Almeno 14 parlamentari nella nuova formazione di Sharon

Si chiama Responsabilità Nazionale il nuovo partito fondato dal primo ministro ex Likud.

image_973In Israele è nato un nuovo partito: il primo ministro israeliano Ariel Sharon è riuscito a reclutare tredici parlamentari del Likud nella sua nuova formazione, Ahrayut Leumit (Responsabilità Nazionale), rendendola in questo modo titolare del diritto di godere di finanziamenti pubblici elettorali nella sua qualità di “gruppo parlamentare separato”.
Lunedì la nuova formazione ha tenuto la sua prima riunione nell’ufficio di Sharon a Gerusalemme, dopo che il primo ministro, con una lettera indirizzata al presidente del comitato centrale Tzahi Hanegbi, aveva ufficialmente annunciato la proprie dimissioni dal Likud, il partito di cui è stato uno dei fondatori 32 anni fa.
“Sono felice che siate qui – ha detto Sharon ai membri della nuova formazione – Ci stiamo avviando su una nuova strada e dobbiamo attrezzarci per il futuro”. Sharon ha detto che la formazione di riunirà una volta ogni settimana e che ognuno dei suoi membri avrà l’opportunità di esprimere la propria opinione e il proprio punto di vista.
La piattaforma del nuovo gruppo parlamentare, ha poi aggiunto Sharon, si baserà sulla Road Map coniugata con la lotta contro il terrorismo. “Non vedo un altro disimpegno unilaterale nel prossimo futuro” ha specificato il protagonista del ritiro dalla striscia di Gaza, aggiungendo che il suo nuovo partito si adopererà per modificare i meccanismi di governo in Israele allo scopo di stabilizzarne il sistema politico.
Secondo fonti dell’ufficio del primo ministro, l’atmosfera durante la riunione è stata molto positiva e tutti i partecipanti si sono complimentati con Sharon per la sua decisione, affermando che ha fatto la scelta giusta.
Alla riunione hanno partecipato, oltre allo stesso Sharon, i ministri Tzipi Livni, Ehud Olmert, Avraham Hirschon e Gideon Ezra, e i parlamentari Omri Sharon, Marina Solodkin, Roni Bar-On, Ruhama Avraham, Eli Aflalo e Ze’ev Boim. Più tardi il ministro Meir Sheetrit è diventato il 14esimo parlamentare ex Likud ad unirsi alla nuova formazione di Sharon.
Numerose le personalità non appartenenti al Likud che hanno espresso interesse verso il nuovo partito, definito di centro. Fra queste, l’ex capo dei servizi di sicurezza Avi Dichter, il presidente dell’Università Ben Gurion Avishai Braverman, il professor Uriel Reichman, e l’ex ministro Likud Dan Meridor, che avrebbe intenzione di tornare alla politica attiva.
Prima della riunione dei parlamentari aderenti ad Ahrayut Leumit (Responsabilità Nazionale), Sharon aveva incontrato il presidente d’Israele Moshe Katsav per informarlo della sua decisione di chiedere lo scioglimento anticipato della Knesset. Katsav ha risposto che le elezioni anticipate dovranno tenersi al più presto possibile.
Cambiamenti si registrano intanto anche in campo laburista. Il ministro Haim Ramon ha già annunciato che probabilmente lascerà il partito, alla luce della nascita della nuova formazione guidata da Sharon, mentre Shimon Peres non si è ancora pronunciato in modo definitivo. Circolano voci anche su possibili cambiamenti nel futuro politico del ministro laburista Dalia Itzik.
Nel frattempo, dopo le dimissioni dal governo dei ministri laburisti, il presidente Katsav ha il compito di svolgere consultazioni per conferire a un parlamentare l’incarico di formare un nuovo governo entro tre settimane, con eventuale prolungamento di altre due settimane.
Tra coloro che sono rimasti nel Likud vi sono alcuni, come Uzi Landau o il capogruppo Gideon Sa’ar, che si dicono convinti che non sia impossibile formare in extremis un governo di Likud-partiti di estrema destra, con eventuale appoggio esterno di alcuni partiti religiosi. Al momento, tuttavia, sia Shinui (laici) che Shas (religiosi sefarditi) hanno detto di preferire le elezioni anticipate.
In ogni caso, la decisione del primo ministro Sharon di scogliere la Knesset senza attendere un voto in questo senso della Knesset stessa, gli dà la possibilità di procedere al rimpasto del governo che dovrà portare il paese alle elezioni anticipate, verosimilmente alla fine di marzo 2006.

(Da: YnetNews, Ha’aretz, 21.11.05)