“Avete sbagliato rotta, probabilmente intendevate portare aiuti in Siria”

La lettera del primo ministro israeliano agli attivisti della “flottiglia” intercettata dalla Marina prima che forzasse il blocco navale sulla striscia di Gaza controllata da Hamas

La striscia di Gaza non è sotto assedio:

La striscia di Gaza non è sotto assedio. Da Israele entrano fino a 800 camion al giorno con merci di ogni genere; 1,6 milioni di tonnellate di beni dall’inizio dell’anno

Un portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha confermato che lunedì notte la Marina israeliana ha intercettato l’imbarcazione battente bandiera svedese “Marianne av Göteborg” che si proponeva di violare il blocco navale imposto, in conformità al diritto internazionale, alla striscia di Gaza controllata dall’organizzazione terroristica Hamas. Le unità israeliane hanno preso il controllo dell’imbarcazione senza colpo ferire, dopo che i passeggeri avevano ripetutamente respinto gli inviti a cambiare rotta. Il battello, a bordo del quale c’erano 18 attivisti anti-israeliani tra cui l’ex presidente tunisino Moncef Marzouki e il parlamentare arabo-israeliano Basel Ghattas, è stato poi scortato verso il porto israeliano di Ashdod dove il carico di aiuti potrà essere sbarcato, controllato e trasferito a Gaza. Gli organizzatori della flottiglia hanno comunicato che le altre tre imbarcazioni hanno invertito la rotta dirigendosi verso i porti di partenza, senza spiegare il motivo. “Questa flottiglia non è altro che una manifestazione di ipocrisia, che serve solo ad aiutare Hamas ignorando tutte le atrocità che vengono perpetrate in Medio Oriente”, ha dichiarato lunedì il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Questo il testo della lettera che l’ufficio del primo ministro israeliano ha indirizzato ai passeggeri della “flottiglia” scortati dalla Marina israeliana nel porto di Ashdod:

«Benvenuti in Israele.

Il campo di Zaatari, in Giordania, ospita più di 140mila profughi siriani (clicca per ingrandire)

A quanto pare avete perso la rotta. Probabilmente intrendevate approdare in un posto non lontano da qui, la Siria, dove l’esercito di Assad massacra ogni giorno la sua stessa popolazione con il sostegno del regime assassino iraniano.

Qui in Israele dobbiamo affrontare una realtà in cui organizzazioni terroristiche come Hamas cercano di uccidere civili innocenti. Noi difendiamo i cittadini israeliani contro questi tentativi, in conformità al diritto internazionale.

Ciò nonostante, Israele trasferisce merci e aiuti umanitari nella striscia di Gaza: fino a 800 camion al giorno. Dall’inizio dell’anno abbiamo autorizzato l’ingresso di più di 1,6 milioni di tonnellate di beni, pari a una media di una tonnellata per ogni abitante della striscia di Gaza. Per inciso, queste forniture equivalgono al carico di 500.000 battelli come quello su cui siete arrivati voi oggi.

Israele fornisce assistenza a centinaia di progetti umanitari attraverso le organizzazioni internazionali, compresa la costruzione di ambulatori e ospedali.

Tuttavia, non permetteremo alle organizzazioni terroristiche di trasferire armi nella striscia di Gaza via mare. Poco più di un anno fa abbiamo sventato un tentativo di contrabbandare centinaia di armi nella striscia di Gaza per nave: armi che erano destinate a colpire civili israeliani innocenti.

Non vi è alcun assedio alla striscia di Gaza, e voi come tutti potete far pervenire gli aiuti umanitari nella striscia di Gaza attraverso Israele.

Impedire l’approdo di barche e navi nella striscia di Gaza è conforme al diritto internazionale, come è stato riconosciuto anche da un comitato incaricato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Se foste veramente interessati ai diritti umani, non stareste navigando in solidarietà con un regime del terrore che mette a morte i residenti di Gaza senza processo e usa i bambini di Gaza come scudi umani.

Se foste passati attraverso Israele, avreste potuto vedere di persona come l’unica democrazia stabile in Medio Oriente garantisce l’eguaglianza a tutti i suoi cittadini e libertà di culto ai fedeli di tutte le religioni: un paese che rispetta il diritto internazionale adoperandoci affinché la sua popolazione possa vivere in sicurezza e i suoi figli possano crescere in pace e tranquillità».

(Da: MFA, 29.6.15)