Al Solar Park di Nitzana, il sole serve per raffreddare

Nel quadro di un progetto di alfabetizzazione scientifica, in mostra nel deserto installazioni interattive su energia solare e uso dei sistemi ecologici del deserto

image_1847Il paesaggio lungo la strada diretta a sud verso Nitzana consiste soprattutto di sabbia e basi militari, per cui tende a sfuggire la presenza di un “condizionatore d’aria” unico nel suo genere: concreta dimostrazione di come uno spazio possa essere raffreddato con l’ausilio di vento e acqua.
La struttura fa mostra di sé al parco scientifico solare del Villaggio Giovanile di Nitzana, che aprirà al pubblico per un happening festivo il 30 settembre, durante la festa ebraica di Sukkot.
Oltre ad ospitare 15 famiglie, Nitzana tiene corsi ulpan (ebraico moderno) per nuovi immigrati adolescenti, e un programma studiato per incoraggiare i giovani ebrei e beduini a studiare le scienze. Il direttore del seminario scientifico “Segui il Sole”, Eli Kalmanzon, si è trasferito a Nitzana sette anni fa con la moglie e le due figlie dopo aver ottenuto un dottorato in biologia all’Università di Gerusalemme. Come parte del progetto, è stato costituito un parco interattivo all’aperto per illustrare l’importanza dell’energia solare e l’uso dei sistemi ecologici del deserto.
Il Parco Solare è stato reso possibile grazie alle donazioni e alla cooperazione della Sacta-Rashi Foundation, dell’Agenzia Ebraica, del Fondo Nazionale Ebraico e del Nuclear Research Center del Negev.
Oggi il parco mette in mostra 12 strumenti, ma dovrebbe arrivare presto a 40 installazioni divise in sei categorie: sistemi ecologici del deserto, il sole come fonte di calore, il sistema solare, il sole come fonte di vita, il sole come sorgente di luce, altre fonti di energia alternative.
Il condizionatore d’aria si riconosce immediatamente per la sua mole. La parte superiore della struttura è puntata in direzione nord-ovest, da dove entra l’aria. Vicino a dove entra l’aria ci sono dei condotti che emettono gocce d’acqua che raffreddano l’aria ed evaporano. “L’aria si raffredda – spiega Kalmanzon – scende e crea una temperatura di 10 gradi inferiore a quella esterna”. L’intero sistema è azionato da pannelli solari.
Altri esempi di ecologia del deserto sono le installazioni per raccogliere rugiada e nebbia. Il collettore di rugiada è uno strumento di plastica a forma di imbuto che cattura la rugiada, che si raccoglie in un grosso contenitore e serve a far crescere i cespugli. Accanto c’è il raccoglitore di nebbia, una rete sintetica che cattura le nuvole di pioggia e le fa gocciolare in un contenitore.
La mostra “Il sole come fonte di calore” espone 12 quadrati di vari colori e materiali che assorbono il calore del sole. Mettendo una mano su uno dei quadrati si può imparare, per esempio, che tipo di vetro si dovrebbe installare in casa per minimizzare l’esigenza di aria condizionata. Secondo Kalmanzon, il vetro chiaro lascia entrare più luce solare d’inverno, riducendo i costi del riscaldamento, e d’estate bisogna usare schermi.
Lo strumento per la desalinizzazione solare ha una parte superiore fatta a piramide di vetro e un fondo scuro, su cui l’acqua evapora nel calore e gocciola sui lati purificata.

(Da: Ha’aretz, 24.09.07)