Attentatori vili (e autolesionisti) che per uccidere una persona ne sfruttano il naturale altruismo

Una lettera all'Onu sulla recente serie di attacchi palestinesi contro israeliani

Di Ron Prosor

Ron Prosor

Ron Prosor, ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite

L’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite Ron Prosor ha indirizzato lunedì la seguente lettera al Segretario Generale dell’Onu e al Consiglio di Sicurezza:

«Oggi [17 agosto] un terrorista palestinese si è avvicinato a soldati delle Forze di sicurezza israeliane a sud di Nablus dicendo loro che non si sentiva bene e chiedendo dell’acqua da bere. Quando i militari lo hanno invitato ad avvicinarsi ha estratto un coltello e ha pugnalato uno dei soldati. Solo due giorni fa, un altro palestinese si era avvicinato a un soldato israeliano chiedendogli dell’acqua. Non appena il soldato si è voltato per prendergliene un po’, il terrorista lo ha aggredito alle spalle con un pugnale. Poco più tardi, quello stesso giorno, un altro palestinese ha accoltellato alla schiena un agente israeliano della polizia di frontiera durante un controllo di sicurezza di routine.

Questi attacchi stanno configurando un nuovo inquietante modello in cui coloro che cercano di uccidere israeliani approfittano del loro senso di umanità. Lo scorso 19 giugno vi avevo scritto a proposito di un palestinese che ha sparato a bruciapelo a due civili israeliani 25enni, uccidendo uno di loro. Il terrorista aveva attirato l’attenzione delle sue vittime fingendosi in difficoltà e chiedendo il loro aiuto. Poi ha estratto una pistola dalla borsa e ha sparato ai due a sangue freddo.

Attentati di questo tipo sono particolarmente vergognosi perché, pur di uccidere una persona, sfruttano il naturale desiderio di aiutare il prossimo nel momento del bisogno. Si tratta di atti che nessuna persona civile potrebbe tollerare.

Questo genere di attacchi è particolarmente pericoloso giacché non solo rappresentano una grave minaccia per la vita e la salute degli israeliani, ma si ritorcono anche contro tutti quei palestinesi che hanno un autentico bisogno di assistenza.

Malachi Rosenfeld

Malachi Rosenfeld, ucciso a sangue freddo da terroristi palestinesi il 29 giugno scorso

Di recente si è inoltre appreso che Ahmad Najar, l’uomo che ha promosso e pianificato l’omicidio di Malachi Rosenfeld il 29 giugno scorso, per acquistare l’arma usata nell’attentato e addestrare coloro che l’hanno eseguito ha utilizzato il denaro che gli era stato versato dall’Autorità Palestinese. Questi fondi erano stati elargiti al terrorista in ragione del tempo che aveva trascorso in un carcere israeliano scontando una condanna per aver ucciso sei israeliani nel 2004. [Ahmad Najar è uno dei 1.027 terroristi palestinesi scarcerati da Israele nel 2011 nell’ambito del ricatto per la liberazione da Gaza dell’ostaggio israeliano Gilad Shalit.]

Ancora una volta la dirigenza palestinese viene meno alle sue basilari responsabilità: non solo si rifiuta di condannare questi attacchi, ma finanzia coloro che scontano in carcere una condanna per averli realizzati.

Esorto il Consiglio di Sicurezza a condannare in modo chiaro e inequivocabile questa nuova serie di attentati terroristici. Vi esorto a chiedere pubblicamente all’Autorità Palestinese di condannare i responsabili di questi attacchi e di fare tutto quanto in loro potere per prevenire attacchi futuri. Una presa di posizione netta e tempestiva da parte del Consiglio di Sicurezza è un fattore cruciale per prevenire un ulteriore deterioramento e ulteriori sofferenze».

(Da: MFA, 17.8.15)