Come l’Onu ha stravolto il 29 novembre

Ma il 29 novembre 1947 la spartizione votata dallOnu fu accettata dagli ebrei e respinta dagli arabi.

image_987Nelle scuole d’Israele si insegna che il 20 novembre 1947 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, approvando la fine del governo mandatario britannico sulla Terra d’Israele, votò una risoluzione che proponeva la spartizione del paese in due stati, uno ebraico e uno arabo. Gli ebrei d’Israele festeggiarono la decisione, mentre gli arabi la respinsero totalmente.
Tuttavia, alcuni anni fa, in spregio dei fatti storici, grazie alla maggioranza automatica garantita da stati arabi, stati musulmani e cosiddetti non-allineati, 191 paesi membri dell’Onu hanno deciso di trasformare questa data in una giornata di celebrazione della posizione palestinese.
Nonostante il miglioramento delle relazioni fra Onu e Israele di questi ultimissimi anni, espressa fra l’altro dalla decisione di istituire un giorno ufficiale per la memoria della Shoà e dall’accettazione del rappresentante israeliano Danny Gillerman come uno dei vice presidenti dell’Assemblea, evidentemente l’Onu rimane un organismo ostile a Israele. Sono almeno una ventina le commissioni Onu dedicate alla questione palestinese che vengono gestite in aperta ostilità verso Israele.
E’ così che il 29 novembre è stato trasformato in una giornata di celebrazioni Onu della posizione palestinese, con un intero programma di eventi al massimo livello, tutti volti a “suscitare simpatia” per la visione palestinese. Le manifestazioni si chiudono con una sessione dell’Assemblea Generale specificamente convocata per discutere “La questione della Palestina” sulla base di un rapporto del Comitato per l’Esercizio degli Inalienabili Diritti del Popolo Palestinese, per poi parlare del Medio Oriente in generale. Anche quest’anno le cose non sono cambiate.
“Non intendo prendere parte a nessuno di questi eventi – ha dichiarato l’ambasciatore israeliano Gillerman – I palestinesi hanno stravolto il significato storico del 29 novembre, mettendolo al servizio del loro arbitrio”.
Gillerman ha spiegato che, a differenza degli anni scorsi, non avrebbe presenziato nemmeno alla sessione speciale dell’Assemblea Generale di martedì. “Non parteciperò a questa sceneggiata, che si ripete ogni anno in modo acritico e rituale. I rappresentanti arabi e musulmani non fanno che riempire l’aula dell’Assemblea Generale con menzogne e calunnie. Lascerò che diano voce alle loro lagnanze, dimostrando al mondo quanto sono bloccati nella demagogia del passato con i loro discorso deprimenti. Quando la sessione passerà a parlare del Medio Oriente, intendo prendere la parola per dire qualcosa su come il 29 novembre è stato sequestrato e trasformato in una giornata di faziosità palestinese. Dirò che è ora che l’Assemblea Generale diventi capace di dare espressione a quella che è la realtà sul terreno e ai importantisssimi cambiamenti che sono in atto nella regione”.

(Da. YnetNews, 29.11.05)

Nella foto in alto: l’ambasciatore israeliano Danny Gillerman