Come Israele cerca di evitare vittime innocenti

Usati tutti i canali disponibili per fermare il convoglio australiano

image_1326La mattina di venerdì 28 luglio – si legge in un comunicato delle Forze di Difesa israeliane – verso le 10.30 del mattino (ora locale), le Forze di Difesa israeliane venivano contattate dall’ambasciata australiana in Israele allo scopo di garantire il passaggio sicuro a un convoglio di giornalisti e cittadini stranieri da Tiro al villaggio di Yarun. Il convoglio era in viaggio per raccogliere dei cittadini locali nel Libano meridionale e portarli a Tiro.
Le Forze di Difesa israeliane si trovavano nell’impossibilità di coordinare il passaggio del convoglio per quello stesso giorno, perché la richiesta era pervenuta troppo tardi. A quel punto le Forze di Difesa israeliane chiedevano che il convoglio non partisse e concordasse una data e orario successivi per il passaggio, sottolineando che in quel momento erano in corso duri combattimenti nell’area e che attraversarla era troppo pericoloso.
Nonostante l’avvertimento, e la richiesta delle Forze di Difesa di non far partire il convoglio, il convoglio partiva da Tiro e si incamminava verso sud alla volta di Naqoura, da dove aveva in programma di dirigersi a est verso Remish e Yarun, nei pressi della località Bint Jbeil, in quel momento teatro di violentissimi e incessanti combattimenti.
Un rappresentante del ministero degli esteri israeliano contattava allora l’ambasciata australiana in Israele e metteva in chiaro che le Forze di Difesa israeliane non erano in condizione di garantire la sicurezza del convoglio, chiedendo che l’ambasciatore stesso lo facesse rientrare con la massima urgenza. Nel frattempo, il comando settentrionale delle Forze di Difesa israeliane contattava le forze dell’Onu chiedendo che anche loro avvertissero i membri del convoglio di non avanzare ulteriormente giacché stavano dirigendosi in un’area teatro di pesanti combattimenti, mettendo in grave pericolo se stessi e chi viaggiava con loro.
Il convoglio continuava invece ad avanzare, raggiungendo il villaggio di Remish. A quel punto veniva nuovamente contattata l’ambasciata australiana, sollecitandola ancora una volta a richiamare il convoglio. Partito da Remish, il convoglio invertiva finalmente la marcia quando, nella zona di Naqoura, un colpo probabilmente di mortaio cadeva molto vicino ai veicoli. Nonostante ciò che è stato detto dai mass-media, non vi sono indicazioni sicure che si trattasse di un colpo delle Forze di Difesa israeliane.
Due uomini restavano feriti e uno dei veicoli usciva di strada, causando il ferimento dei due giovani a bordo.
Le Forze di Difesa israeliane smentiscono nel modo più categorico che il convoglio sia stato in qualunque modo preso di mira, sottolineando anzi come siano stati utilizzati tutti i canali disponibili per avvertire coloro che guidavano il convoglio che, insistendo a viaggiare senza coordinamento, stavano mettendo in serio pericolo se stessi e le forze operative nella zona. Va ricordato che, nei due giorni precedenti, altri convogli avevano coordinato in anticipo i loro orari e percorsi con le Forze di Difesa israeliane lungo quello stesso itinerario ed erano passati senza che si verificasse alcun incidente”.

(Da: IDF Spokesman, 28.07.06)

Nella foto in alto: Mohammed Haddad, autista libanese della troupe tv tedesca di Channel N24, ferito nell’incidente del convoglio di venerdì 28 luglio, e curato nella sede Unifil di Naqoura.