Barriera a rilento

Ma le tattiche anti-terrorismo registrano qualche successo. Lo affermano i responsabili della difesa israeliana.

image_222Solo un quarto dei pianificati 720 km di barriera anti-terrorismo è stato edificato ed è operativo, mentre i lavori nella sezione sud-orientale della barriera sono fermi a causa dei ricorsi all’esame dell’Alta Corte di Giustizia. Lo ha detto lunedì alla commissione esteri e difesa della Knesset il col. Netzah Mashiah, a capo del progetto barriera per il ministero della difesa israeliano.
Mashiah ha spiegato che sono stato costruiti 30 km dei 106 della sezione sud-orientale, da Elkana a Camp Ofer, ma i lavori sono bloccati dai ricorsi. Anche l’area di Gerusalemme e la sezione meridionale sono interessate da procedimenti, tanto che il ministero della giustizia non ha nemmeno emesso i permessi per avviare la costruzione. D’altra parte, Mashiah ha detto che la parte settentrionale della barriera, fino a Tirat Zvi, sarà pienamente operativa entro il prossimo agosto.
Il ministro della difesa Shaul Mofaz ha poi comunicato alla commissione che è dal 14 marzo scorso che non si registrano attentati suicidi riusciti, mentre altri sono stati sventati. Secondo Mofaz, gli sforzi nella lotta contro il terrorismo si sono dimostrati efficaci e i lavori per la barriera devono continuare. Mofaz ha affermato che Israele mira a una “piena separazione” dalla striscia di Gaza, e vuole anche disimpegnarsi dalla Philadelphia Route (fra Egitto e striscia di Gaza) appena la cosa sarà fattibile. Anche il trasferimento di coloni israeliani verso blocchi più compatti di insediamenti in Cisgiordania, Galilea e nel Negev – ha aggiunto il ministro della difesa – aiuterebbe il paese.
Mofaz ha poi ribadito quanto detto dal capo di stato maggiore Moshe Ya’alon, e cioè che, a quanto risulta, sono già state introdotte nel Sinai egiziano armi avanzate che attendono solo d’essere contrabbandate all’interno della striscia di Gaza. Mofaz ha affermato che queste armi comprendono, fra l’altro, razzi Katyusha, missili anti-aerei e missili anti-carro.
Un ufficiale dell’intelligence ha detto alla commissione che vi sono almeno dieci o venti trafficanti d’armi nella striscia di Gaza che appartengono alle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese. Stando alle prime indicazioni, dopo le operazioni israeliane il traffico sta cercando di spostarsi in aree diverse da Rafah. Secondo l’intelligence, l’Egitto sta facendo finalmente qualche sforzo in più per contrastare il traffico d’armi verso i terroristi nella striscia di Gaza, ma non è ancora chiaro quanto sia veramente impegnato in questo senso.

(da: Jerusalem Post, 31.05.04)