Coordinamento fra israeliani e palestinesi per le elezioni del 9 gennaio

La grande quantità di osservatori internazionali suscita anche qualche sorriso.

image_520Settimane di intensi preparativi in coordinamento tra funzionari israeliani e dell’Autorità Palestinese culmineranno nel prossimo fine settimana nell’Operazione “Curtain Raiser”, volta a garantire che domenica prossima migliaia di palestinesi possano scegliere in sicurezza il loro nuovo leader. Per la prima volta dopo anni, funzionari della sicurezza israeliani e palestinesi siederanno fianco a fianco nella situation room allestita a Beit El (Cisgiordania) dove coordineranno e monitoreranno le operazioni di voto per l’elezione del presidente dell’Autorità Palestinese.
Funzionari della sicurezza israeliana sottolineano che la loro disponibilità ad aiutare nella preparazione tecnica non implica alcuna interferenza negli affari interni dell’Autorità Palestinese. Alcuni di loro aggiungono d’aver costantemente chiesto agli interlocutori palestinesi di adoperarsi per contribuire a tenere sotto controllo gli estremisti che vogliono sabotare il processo elettorale.
A differenza dei funerali di Yasser Arafat lo scorso novembre, per la domenica elettorale non verrà decretata la chiusura di sicurezza dei passaggi fra Israele e i territori di Cisgiordania e striscia di Gaza. Ventiquattro ore prima dell’inizio delle elezioni le truppe israeliane verranno ritirate dalle aree palestinesi, per farvi ritorno solo il giorno successivo alle elezioni, salvo il caso che i servizi di difesa ricevano informazioni relative a “bombe a orologeria viventi” (terroristi in procinto di compiere attentati).
Poliziotti palestinesi in uniforme avranno il permesso di portare armi nelle zone che (in base agli Accordi firmati negli anni ’90) sono sotto totale controllo dell’Autorità Palestinese (Aree A) e nelle zone in cui l’Autorità Palestinese esercita il controllo amministrativo mentre la sicurezza è responsabilità congiunta di Israele e Autorità Palestinese (Aree B). Nelle Aree C, che sono sotto completo controllo israeliano, i funzionari della sicurezza palestinese dovranno vestire abiti civili e non potranno portare armi.
Le Forze di Difesa israeliane incrementeranno la loro presenza ai principali posti di blocco nei territori in modo da garantire più rapidi passaggi ai residenti e alle centinaia di osservatori internazionali. La grande quantità di osservatori internazionali suscita anche qualche sorriso. “Su un giornale palestinese – racconta un funzionario israeliano – è comparsa recentemente una vignetta in cui si vede una folla di osservatori assiepati attorno a un seggio, e un elettore palestinese con in mano la scheda che cerca faticosamente di farsi strada per raggiungere l’urna”.
Sabato le urne verranno distribuite con furgoni nei mille seggi in Cisgiordania e striscia di Gaza. Nei giorni scorsi i funzionari israeliani e palestinesi hanno controllato le identità degli autisti, la descrizione dei veicoli e il percorso esatto che faranno per distribuire le urne. I funzionari della difesa israeliana spiegano che gli stretti controlli mirano a impedire che i terroristi approfittino della situazione, utilizzando i furgoni per lanciare attacchi o trasportare armi ed esplosivi.
Le operazioni di voto inizieranno alle 7.00 di mattina di domenica 9 gennaio e si protrarranno per dodici ore. Dopo di che ogni seggio procederà alla conta delle schede e comunicherà i risultati alla commissione elettorale con sede a Ramallah.

(Da: Jerusalem Post, 7.1.05)

Nella foto in alto: L’ex presidente Usa Jimmy Carter, giunto giovedì per partecipare al monitoraggio delle elezioni palestinesi, viene ricevuto dal pm israeliano Ariel Sharon.