“Come medico palestinese che ha lavorato per otto anni all’ospedale di Beersheba…”

Dieci mesi di Medio Oriente nelle parole dei protagonisti

A cura di M. Paganoni per Nes n. 6, anno 17 - luglio-agosto 2005

image_809Breve antologia di citazioni di personaggi noti e meno noti

“La notizia che due scienziati israeliani hanno preso il Nobel della chimica deve farci riflettere. Mentre gli israeliani costruiscono il loro futuro con i Nobel, il mondo arabo riempie il suo futuro di attentatori suicidi. Gli arabi si sono sempre cullati nella fantasia di poter gettare gli ebrei in mare. Gli accordi di Oslo hanno svelato un Israele disponibile e palestinesi fraudolenti. Di nuovo abbiamo visto leader arabi montare una campagna di menzogne per distogliere l’attenzione dalla nostra oppressione. Noi popoli del Medio Oriente abbiamo toccato il fondo, e neanche lo sappiamo. A causa dei nostro regimi repressivi, che non ci lasciano pensare, non abbiamo speranza né futuro, e certamente nessun premio Nobel in vista”.
Farid Ghadry, presidente partito riformista siriano (17.10.04).

“La morte di Yasser Arafat può significare l’inizio di una nuova era. Spero che la dirigenza palestinese si avvii su una nuova strada, che ponga fine a violenza e terrorismo. Se lo faranno, troveranno in Israele un volenteroso interlocutore per la pace”.
Presidente d’Israele Moshe Katsav (11.11.04)

“Se la nuova dirigenza palestinese si adopererà per combattere il terrorismo, allora potremo pensare di coordinare con loro aspetti del dopo-ritiro dalla striscia di Gaza”.
Ministro esteri Silvan Shalom (13.11.04)

“Abbiamo giurato che non avremo pace finché non otterremo il diritto del nostro popolo al ritorno. Resteremo fedeli al sogno per cui è vissuto Arafat”.
Presidente dell’Olp Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen (24.11.04).

“Sono fortunato ad essere nato israeliano, e sono fiero di esserlo”.
Azzam Azzam, uomo d’affari arabo-israeliano della comunità drusa, scarcerato dopo 8 anni di detenzione in Egitto per accuse di spionaggio (5.12.04).

“Un silenzio assordante regna in tutto il mondo arabo sull’orrendo crimine che viene perpetrato da fratelli arabi in Sudan”.
Abu Khawla, già presidente tunisino di Amnesty International (28.12.04)

“E’ l’unico processo democratico che ha luogo in un paese arabo. I palestinesi stanno aprendo la strada”.
Vice primo ministro Ehud Olmert a proposito delle elezioni presidenziali nell’Autorità Palestinese (9.01.05)

“Fui portata qui, nuda ragazzina 16 anni. Portarono qui la mia famiglia e la bruciarono. Rubarono il mio nome e mi diedero un numero. Oggi ho un paese, ho un esercito, ho un presidente, ho una bandiera: non accadrà mai più”.
Merka Shevach, sopravvissuta alla Shoà, durante la cerimonia per il 60esimo anniversario della liberazione di Auschwitz (27.01.05)

“Il popolo dell’Iraq ha parlato al mondo e il mondo ha udito la voce della libertà dal cuore del Medio Oriente. Terroristi e sovversivi continueranno la loro guerra contro la democrazia, e noi continueremo a sostenere il popolo iracheno contro di loro”.
Presidente Usa George W. Bush all’indomani delle elezioni irachene (31.01.05).

“Il 2005 è iniziato con grandi opportunità per tutti i popoli del Medio Oriente, in primo luogo israeliani e palestinesi. Non dobbiamo perdere queste occasioni. Dobbiamo annunciare, qui, che la violenza non vincerà. Solo sconfiggendo terrorismo e violenza, si potrà edificare la pace. Ai nostri vicini palestinesi garantisco che siamo animati da genuina volontà di rispettare i loro diritti di indipendenza e dignità, e che non abbiamo nessun desiderio di continuare a governarli. Dimostrate di avere la forza e il coraggio per fare un compromesso e vivere in pace, fianco a fianco, nel reciproco rispetto”.
Primo ministro Ariel Sharon al summit di Sharm el-Sheikh (9.02.05)

“Abbiamo concordato col primo ministro Sharon la fine di tutti gli atti di violenza contro israeliani e palestinesi, dovunque si trovino. È l’attuazione della prima parte della Road Map, un passo importante che può facilitare la ripresa del processo politico e le possibilità di arrivare alla pace”.
Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) al summit di Sharm el-Sheikh (9.02.05)

“La Siria mantiene una notevole presenza militare e di intelligence in Libano in violazione della risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza. Il popolo libanese deve essere libero di esprimere le proprie scelte politiche e i propri rappresentanti, senza intimidazioni né violenze”.
Portavoce dipartimento di stato Usa Richard Boucher dopo l’assassinio del primo ministro libanese Rafik Hariri (16.02.05)

“Se fossi un leader d’Israele e sentissi le dichiarazioni degli ayatollah al potere a Teheran, mi preoccuperei molto per la possibilità che l’Iran possa dotarsi di armi nucleari”.
Presidente Usa George W. Bush (22.02.05)

“Non vi sarà nessun progresso diplomatico, ripeto, nessun progresso diplomatico finché i palestinesi non agiranno con vigore per spazzare via i gruppi terroristi e le loro strutture dal loro territorio”.
Primo ministro Ariel Sharon dopo l’attentato suicida palestinese alla discoteca Stage di Tel Aviv (26.02.05)

“Emergendo da questo museo e vedendo il cielo di Gerusalemme, un ebreo torna a respirare e si sente a casa. Sente la drammatica differenza fra vivere nel proprio paese ed essere solo e indifeso. Sente che Israele è l’unico posto al mondo dove il popolo ebraico può difendersi, il che significa che non subirà mai più un’altra Shoà”.
Primo ministro Ariel Sharon all’inaugurazione del nuovo museo storico di Yad Vashem (16.03.05)

“Ai gruppi terroristici serve un periodo di calma per riorganizzarsi e riarmarsi prima di riprendere lo scontro, senza rinunciare ai loro obiettivi strategici. Finché non vediamo i gruppi disarmati e Abu Mazen impegnato a far rispettare una sola autorità e una sola legge, non possiamo considerare finita questa guerra”.
Capo di stato maggiore Moshe Ya’alon (18.03.05)

“Hamas controlla la sua ala militare e può imporre la disciplina ai suoi uomini. Per Hamas questo periodo di calma è una tattica della lotta armata, mentre per l’Autorità Palestinese è un’alternativa alla lotta armata. Senza lotta armata i negoziati non servono a niente. Hamas diverrà un’entità politica solo dopo la nascita di uno stato palestinese, ma non accetterà i confini d’Israele come definitivi”.
Capo di Hamas Khaled Mashal (30.03.05)

“Bisogna tenere conto dei cambiamenti sul terreno. Non è realistico aspettarsi che il risultato dei negoziati per lo status definitivo sia un ritorno totale e completo alle linee d’armistizio del 1949. Una soluzione concordata, equa e realistica della questione dei profughi palestinesi dovrà essere trovata nella creazione di uno stato palestinese e nell’insediamento di profughi palestinesi in esso anziché in Israele”.
Presidente Usa George W. Bush, dopo incontro con il primo ministro israeliano Sharon alla Casa Bianca (11.04.05)

“Il nostro popolo non dimenticherà mai il crimine commesso in questo giorno contro il nostro popolo”.
Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) nel 57esimo anniversario dell’indipendenza d’Israele (15.05.06)

“Concordiamo sulla necessità di insistere affinché si continui a lavorare insieme nella ricerca della conoscenza, a beneficio delle nostre popolazioni e per la promozione di pace e giustizia in Medio Oriente. La nostra contrarietà e condanna per ogni atto di boicottaggio accademico e di discriminazione contro studiosi e istituzioni si fonda sui principi di libertà accademica, diritti umani ed eguaglianza fra nazioni e individui”.
Dichiarazione congiunta dei rettori dell’Università Ebraica di Gerusalemme, Menachem Magidor, e dell’università palestinese Al-Quds, Sari Nusseibeh, dopo il boicottaggio di università israeliane deliberato (e poi revocato) dall’Associazione dei Docenti Universitari Britannici (19.05.05)

“L’Autorità Palestinese deve far avanzare riforme democratiche e smantellare tutte le reti terroristiche interne alla sua società. Gli stati arabi devono porre fine all’istigazione nei loro mass-media, agli aiuti al terrorismo, all’istruzione estremista, e stabilire relazioni normali con Israele”.
Segretario di stato Usa Condoleeza Rice (23.05.06)

“L’intero nord della Palestina occupata (Israele) con tutte le sue città, fabbriche, fattorie e campi coltivati, è nella gittata delle armi dei combattenti islamici. Taglieremo le mani a chiunque cerchi di disarmarci”.
Capo Hezbollah Hassan Nasrallah (26.05.05)

“Chiunque si dedichi al terrorismo è nemico dello stato palestinese. Saremo al vostro fianco quando combatterete la corruzione. L’imminente disimpegno d’Israele da Gaza e parte della Cisgiordania offre l’opportunità di gettare le basi per un ritorno alla Road Map”.
Presidente Usa George W. Bush, al presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), promettendo aiuti diretti per 50 milioni di $ (27.05.05)

“Quartier generale e varie strutture di Hamas e di altri gruppi sono ancora in Siria, e sono gruppi sostanzialmente diretti da Damasco. La Siria resta il fulcro di un sacco di problemi”.
Segretario di stato Usa Condoleeza Rice (10.06.05)

“Lo smantellamento dei gruppi armati non è in agenda, perché il possesso delle armi è legale finché c’è l’occupazione”.
Ministro esteri palestinese Nasser Al Kidwa (12.06.05)

“L’Autorità Palestinese deve assumere il controllo di tutte le armi che circolano nei territori sotto la sua responsabilità”.
Vice primo ministro Shimon Peres (12.06.05)

“Gaza non è la Palestina, Gaza è parte della Palestina. E dove c’è occupazione della terra dei palestinesi, noi combatteremo fino alla fine dell’occupazione. Non c’è problema con una soluzione passo dopo passo al conflitto arabo-israeliano. Possiamo accettare oggi Gaza e Cisgiordania e, in futuro, tutta la Palestina”.
Portavoce di Hamas Sami Abu Zahri (13.06.05)

“Per 60 anni il mio paese, gli Stati Uniti, ha perseguito la stabilità in Medio Oriente a spese della democrazia, e non abbiamo ottenuto né l’una né l’altra. Ora abbiamo intrapreso un nuovo corso: sosteniamo le aspirazioni democratiche di tutti i popoli. Oggi in alcuni paesi del Medio Oriente inizia a dispiegarsi il lungo, promettente processo di cambiamento democratico. In tutto il Medio Oriente la paura delle libere scelte non deve più giustificare la negazione della libertà”.
Segretario di stato Usa Condoleeza Rice (20.06.05)

“Come medico palestinese che ha lavorato per otto anni al Soroka Hospital di Beersheba, sono indignato per il cinico tentativo di realizzare al suo interno un attentato suicida da parte di una giovane donna palestinese. Gli ospedali israeliani non hanno mai smesso di dare assistenza ai palestinesi di Cisgiordania e Gaza anche nei momenti peggiori dell’intifada”.
Dott. Izzeldin Abuelaish, ostetrico-ginecologo originario del campo palestinese di Jabalya, striscia di Gaza (20.06.05)

“E’ chiaro che non possiamo garantire una maggioranza ebraica in ogni parte della Terra d’Israele, e che non abbiamo alcun desiderio di governare su milioni di palestinesi. Ci ritiriamo dalla striscia di Gaza, un’area nella quale non c’è possibilità di creare una maggioranza ebraica e che in nessun accordo finale farà parte dello stato di Israele. Contemporaneamente siamo impegnati a garantire la nostra esistenza in aree più importanti: la Galilea, il Negev, la zona di Gerusalemme, i blocchi di insediamenti, le aree strategiche. Il futuro immediato non sarà facile. Ritirarsi dalla striscia di Gaza è difficile e doloroso per tutti. Sono vigile di fronte ai tentativi di una piccola minoranza che infrange la legge e intende usare la forza contro i nostri soldati e le nostre forze di sicurezza. Essa non rappresenta tutti i coloni. Bisogna ricordare che gli appelli alla disobbedienza dei soldati e i tentatavi di stravolgere la vita degli israeliani sono atti che mettono a repentaglio l’esistenza di Israele come paese ebraico e democratico. Tutti, indipendentemente della nostre opinioni, dobbiamo opporci a questi comportamenti incivili”.
Primo ministro Ariel Sharon (28.06.05)

“Ripeto per la millesima volta che il disimpegno verrà attuato secondo il calendario fissato da Knesset e governo. Mi dispiace per coloro che coltivano false speranze, ma a metà agosto Israele avvierà lo sgombero della striscia di Gaza e della Samaria settentrionale. Il governo ha approntato soluzioni alternative per tutti coloro che dovranno sgomberare, e gli indennizzi sono lì che aspettano”.
Primo ministro Ariel Sharon (5.07.05)

“In questi momenti siamo tutti uniti con loro. A parte questo, bisogna ricordare che noi per anni abbiamo ripetuto che, purtroppo, il terrorismo non è un problema solo di Israele. Abbiamo ripetuto che prima o poi il terrorismo avrebbe potuto colpire qualunque paese del mondo che sia libero, democratico e aperto”.
Ministro esteri Silvan Shalom nell’esprimere la solidarietà d’Israele alla popolazione britannica colpita dagli attentati a Londra (7.07.05)

“Questo è un crimine contro il popolo palestinese e coloro che vi stanno dietro operano contro gli interessi del popolo palestinese: si comportano da idioti. Non c’è palestinese ragionevole che possa fare una cosa del genere nel momento in cui Israele si sta ritirando gli insediamenti dalla striscia di Gaza per poi passare alla Cisgiordania”.
Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a proposito dell’attentato suicida a Netanya (12.07.05)

“Chi dice che i nostri missili danneggiano gli interessi dei palestinesi? La storia dimostra che i missili fanno gli interessi dei palestinesi. Sono i missili che hanno obbligato Israele a ritirarsi dalla striscia di Gaza e sono loro che in futuro porranno fine all’occupazione. La lotta armata, non il negoziato, ha portato al ritiro da Gaza”.
Leader di Hamas Mahmoud Zahar, dopo incontro con l’inviato egiziano Mustafa Buhairi che gli chiedeva di contenere l’ondata di attacchi anti-israeliani (19.07.05)

“Mi aspetto che il sindaco di Londra ascolti le reazioni suscitate dalle sue dichiarazioni fra i leader del suo governo, che chiarisca le sue parole e che presenti le sue scuse. Hamas è una organizzazione responsabile dell’assassinio di migliaia di israeliani, votata alle stragi e alla distruzione di Israele”.
Primo ministro Ariel Sharon, commentando l’intervista in cui il sindaco di Londra Ken Livingstone aveva giustificato il terrorismo anti-israeliano sostenendo che Hamas e governanti israeliani “sono due facce della stessa medaglia” (24.07.05)

Nella foto in alto: il dott. Izzeldin Abuelaish (al centro) con i colleghi del Soroka Medical Center di Beersheba.