Come sorprendersi per la ferocia dell’ISIS se il mondo premia il terrorismo?

Riscatti, scarcerazioni, legittimazione politica: il terrorismo purtroppo funziona

Di Alan Dershowitz

Alan Dershowitz, autore di questo articolo

Alan Dershowitz, autore di questo articolo

La comunità internazionale sembra essere stata colta alla sprovvista dalla brutalità dell’ISIS. La decapitazione in video di ostaggi occidentali, l’uccisione a sangue freddo di molti cristiani e musulmani e il diffuso sostegno per questi spietati assassini hanno preso il mondo di sorpresa. E invece avremmo dovuto aspettarci tutto questo, perché da mezzo secolo la comunità internazionale sta premiando proprio il tipo di comportamento dell’ISIS che ora condanniamo. Per dirla in breve, il terrorismo si è dimostrato una tattica di successo. Semplicemente, funziona. Questo è il motivo per cui l’ISIS lo pratica alla grande. Questo è il motivo per cui lo pratica al-Qaeda. Questo è il motivo per cui lo pratica Boko Haram. Questo è il motivo per cui lo praticano i talebani. E questo è il motivo per cui lo pratica Hamas.

Si mettano a confronto la visibilità e il successo di gruppi che utilizzano il terrorismo come tattica principale per promuovere le loro pretese, con quelle di gruppi che hanno rivendicazioni equiparabili ma che rifiutano il terrorismo. Hamas è più popolare che mai fra i palestinesi dopo il rapimento e assassinio di tre studenti israeliani, il feroce massacro della famiglia Fogel nell’abitazione di Itamar e il largo uso di missili e tunnel contro i civili usando i civili come copertura. Lo stesso vale per Hezbollah. Ora arriva l’ISIS, che sta rapidamente diventando il gruppo terrorista prediletto dagli estremisti delusi, perché la sua brutalità domina le prime pagine. Si mettano a confronto questi successi con quelli del popolo tibetano, che non è riuscito a conseguire alcun progresso nel suo tentativo di porre fine a un’occupazione che oltretutto è più lunga di quella di cui è accusato Israele. Il mondo reclama uno stato per i palestinesi, ma permette che i curdi rimangano senza uno stato nonostante gli impegni nei trattati e le altre promesse. Come mai? Non è forse perché i curdi hanno impiegato il terrorismo raramente, mentre i palestinesi vi si sono specializzati sin dalla creazione dell’Olp nei primi anni ’60, e anche prima?

Un autobus di studenti diretti a scuola colpito da un attentato suicida la mattina del 18 giugno 2002 a Gerusalemme: 18 morti

Un autobus di studenti diretti a scuola colpito da un attentato suicida la mattina del 18 giugno 2002 a Gerusalemme: 18 morti

Il successo genera emulazione, e il successo delle organizzazioni terroristiche si sta diffondendo rapidamente. Non c’è motivo di sorprendersi. L’ISIS ha già raggiunto un successo grazie ai suoi crudeli atti terroristici: gli sono stati pagati milioni di dollari come riscatto per gli ostaggi. E loro hanno usato questi soldi per reclutare più membri. Ora altri gruppi terroristici islamisti vogliono unirsi all’ISIS, perché nel mondo del terrorismo senza pietà hanno dimostrato di sapersi distinguere per la loro ferocia assoluta e telegenica.

Alla fine, l’unico modo per sconfiggere il terrorismo è quello di ribaltare il calcolo costi/benefici. Il che richiederebbe un accordo internazionale in base al quale ogni paese del mondo si impegnasse a rifiutarsi di piegarsi ai terroristi, di pagare riscatti ai terroristi, di legittimare organizzazioni terroristiche o di trattarle come moralmente e politicamente equivalenti alle democrazie contro cui si battono. Richiederebbe anche che nessun paese scarcerasse terroristi detenuti.

Oggi stiamo facendo esattamente il contrario. Leader mondiali come Jimmy Carter e Desmond Tutu chiedono di trattare con Hamas, che nella sua complessiva efferatezza è indistinguibile dall’ISIS, come se fosse una legittima organizzazione politica. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite riconosce statualità a un gruppo che è nato come organizzazione terroristica e che continua a celebrare i terroristi che ammazzano deliberatamente i bambini. Il Comitato del Premio Nobel per la pace onora Yassir Arafat, il padrino del terrorismo che persistette in questa tattica fino al suo ultimo giorno di vita. I paesi europei pagano riscatti ai terroristi. Diverse nazioni europee, come Italia Germania Gran Bretagna e altre, hanno rilasciato terroristi, compresi degli assassini di massa, che sono tornati all’attività terroristica. Anche Israele ha accettato scambi di ostaggi contro gruppi di terroristi detenuti.

Una cosa è trattare, direttamente o indirettamente, con dei terroristi che tengono in ostaggio persone innocenti. Tale trattativa può essere un male necessario e le nazioni democratiche sono a volte costrette a negoziare con la mafia, il Ku Klux Klan e altre bande criminali. Ma non si dovrebbe mai onorarle o legittimarle come abbiamo fatto con i terroristi palestinesi. E il mondo non dovrebbe condannare o processare le democrazie che combattono contro organizzazioni terroristiche che usano i propri civili come scudi umani. Il fallace approccio attuale al terrorismo costituisce la ricetta giusta per garantire che il terrorismo venga emulato e ripetuto come tattica d’elezione.

Dunque non ci si sorprenda quando un gruppo come l’ISIS fa tesoro della tragica lezione della storia ed emula gli esempi di successo e visibilità anziché quelli di insuccesso e non-visibilità. L’ISIS sta facendo esattamente ciò che un’ipotetica società di consulenza amorale gli consiglierebbe di fare. Quindi, nessuna sorpresa. Si cerchi piuttosto di invertire la rotta e di sviluppare risposte al terrorismo che non consentano a questa pratica di avere successo. Ai terroristi non si deve mai permettere di avere la meglio, che è invece quello che oggi stiamo facendo.

(Da: Jerusalem Post, 4.9.14)