Abu Mazen e parlamentari arabo-israeliani rendono omaggio ai terroristi che uccidono innocenti

Nello stesso giorno in cui in Israele vengono condannati (non certo celebrati) gli assassini dell’adolescente palestinese Abu Khdeir

Abu Mazen all’incontro con le famiglie dei terroristi

Abu Mazen all’incontro con le famiglie dei terroristi

Poche ore dopo l’attacco terroristico palestinese di mercoledì alla Porta di Damasco a Gerusalemme costato la vita all’agente di polizia Hadar Cohen, di 19 anni, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha ricevuto nel suo ufficio a Ramallah i famigliari di undici terroristi rimasti uccisi nei mesi scorsi nell’atto di compiere sanguinosi attentati dalla zona di Gerusalemme.

Tra loro, la famiglia di Baha Aliyan, originario di Jabel Mukaber (Gerusalemme est), che lo scorso ottobre partecipò all’attentato con armi da fuoco e armi bianche su un autobus nel quartiere di Armon Hanetziv (Talpiot Est) causando la morte di tre israeliani: Haviv Haim, di 78 anni, Alon Govberg, di 51 anni, e Richard Lakin, di 76 anni. Un’altra famiglia ricevuta con tutti gli onori da Abu Mazen è quella di Alaa Abu Jamal, anche lui di Jabel Mukaber, il terrorista che lo stesso giorno dell’attentato a Armon Hanetziv investì deliberatamente con la sua auto le persone in attesa a una fermata d’autobus di Gerusalemme e poi scese dal veicolo per finire le vittime a colpi di mannaia da macellaio. Non sopravvisse alle ferite il rabbino Yeshayahu Krishevsky, di 60 anni. Abu Jamal era parente dei cugini Ghassan e Uday Abu Jamal, i due terroristi che nel novembre 2014 perpetrarono l’attentato alla sinagoga Har Nof (7 ebrei uccisi durante la preghiera). Le famiglie hanno chiesto ad Abu Mazen di agire per ottenere la consegna dei corpi dei terroristi morti, trattenuti dalla polizia israeliane nel timore che i funerali vengano trasformati dall’Autorità Palestinese in esplicite celebrazioni del terrorismo e occasioni di scontri violenti. Abu Mazen ha promesso di impegnarsi in questo senso facendo riferimento ai terroristi deceduti con il termine di shahid (martiri). Dell’incontro fra Abu Mazen e i famigliari dei terroristi ha dato notizia l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, che ne ha anche diffuso le immagini. Non è la prima volta, da quando è iniziata l’attuale serie di attacchi terroristici, che Abu Mazen prende una posizione di aperto sostegno all’operato dei terroristi. Nell’ottobre scorso, ad esempio, durante una conferenza stampa esibì la foto di Ahmed Manasrah, il terrorista 13enne che aveva partecipato al tentato omicidio di un suo coetaneo israeliano a Pisgat Ze’ev accoltellandolo alla gola. In quell’occasione Abu Mazen aveva sostenuto che Manasrah era stato “giustiziato” da Israele, tacendo il fatto che il ragazzino era vivo e in cura (per lesioni non gravi) presso il centro medico Hadassah di Gerusalemme.

Un giorno prima che Abu Mazen ricevesse nel suo ufficio le famiglie dei terroristi, anche tre parlamentari arabo-israeliani – Hanin Zoabi, Jamal Zahalka e Basel Ghattas – si erano incontrati con i parenti di dieci famiglie di terroristi. Palestinian Media Watch ha diffuso giovedì un post pubblicato su Facebook da Balad, uno dei partiti che compongono la Lista Araba Comune, nel quale il terrorista Baha Aliyan (quello dei tre israeliani uccisi sull’autobus ad Armon Hanetziv) viene definito shahid (martire), così come altri terroristi i cui famigliari erano presenti alla riunione. Il post su Facebook comprende un video in cui il padre di Aliyan, Muhammad Aliyan, definisce l’incontro “caloroso e produttivo”, aggiungendo che i parlamentari arabo-israeliani “hanno ascoltato la sofferenza e il dolore delle famiglie dei martiri” e hanno promesso di incontrare nuovamente le famiglie degli shahid per aggiornarli sugli sforzi volti a ottenere la consegna dei corpi dei terroristi morti. L’agenzia di stampa palestinese Maan ha riferito che l’incontro, tenuto a Gerusalemme est, si è aperto con un minuto di silenzio e una lettura del Corano in onore dei terroristi defunti. I parlamentari arabo-israeliani, sempre secondo l’agenzia Maan, hanno poi sottolineato la loro identità palestinese e hanno “reso omaggio alla forza delle famiglie e alla loro lotta senza tregua contro l’aggressione [israeliana]”.

I parlamentari arabo-israeliani Zoabi, Ghattas, Zahalka all’incontro con le famiglie dei terroristi

I parlamentari arabo-israeliani Zoabi, Ghattas, Zahalka
all’incontro con le famiglie dei terroristi

“Non riesco a immaginare una situazione analoga in cui i membri del Congresso americano si rechino in visita ossequiosa dai famigliari di Muhammad Atta, il responsabile degli attentati dell’11 settembre alle Torri Gemelle”. Lo ha detto la parlamentare israeliana Anat Berko (del Likud). Il ministro dell’istruzione Naftali Bennett ha definito la visita dei parlamentari arabi “una macchia nera negli annali della storia di Israele” e si è rivolto agli elettori arabi israeliani dicendo: “Voi siete meglio di loro: rifiutateli, cacciateli”. La parlamentare laburista di Unione Sionista Ayelet Nahmias-Verbin ha detto che i parlamentari arabi di Balad “stanno tagliando con le proprie mani gli ultimi fili che li legano alla società israeliana: non possiamo stare a guardare mentre dei parlamentari rendono omaggio alle famiglie dei terroristi che colpiscono e uccidono israeliani innocenti”. In una nota, l’Unione Sionista afferma che “l’incontro dei parlamentari di Balad con le famiglie dei terroristi promuove ulteriore terrorismo e uccisioni di innocenti”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto giovedì sera che quei parlamentari di Balad “sono indegni di sedere alla Knesset” e ha chiesto al presidente della Knesset Yuli Edelstein di esaminare quali misure si possano prendere nei loro confronti.

(Da: YnetNews, Times of Israel, Jerusalem Post, 4.2.16)

 

Due dei tre assassini del 16enne palestinese Mohammed Abu Khdeir, brutalmente ucciso nel luglio 2014 a Gerusalemme, sono stati condannati giovedì da un tribunale israeliano: uno all’ergastolo, l’altro a 21 anni di carcere. Essendo entrambi minorenni, i loro nomi non sono stati divulgati. Il terzo assassino, Yoseph Ben David, considerato il capo e ispiratore del gruppo, non ha ancora ricevuto la condanna perché è in corso una perizia psichiatrica. La pena minore del secondo condannato si spiega col fatto che era rimasto all’interno di un’auto mentre Abu Khdeir veniva ucciso, e che ha mostrato agli assistenti sociali una maggiore consapevolezza della gravità del reato. Il Procuratore di Stato Uri Korb ha detto che “il verdetto riflette la gravità del reato: l’omicidio di un adolescente innocente la cui vita è stata stroncata con motivazioni ideologiche. Abu Khdeir è stato ucciso solo perché era arabo. Nessuna punizione può compensare le vittime, ma Israele è uno stato di giustizia dove il terrorismo viene punito indipendentemente da chi lo compia”. (Da: YnetNews, Jerusalem Post, 4.2.16)