Hamas: «Cosa saranno mai 200 martiri …»

Il primo obiettivo di Hamas è aumentare il proprio dominio su Gaza facendo quanto più male possibile a Israele senza preoccuparsi del prezzo pagato dai palestiensi

Di David Horovitz

David Horovitz, autore di questo articolo

David Horovitz, autore di questo articolo

Mentre le Forze di Difesa israeliane sono alle prese con le strutture sotterranee di Hamas, i tunnel dei terroristi e gli attacchi di razzi, gli israeliani si stanno gradualmente rendendo conto di quanto fosse progredita la preparazione del regime islamista di Gaza per il conflitto, della minaccia che rappresentava e del cinismo che caratterizza la sua strategia. A due settimane dall’inizio di questo conflitto, e nonostante la portata dei colpi inferti a Hamas dall’aviazione israeliana, circa cento razzi al giorno vengono ancora lanciati contro Israele e l’offensiva di terra si sta rivelando tutt’altro che semplice, con un impiego sempre maggiore di forze e un crescente numero di morti e feriti.

Se questo quadro appare piuttosto impressionante per i comuni cittadini israeliani, le strategie di Hamas non costituiscono invece una sorpresa per l’establishment della difesa e per la leadership politica. Per mesi i dirigenti hanno messo in guardia sia dall’accresciuta minaccia missilistica di Hamas, sia dalla “Gaza sotterranea” fortificata che veniva costruita. Io stesso ho scritto cinque mesi fa – e certamente non sono stato tra i primi a sapere come stanno le cose – delle officine di Gaza che producono razzi M-75 in grado di raggiungere Tel Aviv, dei tunnel transfrontalieri e della rete sotterranea all’interno della striscia di Gaza che Hamas avrebbe utilizzato alla prima occasione per attaccare le forze di terra israeliane, spostare di nascosto i suoi miliziani da un posto all’altro durante i combattimenti, ospitare le sue strutture di comando e comunicazione, proteggere la sua dirigenza.

Sapere come stanno le cose, tuttavia, non rende la sfida meno complessa. Mentre le vittime fra le Forze di Difesa israeliane vanno aumentando e Hamas può vantarsi di uccidere israeliani e diffondere terribili immagini di vittime civili palestinesi nelle zone abitate di Gaza da cui opera così cinicamente, la sfida per gli strateghi di Israele è sempre più difficile.

L’obiettivo dichiarato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è quello di ripristinare un minimo di calma e di sicurezza per la popolazione israeliana: sicuramente un obiettivo essenziale. Ma Hamas non ha alcun interesse a dare Israele nulla del genere. Il suo dichiarato obiettivo generale rimane la distruzione dello stato ebraico. Il suo obiettivo intermedio è garantire e aumentare il proprio dominio su Gaza, facendo quanto più male possibile a Israele e senza preoccuparsi minimamente di quale prezzo debbano pagare gli abitanti di Gaza. Come ha detto la settimana scorsa ad Abu Mazen il vice capo del politburo di Hamas, Moussa Abu Marzouk: “Cosa saranno mai 200 martiri rispetto all’annullamento dell’assedio?”, cioè degli stretti controlli di sicurezza israelo-egiziani alle frontiere della striscia di Gaza che sinora hanno seriamente ostacolato il potere militare ed economico del regime di Hamas.

Mentre aumentano le perdite di Israele, la sua riluttanza a inviare truppe nelle trappole di morte che Hamas ha preparato a Gaza sembra destinata a tradursi in ulteriori scene come quelle a Shejaiya, con i civili palestinesi tragicamente, fatalmente presi in mezzo fra la necessità di Israele di affrontare Hamas e l’uso cinico che fa Hamas degli abitanti di Gaza per proteggersi. L’idea che queste morti possano spingere Hamas al cessate il fuoco appare estremamente inverosimile. “Cosa saranno mai 200 martiri …”.

(Da: Times of Israel, 20.7.14)

 

Terroristi che si nascondono nelle ambulanze. Hamas è particolarmente esperta nel mescolarsi alla popolazione civile palestinese e utilizzarla come scudi umani. Nei giorni scorsi fonti delle Forze di Difesa israeliane hanno riferito d’aver avvistato a Gaza terroristi di Hamas che salgono su ambulanze con a bordo anche bambini. Hamas ha dato disposizione ai residenti del nord della striscia di Gaza di rimanere nelle proprie case per garantire la copertura alla elevata concentrazione di squadre di lancio di razzi in quella zona. Sono tattiche utilizzate per mettere al riparo l’organizzazione terroristica dalla controffensiva delle Forze di Difesa israeliane. Sono le stesse tattiche che hanno impedito alla forza aerea israeliana di distruggere tutte le strutture missilistiche di Hamas nascoste in profondità sotto edifici residenziali, o di prendere di mira i capi di Hamas nascosti sotto l’ospedale Shifa della città di Gaza. E’ stato Hezbollah che ha inaugurato queste tattiche vent’anni fa. L’organizzazione sciita libanese ha investito anni nello sviluppo del modello di guerra asimmetrica a cui ora si affida Hamas a Gaza. La minaccia del decennio scorso, con le ondate di attentatori suicidi palestinesi che causarono più di 1.200 morti nelle città israeliane, era persino più grave di quella odierna, secondo fonti della Difesa israeliana. Allora come oggi, ci volle del tempo perché Israele trovasse una soluzione efficace alla minaccia. Eppure, dal 2005 la furia degli attentati suicidi si è praticamente estinta. Oggi alla Difesa israeliana hanno la sensazione di essere sulla buona strada per contenere o eliminare anche la minaccia dei razzi come strumento del terrorismo. (Da: Jerusalem Post, 20.7.14)

Le Forze di Difesa israeliane cancellano all’ultimo momento una missione dopo che l’obiettivo terrorista si è rifugiato in un’ambulanza:

«Un’ambulanza è arrivata all’edificio – Una persona ha appena abbandonato l’edificio verso l’ambulanza  – Sta correndo verso l’ambulanza – Ci sono due persone – Potenzialmente armate – Sto certificando che non sparate e che non c’è intenzione di prendere di mira l’ambulanza»