Ci vorrebbero dei “bufala-detector” per evitare il diffondersi di menzogne e idiozie fra i nemici di Israele

Fare uno “sciopero della preghiera” alla moschea di al-Aqsa per i metal detector senza battere ciglio per il fatto che nella moschea sono state nascoste armi assassine è una forma di bestemmia

Michael Freund, autore di questo articolo

Scrive Michael Freund: «E’ dall’inizio di questa settimana che esponenti politici e religiosi arabi e musulmani cercano di provocare polemiche e violenze, lanciando invettive contro Israele per la decisione di installare metal detector agli ingressi del Monte del Tempio di Gerusalemme. Il Comitato Centrale di Fatah ha indetto nientemeno che una “Giornata della rabbia” a cui ha aderito Hamas da Gaza; esponenti arabi della Città Vecchia hanno denunciato la misura come “un atto di guerra”; il primo ministro dell’Autorità Palestinese Rami Hamdallah l’ha definita una “volgare e pericolosa aggressione”; i fedeli musulmani gridano all’“insopportabile umiliazione”. Tutta retorica. La vera minaccia alla pace non è una misura di sicurezza in più adottata all’ingresso di un luogo santo. La vera minaccia sta negli irresponsabili proclami, sfacciatamente infondati, della dirigenza politica e religiosa palestinese. In effetti, accanto ai metal detector bisognerebbe installare dei nuovi bufala-detector per evitare il diffondersi a profusione di menzogne e idiozie fra i nemici di Israele. Per cominciare, sarebbe doveroso per tutti ricordare che la decisione di installare i nuovi controlli ha fatto seguito all’attentato terroristico di venerdì scorso in cui tre arabi, facendo fuoco con armi ricevute dentro la moschea di al-Aqsa, hanno assassinato due poliziotti israeliani. In altre parole, il luogo che portavoce e rappresentati musulmani proclamano così sacro e intoccabile per la loro fede viene utilizzato per nascondere armi da fuoco e chissà cos’altro, ma questo non sembra scandalizzarli più di tanto. No: lo scandalo sono i metal detector. Invece dovrebbe essere ovvio che attentati come questo rappresentano una minaccia non solo per gli agenti delle forze di sicurezza incaricati di proteggere il sito, ma anche per tutti coloro che lo visitano.

Controlli di sicurezza all’ingresso del Duomo di Milano

Che i palestinesi si oppongano è semplicemente assurdo, giacché i metal detector proteggono tutti coloro che entrano, senza distinzioni. Questa è protezione collettiva, non punizione collettiva come vanno cianciando. E’ esattamente per questo motivo che nel 2011 i sauditi annunciarono il collocamento di rivelatori di metallo ed esplosivi all’ingresso della Grande Moschea della Mecca, il luogo più sacro al mondo per i musulmani. Fawaz Sahafi, all’epoca responsabile della sicurezza della moschea, spiegò a un giornale saudita che “i sofisticati rivelatori di metalli ed esplosivi” erano stati posti alle porte della moschea visitata da milioni di fedeli ogni anno. Se possono essere usati per proteggere le moschee alla Mecca, perché i palestinesi non li vogliono a Gerusalemme? Tanto più che al giorno d’oggi i metal detector sono un elemento onnipresente nella vita di tutti, dagli aeroporti ai centri commerciali fino a luoghi della religione e della cultura. Non crediate di poter salire su un aereo, o assistere a una partita di baseball a New York e di calcio a Madrid, o portare i vostri figli a Disneyland senza passare da un metal detector, e per delle ragioni tanto ovvie quanto perfettamente valide. Da anni sono in funzione metal detector all’ingresso della Grotta dei Patriarchi a Hebron e vi passano attraverso senza problemi fedeli ebrei e musulmani, così come avviene in altri siti religiosi e turistici assai ferquentati in tutto il paese. Ma i palestinesi vogliono farci credere che l’uso di metal detector al Monte del Tempio è per qualche motivo problematico. Anzi, intollerabile: al punto da minacciare violenze e sfracelli.» (Da: Jerusalem Post, 20.7.17)

Reuven Berko, autore di questo articolo

Scrive Reuven Berko: «Quando la polizia israeliana ha installato metal detector agli ingressi del Monte del Tempio per impedire l’introduzione di armi nel luogo santo e sventare futuri omicidi, i leader e i parlamentari arabo-israeliani si sono uniti al Gran Mufti di Gerusalemme Muhammad Hussein e a Hamas nel pretendere che i rilevatori anti-terrorismo vengano rimossi per tornare – dicono – allo status quo. Quale status quo? Quello dei mitra portati dentro la moschea di al-Aqsa per essere consegnati ai terroristi assassini? Le reazioni di questi rappresentanti arabi non hanno nulla di religioso, sono pura macchinazione politica a sostegno del terrorismo, sono l’ennesimo tentativo palestinese di usare una crisi (artificiale) alla moschea di al-Aqsa per alimentare un conflitto tra islam ed ebrei, che a sua volta favorisca i loro sforzi per sradicare Israele. Se, come sostengono i palestinesi, la moschea di al-Aqsa è “in pericolo” a causa degli “ebrei che cercano di profanarla e distruggerla”, perché si oppongono all’installazione di misure di sicurezza attorno alla moschea? Tutti sanno che, se l’attacco terroristico al Monte del Tempio di venerdì scorso non fosse stato soffocato dalla pronta reazione dei poliziotti israeliani, il piano dei terroristi di rifugiarsi dentro la moschea da cui erano usciti armi in pugno avrebbe potuto innescare una escalation dalle conseguenze potenzialmente incalcolabili.

Il terzo terrorista esce dalla moschea al-Aqsa dove gli è stata consegnata da un complice la borsa contenente le armi (clicca l’immagine per il video sul Jerusalem Post)

Probabilmente non è un caso se alla dirigenza palestinese e al Gran Mufti, apatici e indifferenti davanti alla devastazione di tante altre moschee in Medio Oriente, non importa nulla dei potenziali danni alla moschea al-Aqsa. A loro sta benissimo lasciare che il luogo sacro rimanga la possibile scena di attacchi terroristici anche se ne risultasse danneggiato. Anzi, meglio se risulta danneggiato. Non dicono una parola sulla distruzione di moschee e chiese in altre parti del Medio Oriente ma, assurdamente, si scatenano contro i metal detector della moschea al-Aqsa a Gerusalemme, che è il santuario più sicuro e tutelato in Medio Oriente. Non c’è nessuna umiliazione nel passare attraverso un metal detector. Praticamente tutti i luoghi santi del mondo, oggi, sono protetti da metal detector, compresi quelli alla Mecca e Medina, al Vaticano e il Muro Occidentale (“del pianto”) a Gerusalemme. Il fatto che i palestinesi facciano una sorta di “sciopero della preghiera” alla moschea di al-Aqsa per la questione dei metal detector, che sono lì per garantire la sicurezza del luogo santo, senza battere ciglio per il fatto che in quella stessa moschea sono state nascoste e consegnate armi assassine, è una forma di bestemmia.» (Da: Israel HaYom, 20.7.17)

I tre terroristi del mortale attentato di venerdì scorso al Monte del Tempio sono stati aiutati da un complice che ha portato le armi da fuoco all’interno del santuario. E’ quanto risulta dai filmati delle telecamere di sicurezza della Città Vecchia di Gerusalemme diffusi giovedì dalla polizia israeliana. Nei video si vede che i terroristi sono arrivati in autobus da Umm al-Fahm e sono entrati alla spicciolata nella Città Vecchia attraverso la Porta di Erode (sul lato nord delle mura). Il loro complice è entrato più tardi dalla stessa porta, portando una borsa con le armi. Dopo di che sono entrati sulla spianata delle moschee attraverso la Porta di Huta dove uno di loro ha destato sospetti negli agenti di guardia che l’hanno brevemente interrogato, ma lasciato passare perché non c’erano elementi concreti per impedirglielo. Successivamente i quattro sono entrati nella moschea al-Aqsa, dove il complice ha consegnato le armi ai terroristi. Il complice è stato poi filmato mentre lasciava la Città Vecchia senza la borsa, mentre uno dei terroristi è stato filmato mentre usciva dalla moschea al-Aqsa con borsa. I terroristi si sono poi allontanati per cambiarsi d’abito e sono tornati con le armi nascoste sulle loro persone. Il video termina dove iniziano le immagini dell’attacco alle spalle dei poliziotti israeliani già diffuse nei giorni scorsi. I filmati sembrano confermare che l’attentato non sarebbe stata possibile se vi fossero stati controlli con metal detector. (Da: YnetNews, Times of Israel, israele.net, 20.717)

 

Si veda anche:

Il più grave problema in Medio Oriente? I metal detector agli ingressi del Monte del Tempio

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