Ahmadinejad getta dubbi sull’11 settembre

E ne attribuisce comunque la colpa agli Stati Uniti

image_2077Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha messo in dubbio, mercoledì, la “versione americana” degli attentati dell’11 settembre 2001, definendoli “un pretesto” usato per invadere l’Afghanistan e l’Iraq. Sebbene l’Iran avesse a suo tempo condannato gli attacchi di al-Qaeda su New York e Washington, questa è la terza volta in una settimana che Ahmadinejad mette in dubbio il numero delle vittime, la responsabilità degli attentati e come siano avvenuti.
“Quattro o cinque anni fa – ha detto il presidente iraniano in un discorso agli abitanti della città santa di Qom trasmesso in diretta dalla tv di stato – a New York è avvenuto un evento sospetto: è crollato un edificio e dicono che siano morte tremila persone, anche se i loro nomi non sono mai stati pubblicati. Sulla base di questo pretesto, gli americani hanno attaccato l’Afghanistan e l’Iraq, e da allora in Iraq sono state uccise un milione di persone.”
Durante le cerimonie in occasione dell’ultimo anniversario degli attentati, avvenuti l’11 settembre di sette anni fa, sono stati letti pubblicamente i nomi di 2.750 persone uccise a New York.
L’anno scorso Ahmadinejad aveva già sollevato dubbi sull’11 settembre affermando che sarebbe necessario investigare su “che cosa l’ha causato, quali furono le condizioni che portarono ad esso, chi vi era realmente implicato”.
In passato, Ahmadinejad aveva detto che l’attacco fu “il risultato della pessima e inumana gestione del mondo da parte degli Stati Uniti”, aggiungendo che non doveva essere trasformato in un nuovo Olocausto né “essere usato per massacrare la gente”.

(Da: Jerusalem Post, 16.04.08)