Come a Hollywood, ma non è un film

Barak è tornato alla difesa, e si sente

Da un articolo di Yaakov Katz

image_1824Sembra quasi un film di Hollywood: soldati comuffati da miliziani di Hamas che arrestano un capo terrorista di Hamas dopo che questi si è fermato in mezzo alla strada, nella parte sud della striscia di Gaza, quando un “vecchio” che si appoggiava al bastone è collassato davanti alla sua auto.
Se i resoconti di fonte palestinese corrispondono al vero, le forze d’élite israeliane devono essere penetrate in profondità nel cuore di Rafah, venerdì notte, per catturare Mohawah al-Qadi, un capo dell’ala armata di Hamas nonché comandante delle Forze Esecutive, verosimilmente collegato al sequestro l’anno scorso del soldato israeliano Gilad Schalit.
Secondo le fonti palestinesi, Qadi è stato poi trasportato dalle forze israeliane nell’aeroporto abbandonato di Dahiniye, dove è stato prelevato da un elicottero e trasferito in Israele.
Se i dettagli dell’operazione sono avvincenti, ancor di più lo è la scelta del momento. La supposta cattura ha avuto luogo due notti dopo che, stando a quanto denunciato da Damasco, caccia israeliani sono penetrati nello spazio aereo siriano, superando il muro del suono a bassa quota presso il confine con la Turchia [un comportamento che ha fatto scrivere ad Alex Fishman, su YnetNews: “E’ difficile sottrarsi alla sensazione che quei jet abbiano fatto di tutto per essere scoperti”].
Benché non sia ancora chiaro cosa sia esattamente accaduto nei cieli della città costiera di Latakia, sempre ammesso che qualcosa sia veramente accaduto, i supposti sorvoli sulla Siria così come il presunto arresto del capo terrorista hanno una cosa in comune: sono entrambe operazioni coperte da segreto, il tipo di operazioni potenzialmente capaci di ripristinare la forza deterrente di Israele agli occhi dei suoi nemici.
Gerusalemme ha finora evitato di commentare ufficialmente i due fatti, preferendo in entrambi i casi lasciare il pubblico all’oscuro. Il primo ministro israeliano Ehud Olmert, pur elogiando “l’inusuale coraggio e l’incessante attività” delle Forze di Difesa, ha tenuto a precisare domenica, durante la riunione settimanale del governo, che “la natura di queste attività è tale per cui non è sempre possibile divulgarne i dettagli”.
Evitando di rivelare ciò che in entrambi i casi è trapelato, Israele non mostra né paura né debolezza: dimostra invece quella fiducia in se stesso che prova ai suoi nemici che le Forze di Difesa israeliane sono in grado di colpire a distanza e che, per dirla con le parole di Olmert, “chiunque sponsorizzi i terroristi verrà colpito e lo raggiungeremo ovunque si trovi”.
L’ultima volta che, a quanto si sa, Israele ha catturato un terrorista di alto rango collegato al sequestro di un soldato fu nel 1994, quando Mustafa Dirani, ex alto ufficiale del gruppo sciita libanese Amal che si riteneva tenesse allora in ostaggio il co-pilota israeliano Ron Arad, venne catturato da un commando israeliano nella sua casa in Libano. [Dirani rivelò poi agli investigatori che aveva “ceduto” l’ostaggio alla milizia Hezbollah e alle Guardie Rivoluzionarie iraniane in cambio di 300.000 dollari. Il 29 gennaio 2004 Dirani, insieme ad altri 22 detenuti libanesi e 400 detenuti palestinesi, venne scarcerato in cambio della restituzione a Israele dell’ostaggio Elchanan Tenenbaum e dei corpi di tre soldati uccisi in Libano].
All’epoca dell’arresto di Dirani, il capo di stato maggiore israeliano era Ehud Barak: lo stesso Barak che la scorsa settimana, nella sua attuale qualità di ministro della difesa, deve aver dato luce verde ad entrambe le operazioni “coperte”, in Siria e striscia di Gaza.
Già comandante delle unità speciali israeliane Sayeret Matkal [celebre una sua foto, camuffato da tecnico aeroportuale, mentre partecipa alla liberazione degli ostaggi su un aereo Sabena dirottato da terroristi palestinesi a Lod nel 1972, e il suo ruolo in un’ardita operazione contro capi terroristi a Beirut nel 1973].
Barak vanta una notevole esperienza in fatto di operazioni coperte “creative”, condotte dietro le linee nemiche. Da quando è tornato alla guida del ministero della difesa, due mesi e mezzo fa, la sua impronta si è subito fatta sentire su molti recenti sviluppi delle Forze di Difesa israeliane.

(Da: Jerusalem Post, www.israele.net, 10.09.07)

Nella foto in alto: La celebre immagine del 1972 di Ehud Barak, in tuta bianca e pistola alla mano, in piedi su un’ala dell’aereo Sabena dirottato all’aeroporto di Lod (Tel Aviv) da terroristi palestinesi, mentre dirige lo sgombero degli ostaggi dopo la riuscita irruzione contro i terroristi.