Cosa direbbe Sharansky a Putin

Se la Russia vuole contribuire alla pace deve cessare le vendite di armi allIran e alla Siria

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_1405Mentre il primo ministro israeliano Ehud Olmert partiva martedì per incontrare a Mosca il presidente Vladimir Putin ed altri esponenti russi, l’ex dissidente sovietico e “prigioniero di Sion”, oggi parlamentare israeliano, Natan Sharansky gli ha offerto quello che potrebbe essere il suo ultimo consiglio da politico dell’opposizione: con Putin sii diretto sulla questione dei piani nucleari iraniani, il futuro del mondo potrebbe dipendere da questo.
Il Jerusalem Post ha infatti chiesto a Sharansky cosa Olmert dovrebbe dire a Putin nell’incontro fra i due mercoledì a Mosca. Sharansky si è preso un minuto per pensarci, e poi ha detto: “Deve dire che abbiamo intrattenuto un lungo dialogo con la Russia sui pericoli legati al passaggio di tecnologia nucleare russa verso l’Iran. Lei, presidente Putin, aveva ragione quando diceva che non solo la tecnologia russa, ma anche quella ben più avanzata occidentale aiutava la produzione di missili. Allora conveniste che si trattava di un pericolo. Oggi tutti capiscono che percolo sia per il mondo libero, non solo per Israele. Hanno un leader che, come Hitler, non nasconde le sue intenzioni. Noi capiamo e rispettiamo il vostro desiderio di vedere la Russia come uno dei paesi leader del mondo. Come persona preoccupata dai destini del mondo e della posizione della Russia, dovete far parte di quel fronte. In passato significava non perdere i mercati iraniani. Ma oggi siamo in un momento critico. Tutti nel mondo – Stati Uniti, Francia, Olanda, Germania, Inghilterra – capiscono l’importanza di una posizione unita. È molto importante per la libertà del mondo”.
Sharansky prosegue dicendo che Israele deve essere “franco, aperto e inflessibile” con Mosca. “Dovremmo mettere bene in chiaro che è estremamente pericoloso, per noi, e che non possiamo continuare ad avere buone relazioni con la Russia mentre coltiva un’evidente politica di aperto appoggio a nemici che vogliono distruggerci”.
Sharansky, che ha incontrato Putin in diverse occasioni, dice che il presidente russo “capisce meglio di tutti i suoi predecessori come funziona l’occidente: capisce che, se vuole riportare la Russia allo status di superpotenza, non deve scontrarsi con l’occidente, bensì cooperare, e che Israele e gli ebrei devono a tutti gli effetti essere parte di questa alleanza e cooperazione”.
Secondo Sharansky, se la Russia vuole davvero essere un membro significativo del Quartetto (con Usa, Ue e Onu) e dare un contributo alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, allora deve cessare le vendite di armi non solo all’Iran ma anche alla Siria, che – a quanto risulta ai servizi di intelligence israeliani – passa armi a gruppi terroristi come Hezbollah e Hamas.
Dopo la guerra della scorsa estate in Libano, una delegazione israeliana è stata mandata a Mosca a protestare per il fatto che armi anti-carro russe, fornite dalla Siria e dall’Iran, siano state usate dai jihadisti Hezbollah contro Israele, e ora potrebbero essere arrivate anche fino alla striscia di Gaza. La risposta di Mosca fu la rimozione di un alto ufficiale incaricato delle esportazioni e, la scorsa settimana, forse come gesto in vista della visita di Olmert, ha stabilito un set di regole più restrittive sulle vendite di armi.
Intervenendo lunedì all’apertura della sessione invernale della Knesset, Olmert ha detto che “l’Iran sta ingannando la comunità internazionale: sta puntando i piedi cercando di guadagnare tempo per completare il suo pericoloso programma nucleare. La minaccia iraniana è una minaccia all’esistenza di Israele e è una minaccia all’esistenza della pace mondiale”. E ha detto che il programma nucleare iraniano sarebbe stato al centro dei suoi colloqui con Putin. La Russia ha fornito ingegneri, ha aiutato nella costruzione del reattore nucleare iraniano a Bushehr, ed è stata riluttante nel sostenere sanzioni internazionali contro l’Iran per il suo rifiuto di fermare l’arricchimento dell’uranio.

(Da: Jerusalem Post, 18.10.06)