Aggrediti e condannati

Si è mai sentita Hamas chiedere scusa per luccisione di donne e bambini?

Da un articolo di Yoel Marcus

image_1459Da diversi anni in Israele ci sono due temi che aprono ogni mattina le notizie dei radio-giornali: le previsioni del tempo e i lanci di Qassam su Sderot.
Il 16 aprile 2001 venne sparato il primo Qassam. Gli esperti ne esaminarono i resti, un po’ sorpresi, e dissero che si trattatava di un ordigno primitivo, prodotto in qualche officina metallurgica. Roba artigianale, niente di serio.
Due mesi dopo, l’ordigno primitivo uccideva due abitanti di Sderot, tra i quali un bambino. Poi, per più di cinque anni, gli ordigni primitivi hanno continuato a migliorare, sia in potenza che in gittata, fino ad avvicinarsi a obiettivi strategici alle porte di Ashkelon. Per terra e dal cielo Israele ha demolito decine, forse centinaia di officine metallurgiche artigianali. Ma i razzi continuano ad aumentare e ad attaccare località israeliane.
Hanno trasformato la vita degli abitanti di Sderot in una roulette russa. Il numero delle vittime, è vero, non si conta nell’ordine delle migliaia o delle centinaia. Ma gli abitanti della città muoiono di paura ogni giorno. L’allarme che suona con 20 secondi di anticipo sull’impatto sembra uno scherzo di cattivo gusto. Gli abitanti corrono per le strade, uno riesce a trovare un rifugio anti-aereo, un altro resta colpito e perde un braccio o una gamba. L’assalto ai pullman messi a disposizione degli abitanti di Sderot da Arcadi Gaydamak per una vacanza fuori programma a Eilat dimostra cosa possono fare 17 Qassam in un giorno, una donna uccisa e due persone mutilate – così, per nessuna ragione particolare – a una città che non sa più come controllare la propria angoscia.
Dopo il bombardamento a Beit Hanun che ha provocato la morte per errore di 19 civili palestinesi, la grande maggioranza delle Nazioni Unite considera Israele il feroce aggressore. Le sue scuse non sono state accettate. Probabilmente non sono state nemmeno credute del tutto. Ma si è mai sentita Hamas chiedere scusa per l’uccisione di donne e bambini? Hanno mai chiesto scusa per i lanci su Sderot? Da più di sei anni sparano su una località civile, se ne vantano, ed è Israele che viene considerato l’aggressore.
Israele è il solo paese al mondo di cui una città viene quotidianamente bersagliata coi razzi. Viene da chiedersi come reagirebbe – che so – la Francia se Digione fosse bersagliata ogni giorno per anni. Nessun paese tollererebbe una situazione in cui una delle sue città fosse permanentemente sotto tiro, e dove il gesto di attraversare la strada o andare dal fruttivendolo fosse trasformato in una roulette russa.
Il capo dei servizi di sicurezza ha riferito alla commissione esteri e difesa della Knesset che nelle mani di Hamas ci sono almeno 33 tonnellate di esplosivo e centinaia di missili e razzi di ogni tipo. Lo scopo è colpire il tallone d’Achille di Israele, che è il suo fronte interno.
Israele si è ritirato unilateralmente dalla striscia di Gaza mostrando in questo modo d’essere capace non solo di smantellare gli insediamenti, ma anche di restituire territori ai palestinesi con un accordo di pace. Purtroppo sta diventando evidente che i più estremisti e pessimisti fra i coloni israeliani avevano ragione: i palestinesi non vogliono riconoscere Israele né venire a patti con la sua esistenza.
E ancora una volta, questa volta sotto il bastone di Hamas, non hanno perso un’occasione di perdere un’occasione. Anziché dedicarsi ad edificare e sviluppare il territorio che Israele ha sgomberato, come fecero gli egiziani nel Sinai, hanno trasformato Gush Katif in una base per fare fuoco quotidianamente sugli abitanti del Negev israeliano, in primo luogo quelli di Sderot: fuoco mirato deliberatamente contro civili, donne e bambini.
Gli avvertimenti dell’allora primo ministro Ariel Sharon e del capo di stato maggiore Dan Halutz secondo cui, se i lanci di Qassam fossero continuati anche dopo lo sgombero da Gaza, la reazione di Israele sarebbe stata molto severa, non li intimoriscono affatto. Abbiamo invaso Beit Hanun, abbiamo sparato dall’aria, ma non è servito a niente. E la seconda guerra in Libano ha minato la posizione delle Forze di Difesa israeliane, rivelando le fragilità del fronte interno.
Tutti i tentativi israeliani di porre fine ai lanci di Qassam, anche quelli fatti con la mediazione dell’Egitto e dell’Europa, si sono rivelati vani. Israele si trova nella situazione di essere nello stesso tempo aggredito e condannato come aggressore, mentre diplomatici e opinionisti non fanno che ripetere continuamente lo stesso mantra: la situazione non può andare avanti così.
Se Hamas continuerà a far naufragare ogni dialogo opponendosi al riconoscimento di Israele e continuando a impiegare il terrorismo contro i cittadini israeliani, non resterà che tornare all’occhio per occhio. Una minaccia banale e sempre uguale. Ma che altro resta da fare, finché non emerge un leader capace di riportare la questione del negoziato e della pace nei titoli di apertura dei radio-giornali?

(Da: Ha’aretz, 21.11.06)

Nella foto in alto: Scolari israeliani della scuola elementare Gil di Sderot cercano riparo sotto i Qassam palestinesi