Consolato spagnolo a Gaza? Sarebbe un pessimo precedente

A che valgono gli accordi se vengono violati da europei e palestinesi?

Di Alan Baker

image_3719Una delle questioni centrali che accompagneranno l’imminente visita in Israele del ministro degli esteri spagnolo, Jose Manuel Garcia-Margolo, sarà probabilmente la anomala, stravagante e scorrettissima decisione, pubblicata ufficialmente il 14 marzo scorso dal governo di Madrid, di aprire un consolato spagnolo a Gaza, accreditato presso il “governo” di Hamas. Sarebbe altamente opportuno che qualsiasi esponete israeliano avrà il compito di ricevere il ministro, gli faccia presente la totale mancanza di assennatezza politica di tale decisione, così come il suo carattere discutibilissimo sul piano giuridico.
L’apertura di un consolato a Gaza è incompatibile con quanto previsto dall’“Accordo ad interim israelo-palestinese su Cisgiordania e striscia di Gaza” del 1995, comunemente noto come “Oslo Due”: l’accordo che ha dato vita all’Autorità Palestinese e che da allora regola i rapporti fra israeliani e palestinesi. In base a quell’Accordo i palestinesi si erano impegnati a non esercitare poteri e responsabilità nella sfera delle relazioni estere, e in particolare a non consentire l’istituzione di sedi diplomatiche o consolari in Cisgiordania e striscia di Gaza, né la nomina o l’ammissione di personale diplomatico o consolare (Art. IX, comma 5.a). Aprendo un consolato a Gaza, la Spagna di fatto produce e si fa complice di una flagrante violazione dell’Accordo ad interim, contravvenendo allo status dell’Unione Europea quale co-firmataria e garante dell’accordo stesso.
Alla luce del fatto che dal 2007 la striscia di Gaza è caduta sotto il controllo dell’organizzazione terroristica Hamas, che ha soppiantato con un golpe sanguinoso l’Autorità Palestinese quale ente di governo stabilendovi una sua separata amministrazione fondamentalista islamista, chiaramente l’apertura di un consolato spagnolo verrebbe interpretata dall’amministrazione di Hamas e verrebbe universalmente considerata come un atto formale di riconoscimento diplomatico di Hamas da parte di Madrid. E verrebbe interpretata dall’Autorità Palestinese di Mahmoud Abbas (Abu Mazen) come un atto che attenta al suo status e ai suoi interessi basilari.
Non basta. La decisione sarebbe anche incompatibile con da definizione di Hamas come organizzazione terroristica data dalla stessa Unione Europea, e pertanto porrebbe la Spagna in diretta violazione delle direttive della UE.
Per quanto riguarda, poi, la assennatezza politica di una tale scelta da parte del ministro degli esteri spagnolo e le sue potenziali ripercussioni nella stessa Spagna, l’illustre ospite dovrebbe prendere in considerazione le recenti dichiarazioni di organismi ed esponenti di Hamas che invocano il ritorno della Spagna sotto governo islamico come “Al Andalus” e indicano atti di martirio, attentati suicidi e resistenza armata come gli strumenti per conseguire tale obiettivo. A questa stregua, in un’intervista trasmessa il 25 maggio 2012 da Al-Aqsa TV, l’emittente ufficiale del regime di Hamas a Gaza, il dottor Subhi al-Yaziji, decano degli studi coranici all’Università Islamica di Gaza (istituita dal fondatore di Hamas, Ahmad Yassin), definito dai mass-media di Hamas un autorevole esponente di Hamas, ha dichiarato: “La conquista della Andalusia è un antico sogno, una cosa che i musulmani desiderano con fierezza e che continueranno a desiderare in futuro”.
Non c’è dubbio che la decisione del ministro degli esteri della Spagna di aprire un consolato a Gaza verrebbe vista come una legittimazione di Hamas e della sua ideologia aggressiva e violenta. In considerazione di tutto questo sarebbe altamente consigliabile che il ministro degli esteri spagnolo riconsiderasse la sua scelta.

(Da: Jerusalem Post, 22.4.13)

Il testo completo dell’Accordo ad interim israelo-palestinese su Cisgiordania e striscia di Gaza (in inglese):

http://www.mfa.gov.il/MFA/Peace+Process/Guide+to+the+Peace+Process/THE+ISRAELI-PALESTINIAN+INTERIM+AGREEMENT.htm