Avrebbe fatto strage dei medici che le avevano salvato la vita

L'attentato suicida sventato lunedì scorso presenta caratteristiche particolarmente inquietanti

image_753Wafa Samir Ibrahim al-Biss, 21 anni, originaria di Jabaliya, è stata arresta lunedì mattina al valico di Erez, fra striscia di Gaza e Israele, mentre tentava di passare con addosso una cintura esplosiva da attentato suicida. Vistasi scoperta durante le procedure di controllo, Wafa ha tentato invano di farsi esplodere sul posto. La terrorista ha poi rivelato d’essere stata ingaggiata dalle Brigate Martiri di Al Aqsa, ala militare di Fatah, per compiere un attentato suicida all’interno dell’ospedale israeliano Soroka, a Beersheva.
Il tentativo di attentato suicida sventato in tempo dagli agenti di sicurezza israeliani – sottolinea un comunicato del ministero degli esteri israeliano – appare particolarmente inquietante per alcune sue caratteristiche.
– La donna attentatrice stava entrando in Israele utilizzando un permesso medico speciale che aveva ricevuto perché potesse recarsi all’ospedale israeliano di Beersheba per seguire una serie di terapie in seguito a ustioni che aveva subito alcuni mesi fa in un incidente di cucina. Allora, tra il dicembre 2004 e il gennaio 2005, la vita della donna era stata salvata dagli stessi medici e paramedici israeliani che ora ella si proponeva di uccidere.
– Il tentativo di attentato di lunedì non è che il più recente di una serie di attentati terroristici realizzati sfruttando la flessibilità in materia umanitaria che esercitano le autorità israeliane nonostante le concretissime minacce alla sicurezza cui devono fare fronte. Eppure, pur conoscendo questa tragica realtà, molte organizzazioni per i diritti umani non esitano a condannare Israele per le sue procedure di sicurezza ai posti di blocco, come ad esempio la necessità di perquisire anche la ambulanze.
– Il tentativo di attentato ad opera di una giovane donna di Gaza dimostra ancora una volta nel modo più evidente il cinico e criminale abuso da parte dei gruppi terroristici degli elementi più deboli della società palestinese, come le donne e i bambini.
– Israele aveva passato all’Autorità Palestinese specifiche informazioni di intelligence riguardanti le intenzioni dei terroristi di inviare questa attentatrice. Ma l’Autorità Palestinese non ha fatto nulla per impedire l’attentato. Ciò dimostra ancora una volta l’incapacità o la non volontà dell’Autorità Palestinese di fermare il terrorismo e smantellarne le strutture armate, cosa che peraltro si è impegnata a fare più volte e pubblicamente, sia davanti a Israele che davanti alla comunità internazionale. Se questo attentato avesse avuto successo, sarebbero state infrante tutte le speranze di mantenere la calma necessaria per far avanzare il processo di pace alla vigilia del disimpegno israeliano dalla striscia di Gaza.

(Da: israele.net, MFA, 22.06.05)

Nella foto in alto: In un fermo-immagine ripreso da una telecamera interna del valico di Erez, il momento in cui l’attentatrice palestinese, scoperta dalle guardie israeliane con la cintura esplosiva sotto i vestiti, tenta invano di innescare il detonatore.