Basta col doppio gioco palestinese

La smettano di cercare in ogni modo di delegittimare Israele, che tiene in vita l’Autorità Palestinese in Cisgiordania.

Da un articolo di Guy Bechor

image_3086Non mancano, anche qui in Israele, degli ingenui che sono rimasti molto favorevolmente colpiti dalla condanna del massacro a Itamar della famiglia Fogel pronunciata da Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e Salam Fayyad, presidente e primo ministro dell’Autorità Palestinese. Sarebbe invece ora di capire che l’attuale Autorità Palestinese sta giocando una partita contro Israele assai più sofisticata e pericolosa di quella giocata a suo tempo dall’Autorità Palestinese di Yasser Arafat.
Arafat faceva il doppio gioco impegnandosi contemporaneamente sia nel processo diplomatico con Israele, sia nel terrorismo contro di esso. Abu Mazen e Fayyad, invece, hanno capito che il terrorismo contro Israele, per quanto dolore possa infliggere, di fatto rafforza la causa dello stato ebraico, sia all’interno che sul piano internazionale. Quindi sono passati a un gioco più raffinato, impegnandosi contemporaneamente sia (teoricamente) nel processo diplomatico con Israele, sia (concretamente) in una insistente campagna per la sua delegittimazione.
Infatti è l’Autorità Palestinese di Abu Mazen quella che guida la martellante campagna contro la legittimità di Israele alle Nazioni Unite, in ogni altro foro internazionale, e nell’opinione pubblica mondiale. Il prossimo settembre, l’Autorità Palestinese di Abu Mazen vorrebbe imporre a Israele uno stato palestinese indipendente senza negoziato né accordo di pace. Ed effettivamente l’Autorità Palestinese di Abu Mazen sta facendo di tutto per mettere alle corde Israele in ogni occasione possibile, e opera ad ogni livello contro il suo diritto ad esistere.
Quest’opera di delegittimazione, e la doppiezza dell’Autorità Palestinese di Abu Mazen, sono persino più pericolosi dello stesso terrorismo di Hamas, il quale per lo meno, con la sua feroce brutalità, mette in chiaro davanti al mondo da che parte stanno, in questa vicenda, quelli disposti al dialogo e al compromesso e quelli che disposti non lo sono affatto.
È tempo di mettere fine a questo gioco. Chi si impegna in un negoziato di pace non può allo stesso tempo adoperarsi incessantemente contro il diritto ad esistere del suo interlocutore. Cioè, non solo rifiutarsi di riconoscerlo per quello che è (lo stato nazionale del popolo ebraico), ma scalzare il suo diritto ad esistere, metterlo alle corde, coprirlo di insulti e di calunnie ad ogni occasione.
Oggi l’Autorità Palestinese è tenuta in vita da Israele. Se non fosse per la presenza delle Forze di Difesa israeliane in Cisgiordania e per gli arresti, giorno dopo giorno, dei ricercati per terrorismo, questa Autorità Palestinese non esisterebbe più già da un pezzo. Hamas l’avrebbe rovesciata ed eliminata in pochi giorni, come fece nella striscia di Gaza nel giugno 2007, quando gli attivisti di Hamas ammazzarono i loro “fratelli” di Fatah gettandoli dai piani alti degli edifici o mettendoli direttamente al muro. Curiosamente non venne varata nessuna inchiesta internazionale a seguito di quel massacro, così come non verrà formata nessuna commissione d’inchiesta per i massacri di centinaia di loro concittadini ad opera delle autorità in Libia, Egitto, Bahrain, Yemen, e così via un po’ in tutto il Medio Oriente.
Israele non deve accettare il doppio gioco dell’Autorità Palestinese a spese dello stato ebraico, mentre proprio lo stato ebraico tiene in vita l’Autorità Palestinese per essere poi bersaglio delle sue campagne di calunnie e di demonizzazione. E non deve aspettare le mosse a livello internazionale che l’Autorità Palestinese intende fare a settembre. È giunto il momento di esercitare una contro-pressione. In questo preciso momento Israele dovrebbe mettere in chiaro ad Abu Mazen che, se il gioco della delegittimazione andrà avanti, Israele potrebbe cambiare le cose sul terreno: potrebbe ritirarsi completamente dalle aree popolate da palestinesi in Cisgiordania, fissando un nuovo confine anche a costo di rimuovere gli insediamenti isolati. Il mondo loderebbe la mossa; ma così facendo Israele lascerebbe Abu Mazen e compagni alla mercé di Hamas, che non riserverebbe loro il cortese trattamento che ha riservato loro Israele. E non dovrebbe trattarsi solo di una minaccia: il governo dovrebbe attrezzarsi concretamente per muovere in quella direzione, che significherebbe la fine dell’Autorità Palestinese per mano di Hamas, come è avvenuto a Gaza. L’avvertimento dovrebbe essere fatto arrivare ora, ad Abu Mazen e a Fayyad. Che la smettano di cercare di mettere alle corde Israele e Stati Uniti e di chiedere alle Nazioni Unite uno stato proclamato in modo unilaterale (senza negoziato né accordo con Israele), altrimenti ne pagheranno caro le conseguenze. E non serviranno le condanne del massacro terroristico fatte in inglese alla radio israeliana.

(Da: YnetNews, 15.3.11)

Nella foto in alto: 27 febbraio 2011, Tv di Fatah: il gotha della leadership dell’Autorità Palestinese (Mahmoud Abbas-Abu Mazen, presidente; Al-Tayeb Abd Al-Rahim, segretario generale dell’ufficio di presidenza; Yasser Abd Rabbo, segretario generale Olp; Hanan Ashrawi, membro del comitato esecutivo dell’Olp; Ahmad Tibi, parlamentare arabo-israeliano) applaude una canzone che rivendica tutta la terra, con la cancellazione di Israele. Il video con sottotitoli in inglese:

http://www.palwatch.org/SITE/MODULES/videos/pal/videos.aspx?fld_id=latest&doc_id=4775

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