Chi rappresenta i cittadini arabi d’Israele?

L’estremismo dei parlamentari arabo-israeliani spiega la diffidenza dei loro concittadini ebrei.

Di Moshe Arens

image_3010L’edizione 2010 del rapporto annuale dell’Israel Democracy Institute “Auditing Israeli Democracy” contiene alcune informazioni interessanti e illuminanti per quanto riguarda l’atteggiamento dei cittadini israeliani ebrei verso i loro concittadini arabi. Tuttavia, benché illuminanti, i risultati del recente sondaggio d’opinione che appaiano nella pubblicazione non sono in realtà sorprendenti: l’86% dei cittadini ebrei d’Israele intervistati ritiene che le decisioni di grande importanza relative allo Stato debbano godere del sostegno di una maggioranza ebraica, e il 62% dei cittadini ebrei d’Israele ritiene che, finché Israele è coinvolto in un conflitto coi palestinesi, le opinioni dei cittadini arabi in materia di sicurezza e di politica estera non debbano essere prese in considerazione.
SI tratta di opinioni che certamente non si conciliano con i canoni di una moderna democrazia dove le idee di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica o religiosa, hanno lo stesso valore nelle elezioni nazionali e nei voti parlamentari su tutte le questioni da decidere. Questa è stata, e continua a essere, la pratica in Israele negli scorsi 62 anni. In passato, quando venivano sottoposte al voto della Knesset questioni relative alla sicurezza o alla politica estera, la maggioranza era generalmente abbastanza ampia da rendere non decisivo il voto dei parlamentari arabi.
Purtroppo, però, è ancora fresco nella memoria degli israeliani il voto di sfiducia alla Knesset sugli accordi di Oslo del 1993: un voto che il governo Rabin probabilmente non avrebbe potuto superare senza il contributo dei deputati arabi. Il che è servì per ricordare a tutti che, in determinate circostanze, il voto arabo poteva rivelarsi determinante.
I sondaggi condotti dall’Israel Democracy Institute indicano dunque che la maggioranza dei cittadini israeliani ebrei non ha realmente assimilato i precetti di base del governo democratico? C’è forse qualcosa che non va, nell’educazione dei nostri giovani, e se solo si mettesse di più l’accento sull’insegnamento dei principi democratici nelle nostre scuole, tale apparente aberrazione nelle opinioni di così tanti nostri concittadini col tempo scomparirebbe?
Prima di arrivare a questa conclusione, proviamo ad ascoltare i discorsi che fanno i parlamentari arabi alla Knesset. Essi, senza eccezioni, sono pieni di ostilità verso lo Stato di Israele in quanto tale, accusano le Forze di Difesa israeliane di crimini di guerra e si schierano coi nemici di Israele: Hezbollah e Hamas. La maggior parte dei cittadini israeliani ebrei, avendo pochi contatti diretti coi loro concittadini arabi, inevitabilmente si formano le loro idea sulle posizioni della popolazione araba d’Israele in base a questi discorsi. Se queste sono le posizioni dei rappresentanti del pubblico arabo, pensano, esse devono per forza riflettere le opinioni degli arabi israeliani. La rivelatrice presenza della parlamentare Hanin Zuabi sulla nave organizzata da un gruppo di terroristi turchi (a sostegno del regime di Hamas a Gaza, lo scorso maggio) e le frequenti visite di deputati arabi israeliani in paesi che sono in stato di guerra con Israele non fanno che rafforzare questa opinione. Si aggiungano le nefande attività del Movimento Islamico Israeliano-Ramo Nord, gemello siamese di Hamas, che predica l’odio verso Israele e prega per la sua distruzione, e si può iniziare a capire come mai molti cittadini ebrei israeliani ritengono che dare agli arabi israeliani l’opportunità di decidere sul futuro di Israele equivalga a commettere un suicidio nazionale. Persino un credo convinto nei principi del governo democratico può non essere sufficiente per neutralizzare tale sensazione.
Il che solleva la questione se la maggioranza dei cittadini arabi israeliani sostenga veramente le posizioni abbracciate dai membri arabi della Knesset.
Giacché la percentuale dei parlamentari arabi è considerevolmente inferiore alla percentuale degli arabi fra gli elettori israeliani, è certo che non tutti gli elettori arabi votano per i deputati arabi: molti distribuiscono i voti sugli altri partiti israeliani.
Ma tutti coloro che effettivamente votano per i partiti arabi si identificano davvero con le loro posizioni, o piuttosto diversi di loro li votano solo per mancanza di alternativa: vale a dire, di un partito arabo che abbia voglia promuovere l’eguaglianza di opportunità per i cittadini arabi israeliani senza farsi sostenitore dei peggiori nemici dello Stato d’Israele? Sembrerebbe esserci lo spazio politico per un tale partito, così come per una maggiore partecipazione araba negli altri partiti israeliani. Ad ogni modo, l’Israel Democracy Institute potrebbe fornire un importante servizio andando a sondare i cittadini arabi israeliani su questi temi.
Nel frattempo ciò che è chiaro è che i parlamentari arabi, con i loro incessanti attacchi contro Israele e il loro sostegno ai nemici d’Israele, stanno rendendo un pessimo servizio alla creazione di un’atmosfera d’armonia fra cittadini arabi ed ebrei; quell’armonia che è invece condizione necessaria per una piena integrazione della popolazione araba d’Israele nel tessuto della società israeliana.

(Da: Ha’aretz, 14.12.10)

Nella foto in alto: le regioni d’Israele con la maggiore presenza di cittadini arabi

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