Consigliere di Sharon: Ci atterremo alla Road Map

Perché sostituisce la formula terra in cambio di pace con: indipendenza in cambio di sicurezza.

image_978La Road Map è a suo modo rivoluzionaria perché sostituisce il concetto “terra in cambio di pace”, obsoleto e fallimentare, con un’altra formula: “indipendenza in cambio di sicurezza”. Lo ha detto martedì Eyal Arad, uno dei consiglieri politici più vicini al primo ministro israeliano Ariel Sharon.
Parlando alla stampa estera a Gerusalemme sul tema “Dove va Sharon?”, Arad ha detto che, se le parti si atterranno alla Road Map, alla fine i palestinesi otterranno uno stato indipendente e Israele vera sicurezza. Arad ha definito “ingenua” la proposta “terra in cambio di pace”, che erroneamente presupponeva che la radice del conflitto fosse l’occupazione di territori e che, ponendo fine all’occupazione, sarebbe scaturita la pace. Ciò si è dimostrato “concettualmente falso e politicamente ingenuo”, ha spiegato, sottolineando come il processo di Oslo, che era appunto basato sul principio “terra in cambio di pace”, sia sfociato nella peggiore ondata terroristica che il paese abbia mai conosciuto.
Dopo la conferenza stampa, Arad ha detto al Jerusalem Post che Sharon non indicherà, prima delle elezioni, quali siano gli insediamenti che ritiene facciano parte dei “blocchi di insediamenti”. Durante la conferenza stampa di lunedì sera per spiegare la sua decisione di lasciare il Likud e formare un nuovo partito, Sharon aveva detto che Israele alla fine dovrà conservare alcuni maggiori blocchi di insediamenti e alcune zone di sicurezza. Come sua abitudine, tuttavia, non aveva specificato a quali aree esattamente si riferisse. Questa indeterminatezza ha spesso portato ad interrogarsi se Beit El o Ofra, fra gli altri, facciano parte o meno, secondo Sharon, dei blocchi in questione. Arad ha confermato che sarebbe un errore entrare adesso nei dettagli giacché questo potrebbe compromettere in futuro la posizione negoziale d’Israele.
Intanto il ministro delle finanze Ehud Olmert, stretto alleato di Sharon, confermava a radio Galei Tzahal che Sharon “vuole continuare con una politica che porterà a confini definitivi per Israele”. “Stiamo parlando della volontà di definire i confini permanenti d’Israele – ha detto Olmert – nel quadro di un accordo basato sulla Road Map”.
Parlando ai giornalisti Arad ha chiarito che, sebbene Sharon si sia separato dal Likud (un passo che Arad ha descritto come qualcosa che “probabilmente rivoluzionerà la struttura politica israeliana”), in ogni caso il primo ministro non promuoverà alcun nuovo piano diplomatico, attenendosi piuttosto alla Road Map. Nuovi piani non sono sempre la cosa giusta, ha spiegato Arad, aggiungendo che finora la Road Map non è stata veramente messa alla prova. Come fa spesso Sharon, anche Arad ha sottolineato che la condizione per fare progressi lungo la strada indicata dalla Road Map è che i palestinesi agiscano concretamente per smantellare le strutture del terrorismo. “La Road Map richiede al primo punto lo smantellamento completo dell’apparato terroristico – ha detto – Sono passati i tempi in cui si chiudeva gli occhi su violazioni e inadempienze degli accordi da parte palestinese”.
Secondo Arad, l’accettazione da parte di Sharon della Road Map, e della sua soluzione basata su due stati, ha provocato una rivoluzione ideologica all’interno del Likud, che per molto tempo ha inseguito il sogno della Eretz Israel Hashlemà (“Terra d’Israele integrale”). Una volta accettata la Road Map, la frattura del Likud è diventata inevitabile ed è stata anzi “una conseguenza logica” della scelta di Sharon di accettare l’idea di uno stato palestinese.
A proposito di future coalizioni di governo, Arad si è limitato a ricordare che Sharon ha sempre preferito governi di unità nazionale e che dunque qualunque partito sarà ben accolto in un’eventuale futura coalizione guidata da Sharon, purché sia disposto ad attuare la Road Map e concordi con la piattaforma del primo ministro in politica interna.

(Da: Jerusalem Post, 23.11.05)