Abu Mazen: «Israele complotta per distruggere al-Aqsa e costruire il suo presunto Tempio»

Le calunnie dell’interlocutore di cui Israele dovrebbe fidarsi per fare concessioni in nome della pace.

Dal reportage della TV di Fatah-Autorità Palestinese del 25.10.12

“Tutti questi comportamenti [israeliani] dimostrano il malvagio e pericoloso complotto volto a distruggere [la moschea] al-Aqsa e costruire il presunto Tempio. Purtroppo queste minacce, che sono sotto gli occhi di tutti, non hanno ancora ricevuto una adeguata risposta araba, islamica e internazionale. La maggior parte dei paesi non ha ancora dato seguito alle risoluzioni del summit arabo-islamico che prescrivono di dare aiuto ai residenti e alle istituzioni di Gerusalemme”.
Con queste parole il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha risposto, il 3 giugno scorso, all’intervistatore del giornale saudita Al-Watan che gli aveva posto la seguente domanda: “Organizzazioni ebraiche stanno facendo sforzi frenetici, sia visibili che nascosti, per completare la giudaizzazione della [moschea] Al-Aqsa e prenderne il controllo, soprattutto con le ricorrenti invasioni di Al-Aqsa e le aggressioni ai fedeli. Che influenza pensa che questo abbia a livello palestinese e a livello regionale? Pensa che la risposta araba e islamica sia di livello adeguato?”.
Con la sua risposta il presidente palestinese – ufficialmente impegnato nelle scorse ore nello sforzo diplomatico del segretario di stato Usa John Kerry per la ripersa del negoziato di pace con Israele – ha rilanciato (in arabo) una delle classiche calunnie costantemente ripetute dall’Autorità Palestinese, quella secondo cui Israele complotterebbe per la distruzione della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, aggiungendovi l’appello al “mondo arabo e islamico” perché faccia di più contro “i piani” di Israele.
Il riferimento, nelle parole di Abu Mazen, al “presunto Tempio” ebraico è ormai parte integrante del lessico abitualmente utilizzato dalla propaganda palestinese per negare la storia degli ebrei in terra d’Israele e a Gerusalemme: un “negazionismo” secondo il quale non vi sarebbe mai stato un Tempio ebraico sul Monte del Tempio a Gerusalemme.
Non è la prima volta che Abu Mazen presenta l’obiettivo di sottrarre Gerusalemme agli ebrei come un dovere islamico. Ad esempio, intervenendo a un vertice arabo nel 2010 proclamò: “Ai leader della nostra nazione araba e dei suoi popoli, io dico: Gerusalemme e i suoi dintorni sono un patrimonio che Dio ci ha affidato. Salvarli dal mostro dell’insediamento e dalla minaccia della giudaizzazione e della confisca è un ‘fard ayn’ [comandamento islamico] che compete a tutti noi personalmente. Perciò esorto voi tutti ad agire sul serio e con urgenza per salvare [Gerusalemme] e mettere a disposizione tutte il possibile al fine di rafforzare la nostra determinazione a preservare il suo carattere storico, culturale e religioso” (citato dalla tv Al-Jazeera il 27 marzo 2010).
La politica di negare sistematicamente la storia di Israele è ben esemplificata da un reportage mandato in onda dalla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese a proposito degli scavi archeologici presso il Muro Occidentale (“del pianto”), nel quale fra l’altro veniva affermato: “Sottoterra, molto al di sotto della Moschea di Al-Aqsa, è in atto una corsa [degli israeliani] contro il tempo per completare gli scavi alla ricerca di quel Tempio [di Gerusalemme] che esiste solo nella mente delle organizzazioni estremiste […]. Essi falsificano i fatti storici, collegandoli a una storia ebraica della quale non vi sono tracce nella nostra terra”. (TV Fatah-Autorità Palestinese, 25.10.12).

(Da: PMW Bulletin, 26.3.13)

Si veda anche:

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“Mai esistito un tempio ebraico a Gerusalemme”. Leader islamico nega qualunque legame storico fra gli ebrei e la città

Il Muro del Tempio appartiene ai musulmani. Lo afferma Raed Salah, leader emergente dei musulmani in Israele

Si veda inoltre:

Una breve mostra di fotografie che testimonia il rapporto tra le principali festività ebraiche e le scoperte archeologiche in Terra d’Israele (tra cui diverse rappresentazioni della menorah) è stata pubblicata on-line dall’Autorità israeliana per le Antichità.