Costretti a rivivere il trauma

Un gruppo di ragazzi israeliani di famiglie colpite dal terrorismo era a Londra in vacanza.

image_781Un gruppo di 21 ragazzi, appartenenti a famiglie israeliane che negli anni scorsi hanno perduto parenti stretti in attentati terroristici palestinesi, si trovava a Londra per un tour di una settimana organizzato da One Family Fund, un ente di sostegno alle vittime del terrorismo, quando la città è stata colpita dagli attentati. Il viaggio aveva lo scopo di aiutare i ragazzi a distogliere la mente dalle terribili esperienze subite, ma giovedì scorso, ultimo giorno della loro vacanza, sono stati raggiunti di nuovo dal terrorismo.
Dana Turgeman, 19 anni, di Gerusalemme, ha perduto il fratello in un attentato a un postodi blocco presso Ramallah nel febbraio 2002. L’altro suo fratello, Tal, 22 anni, era nel viaggio a Londra. “Sono rimasta scioccata – racconta Dana a Ynet – Mi ha ributtato indietro di tre anni al febbraio 2002, a quell’imboscata al posto di blocco dove mio fratello è stato ucciso. Mi è sembrato di rivivere un film già visto, e mi ha buttato a terra. Non sapevamo cosa pensare o cosa fare. Ho chiamato subito mia madre, che naturalmente era angosciata, e lei si è molto agitata. Ha chiamato One Family, ma le hanno detto che i telefoni erano sovraccarichi e che era difficile raggiungere il gruppo. Dopo pochi minuti, hanno richiamato e ci hanno detto che tutti quelli del gruppo stavano bene”.
Suzy Barzilai, di Netanya, si mordeva le unghie mentre ascoltava le notizie sugli attentati a Londra. Sua figlia Maya era là con il gruppo. “Ho chiamato Maya ma non sono riuscita a raggiungerla perché le linee erano cadute. Mi sono sentita tornare a tre anni fa, quando mio figlio Avraham venne assassinato al raccordo di Megiddo. È stato un vero incubo, finché non sono riuscita a sentirla”.
Belo Ron ha perduto il figlio Tomer nel marzo 2003 a Hebron. Sua figlia Yifat, di 21 anni, era a Londra con il gruppo di One Family. “Ero al lavoro quando alla radio ho sentito dell’attentato, e parlavano di più di una esplosione – racconta Ron – Ho immediatamente pensato a cosa potesse essere accaduto a mia figlia e al suo gruppo”.
“Siamo veramente costernati – dice a Ynet il direttore di One Family in Gran Bretagna, Andrew Alexander – e, più ancora, siamo scioccati. Ciò che mi addolora è che avevamo portato questo gruppo di ragazzi a Londra proprio per aiutarli a dimenticare i dolori della loro vita in Israele, e ora proprio qui gli succede questo”.

(Da : YnetNews, 7.07.05)