Campagna dodio da Damasco

Chiari accenti anti-ebraici nella retorica di leader e mass-media siriani

image_1597Le polemiche contro gli scavi archeologici davanti alla Porta Mughrabi, all’esterno del complesso del Monte del Tempio hanno scatenato nel mondo arabo una crescente campagna di retorica anti-israeliana che a tratti usa toni e temi esplicitamente antisemiti.
Secondo il capo dell’Intelligence and Terrorism Information Center israeliano, è dalla Siria in particolare che proviene una campagna che “costituisce un ulteriore esempio dell’istigazione anti-ebraica tipica dei mass-media controllati dal governo di Damasco”.
“Il regime siriano – spiega Reuven Erlich, direttore del Centro – non fa alcuna distinzione fra retorica anti-israeliana e retorica antisemita. E i siriani stanno conducendo un’estesa campagna contro gli scavi alla rampa Mughrabi, perseguendo l’obiettivo più vasto di promuovere un’agenda anti-israeliana e anti-sionista davanti al resto del mondo. Nel corso delle settimane in cui gli scavi procedevano, i giornali siriani hanno pubblicato una serie di vignette di carattere antisemita, puntualmente riprese dal sito web di Hamas. I mass-media siriani così come la leadership religiosa a Damasco si sono impegnata in una veemente campagna radio-televisiva contro ebrei e stato di Israele. Ad esempio, in una trasmissione Abdallah Rabih, imam della moschea al-Uthmam di Damasco, ha invocato una “campagna per la liberazione della moschea di al-Aqsa”, sollecitando i siriani a “unirsi e combattere contro Israele ed ebrei”, da lui decritti come un popolo che per sua natura “infrange gli accordi e tradisce Dio e il suo Profeta”.
Erlich cita le parole di Abdallah Rabih: “Questa è la loro religione, e la religione dei loro avi, e questa è la loro storia. Si prendono il nostro sangue, i nostri soldi e la nostra dignità. Gli ebrei sono ebrei, ovunque siano e in qualunque tempo. Il loro odio per la pace è profondamente radicato nella loro anima e nella loro storia, una storia fatta di abuso, aggressione, spargimento di sangue, massacro, occupazione e falsificazione”.
Due settimane fa la televisione ufficiale siriana ha annunciato che Israele aveva distrutto intere parti del Monte del Tempio, notizia che fece scendere per le strade di Damasco migliaia di manifestanti infuriati, con immagini del presidente Bashar Assad e della moschea di al-Aqsa.
Un ministro del governo siriano presente alla manifestazione ha dichiarato a un reporter della televisione che “Gerusalemme è il limite: non permetteremo agli ebrei, che hanno ucciso i profeti, di distruggere anche la moschea di al-Aqsa. Distruggere la moschea è solo l’inizio, dopo di che distruggeranno la Chiesa della Natività e altre chiese”.
Secondo Erlich, la campagna siriana alimenta la violenza contro gli ebrei un po’ dappertutto. Se non viene fatta alcuna distinzione fra ebrei e israeliani, gli ebrei continueranno ad essere incolpati per cose attribuite agli israeliani. “Si tratta di un fenomeno che registriamo da molto tempo – conclude – Accadeva ai tempi di Hafez Assad e accade ora con il figlio Bashar”.

(Da: Jerusalem Post, 19.02.07)

Nella figura in alto: Vignetta pubblicata sul quotidiano siriano Tishreen il 14.02.07: la classica caricatura negativa dell’ebreo stile anni ’30-’40 ritratto mentre scava sotto la Cupola della Roccia di Gerusalemme per farla crollare

Vedi anche:

Anti-Semitic expressions in the Syrian media as part of the false incitement campaign about the earthworks at the Mugrabim Ramp in Jerusalem

http://www.terrorism-info.org.il/malam_multimedia/English/eng_n/html/as_syria_e.htm