Civili palestinesi morti a Gaza: l’inchiesta posegue

Israele: i palestinesi non cooperano alle indagini

image_1253Le Forze di Difesa israeliane hanno dichiarato sabato che i palestinesi non stanno cooperando nelle indagini sull’incidente che ha provocato la morte di sette civili palestinesi venerdì sera sulla spiaggia di Gaza.
Secondo le fonti militari israeliane, i palestinesi non comunicano informazioni preziose circa l’esatto luogo e orario dell’esplosione. L’esercito sta indagando sull’ipotesi che un colpo d’artiglieria sia andato fuori mira per qualche motivo e per questo ha chiesto ai palestinesi dati specifici che possono aiutare ad arrivare a valide conclusioni.
Va ricordato che in tutti questi anni i palestinesi si sono sempre sistematicamente rifiutati di comunicare informazioni esatte dopo incidenti di questi tipo in cui erano riamasti coinvolti civili palestinesi, rendendo molto più difficili le indagini della polizia militare israeliana. “Vi sono stati vari casi in cui le Forze di Difesa israeliane hanno chiuso le indagini sebbene fosse chiaro che se i palestinesi avessero fornito certe informazioni il quadro delle cose sarebbe potuto essere assai diverso – spiegano le fonti militari – In questo caso, non abbiamo informazioni specifiche circa il tipo di lesioni riportate dai palestinesi coinvolti nell’incidente, il che rende molto difficile farsi un quadro chiaro dell’accaduto”.
Le indagini non escludono a priori la possibilità che l’incidente possa essere stato il tragico risultato di un missile Qassam vagante, lanciato da terroristi palestinesi: “Ci sono già stati casi del genere nel recente passato, ed anche altri casi in cui un ordigno inesploso è scoppiato mentre veniva maneggiato da palestinesi. Per questo l’indagine deve esaminare ogni eventualità”, dicono le fonti.
In precedenza il comandante israeliano della zona sud Yoav Galant aveva affermato che l’incidente ha avuto luogo in una zona molto vicina all’area dove sorgeva l’ex insediamento di Dugit, un’area spesso usata da cellule terroristiche per lanciare Qassam verso Israele. “Venerdì non abbiamo fatto fuoco verso quella zona della spiaggia di Gaza – ha affermato Galant – per cui potrebbe essere stato un colpo d’artiglieria fuori mira. Dobbiamo anche considerare la possibilità che l’esplosione sia stata causata da palestinesi, che potrebbero aver causato lo scoppio di un ordigno o di un proiettile inesploso”.
Il ministro della difesa israeliano Amir Peretz ha fatto pervenire al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) un messaggio personale in cui esprime profondo rincrescimento per l’esplosione di venerdì sulla spiaggia di Gaza che ha ucciso sette palestinesi. Peretz ha detto che la Difesa israeliana farà tutto il possibile per evitare che incidenti di questo genere abbiano a ripetersi in futuro ed ha offerto l’assistenza israeliana ai palestinesi colpiti. Adam Ralia, il bambino palestinese di nove anni rimasto ferito nell’esplosione, è stato trasferito sabato nell’ospedale Soroka di Beer Sheva (Israele), accompagnato da uno zio, per ricevere cure più adatte.
Il ministro della difesa ha anche sottolineato che le cellule di terroristi che lanciano continuamente missili Qassam contro Israele (80-90 Qassam al mese da quando Israele si è ritirato completamente dalla striscia di Gaza la scorsa estate) costituiscono la vera causa della tensione e delle reazioni militari israeliane, aggiungendo che si aspetta che l’Autorità Palestinese agisca per porre fine a tali lanci. “Ho pregato Abu Mazen di fare di tutto per impedire un’escalation – ha detto Peretz – Noi non vogliamo nessuna escalation; questo è un ministero della difesa che considera quella della pace l’unica via. Abbiamo il dovere assoluto di proteggere i cittadini di Israele – ha aggiunto il ministro – e ammetto che talvolta dobbiamo assumerci dei rischi quando pianifichiamo e realizziamo le nostre operazioni; ma qui si tratta di un incidente molto grave, che dovrà essere indagato a fondo”.
Per tutta la giornata è continuata l’inchiesta israeliana sull’incidente, guidata dal gen. Aviv Kohavi. Secondo Kohavi, la zona dove è stata colpita la famiglia palestinese era stata effettivamente usata nei mesi scorsi da cellule terroristiche e lanciatori di Qassam. “Sono zone completamente aperte, verso le quali indirizziamo i tiri di artiglieria”.
Sabato sera Kohavi ha confermato che, allo stato attuale delle indagini, l’esercito considera due possibili spiegazioni per l’esplosione: la prima, che sia stata causata da un colpo di una batteria israeliana posizionata a nord della striscia di Gaza; l’altra, che possa trattarsi di un incidente fra palestinesi. Pur non volendo entrare nei dettagli, Kohavi ha lasciato intendere che i palestinesi stessi potrebbero in qualche modo aver causato l’esplosione. “Stiamo indagando in tutte le direzioni – ha affermato – Abbiamo chiesto informazioni ai palestinesi, ma non abbiamo ottenuto nessuna cooperazione”.
Fonti delle Forze di Difesa israeliane hanno detto sabato che, anche nel caso venisse confermato che la morte dei sette civili sia stata provocata dall’artiglieria israeliana, il colpo sarebbe caduto in una di quelle aree aperte (non edificate) dove i palestinesi sanno che i movimenti sono banditi. Pertanto, dicono le fonti militari, si tratterebbe di un tragico effetto delle guerra in corso, imposta dai lanci di Qassam. In ogni caso, l’esercito desidera indagare fondo l‘accaduto, anche per trarne conclusioni per il futuro.
Il capo di stato maggiore Dan Halutz ha espresso sabato il profondo rincrescimento delle Forze di Difesa israeliane, ma ha aggiunto che “esprimere rincrescimento non implica che ce ne assumiamo la responsabilità: continueremo a indagare, e saremmo lieti di poter contare sulla cooperazione dei palestinesi nelle indagini”.
Halutz ha anche sottolineato che Israele “continuerà ad usare il fuoco d’artiglieria e a prendere di mira lanciatori e fabbricatori di Qassam. Faremo ogni sforzo possibile per non colpire civili, ma non staremo comunque con le mani in mano mentre cellule terroristiche continuano a lanciare missili Qassam contro di noi”.

(Da: YnetNews, 10.06.06)

Nella foto in alto: Aviv Kohavi, guida le indagini sull’esplosione di venerdì sulla spiaggia di Gaza