniyeh un “eroe” e un “martire” (shahid). Anche Sultan Abu Al-Einein, consigliere di Abu Mazen e membro del Comitato Centrale di Fatah, ha inviato all’organizzazione terroristica Hezbollah “i nostri migliori auguri per i suoi martiri” aggiungendo il 20 gennaio sulla sua pagina Facebook: “Siamo certi che la reazione sarà inesorabile”. Come ha documentato Palestinian Media Watch, Al-Einein aveva anche lodato l’assassinio a sangue freddo di cinque ebrei in preghiera in una sinagoga di Gerusalemme lo scorso novembre.

Oltre a Israele, diversi paesi occidentali tra cui Stati Uniti, Canada, Francia e Paesi Bassi definiscono Hezbollah un’organizzazione terroristica. Altri, tra i quali l’Unione Europea, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Regno Unito, definiscono terroristica solo l’ala militare dell’organizzazione.

(Da: PMW Bulletin, 28.1.15)