Cosa sono i Qassam?

Da quando è stato sparato il primo, sono ben 350 i missili Qassam lanciati su bersagli israeliani.

image_318L’incubo di Sderot iniziò, abbastanza singolarmente, sulla CBS. Il 24 gennaio 2002 la rubrica di attualità della CBS “60 Minutes” trasmetteva dal Cairo l’intervista a un leader di Hamas, Moussa Abu Marzook, che minacciava di usare missili Qassam per colpire Gerusalemme dalle vicine città di Ramallah e Betlemme. Marzook ammoniva che lo sviluppo dei missili Qassam non era che ulteriore passo avanti nell’evoluzione della macchina bellica palestinese, quella che – nei suoi auspici – un giorno avrebbe “liberato” tutta la terra d’Israele.
Da allora i lanci di missili Qassam sono diventati un fatto di routine nella guerra palestinese contro Israele, fino a quando ai primi dello scorso mese di luglio l’uccisione di due civili israeliani (Afik Zahavi, di 3 anni, e Mordechai Yosefov, di 49) nel cortile di una scuola della città meridionale di Sderot ha dimostrato che i palestinesi avevano imparato a usare in modo assai più efficace questo nuovo strumento di terrore.
Da quando è stato lanciato il primo, si sono contati ben 350 missili Qassam mirati su bersagli israeliani. Un centinaio sono stati lanciati contro bersagli civili e militari all’interno della striscia di Gaza, 175 su zone del Negev occidentale, a volte centrando alcuni kibbutz della zona. Molti di questi missili sono stati lanciati verosimilmente con l’intenzione di colpire la fattoria nel Negev di proprietà del primo ministro israeliano Ariel Sharon, finora senza riuscirvi. Più di 75 Qassam sono caduti nella città di sviluppo di Sderot o nei suoi dintorni, causando – come si è ricordato – due morti, molti feriti, molti traumatizzati e vari danni.
Il missile Qassam prende il nome dallo sceicco Izzadin Kassam, il guerrigliero siriano che entrò nella Palestina Mandataria per combattete inglesi ed ebrei e che venne ucciso dagli inglesi nel 1935. La sua morte fu uno dei fattori che scatenarono la violenta rivolta araba del 1936-39. Anche le Brigate Izzadin al Kassam, il braccio militare di Hamas, portano il suo nome.
Il missile Qassam è relativamente semplice e rudimentale. Può essere assemblato in fretta praticamente in qualunque fonderia o officina meccanica. Per costruire un Qassam bastano un tornio, un tubo di acciaio, un po’ di esplosivo artigianale rubato o improvvisato, e una dose relativamente modesta di conoscenze tecniche.
La prima versione era alimentata da esplosivo, perfino polvere da sparo. Oggi però i palestinesi stanno sviluppando veri propulsori da missile, sfruttando rudimentali competenze balistiche importate dai terroristi libanesi filo-iraniani Hezbollah (sostenuti dalla Siria). Il materiale esplosivo è confezionato con ingredienti a bassa tecnologia come urea chimica, zucchero, alcool, acidi grassi. Si tratta comunque di missili poco efficienti, irregolari, dalla mira imprecisa.
Negli ultimi mesi le Forze di Difesa israeliane hanno condotto una intensa campagna nella striscia di Gaza volta a scovare e distruggere la produzione di Qassam. La campagna ha avuto relativamente successo, ma al prezzo anche di diverse vittime civili palestinesi. Secondo un comunicato del portavoce militare israeliano, le vittime fra i non combattenti palestinesi potrebbero essere evitate se non fosse che i terroristi usano i loro civili come scudi umani, con la pratica di lanciare di proposito i Qassam dall’interno di aree densamente abitate.
“Negli ultimi quattro anni – si legge nel comunicato – le strutture del terrorismo nella striscia di Gaza hanno tenuto sotto costante minaccia i civili israeliani sia da una parte che dall’altra della Linea Verde. Queste organizzazioni terroristiche puntano a spezzare la vita quotidiana della popolazione israeliana attraverso un continuo lancio di Qassam e colpi di morato dall’interno della striscia di Gaza. Le Forze di Difesa israeliane puntano a colpire e distruggere i lancia-missili, le officine che li fabbricano e le strutture che li utilizzano, adottando ogni possibile precauzione per evitare vittime civili e limitare il più possibile i danni alle infrastrutture della società palestinese. I gruppi terroristici lanciano deliberatamente i loro attacchi dall’interno dei centri abitati palestinesi, mettendo a repentaglio la vita dei civili della zona. Le Forze di Difesa israeliane non possono comunque ignorare la minaccia posta alla popolazione israeliana dai Qassam, e hanno il dovere di eliminare le strutture del terrorismo usando tutti i mezzi a loro disposizione”.
“Nessun paese al mondo – ha sintetizzato il parlamentare Yuval Steinitz – potrebbe chiudere gli occhi di fronte a missili o artiglieria nemici potenzialmente in grado di colpire fino al 70% della propria popolazione. Di questo si tratta, quando si parla di Qassam. Non fare niente non è nemmeno in discussione”.

(Da: Jerusalem Post, 2.08.04)