Detenuti rinsaviti (e milioni di morti)

Rileggendo un titolo del New York Times del 1924

Da un articolo di Barry Rubin

image_2173Ogni giorno ci viene detto che islamisti, terroristi e vari altri estremisti assortiti stanno diventando più moderati, e dunque perché mai non dovremmo trattare con loro, andare incontro alle loro pretese, accondiscendere alle loro rivendicazioni, avviare un dialogo, cosicché tutto poi vada a posto?
Ma – obiettano i meno convinti – non dovremmo aver imparato dalla storia che le ideologie più estremiste e militanti non sono inclini al compromesso e che i dittatori più spietati non cambiano pelle facilmente? Non è possibile rabbonirli con la condiscendenza perché non ne hanno mai abbastanza, mostrare debolezza li rende solo più aggressivi.
Oh no – si dirà – riecco il paragone con il nazismo!
Ma che altro si dovrebbe pensare quando si va a rileggere un titolo come questo, comparso il 21 dicembre 1924 sul New York Times: “Hitler rabbonito dal carcere: rilasciato sulla parola, ci si attende che faccia ritorno in Austria”. Non è uno scherzo, chiunque può controllare.
Il corrispondente spiegava che Hitler, in precedenza una specie di semidio per l’estrema destra, era stato scarcerato sulla parola dalla prigione di Landsberg, dove era stato rinchiuso per aver tentato di rovesciare il governo democratico in Germania in quello che sarebbe passato alla storia come il Putsch della Birreria di Monaco (novembre 1923).
Il carcere, diceva l’articolo del New York Times, sembrava proprio averne moderato le posizioni, e le autorità erano convinte che non presentasse più alcun pericolo per l’ordine sociale. Anzi, ci si aspettava che abbandonasse la vita politica e facesse ritorno in Austria, sua terra natale.
Beh, il problema era stato risolto in modo facile facile, e il New York Times deve averne tratto il dovuto insegnamento.
Come spiegava un editoriale dello stesso quotidiano il 30 giugno scorso, “ben pochi paesi possono permettersi il lusso di limitare la loro diplomazia ai paesi amici e a interlocutori che amano la pace. La sicurezza nazionale spesso richiede negoziati con nemici pericolosi”.
Giusto. E prendendo per buone le loro profferte di moderazione, fare loro concessioni, porre fine alle sanzioni, prendersi la colpa per ogni problema e mai, assolutamente mai fare ricorso alla forza: ecco il reale contenuto di quei negoziati.
Così i capi di Hamas, Hezbollah, Siria, Iran, Fratellanza Musulmana, al-Qaeda, Corea del Nord, Zimbabwe, Sudan eccetera saranno senza dubbio ammansiti, abbandoneranno la vita politica e torneranno a vita privata nelle loro case.
Si racconta che una volta Henry Kissinger disse la battuta per cui è molto facile far dormire il leone con l’agnello, purché si metta una agnello nuovo ogni giorno. Certamente Kissinger non pensava, allora, che questa sarebbe diventata esattamente la strategia prediletta dal mondo democratico. Nessuna sorpresa, a questo punto, che il più grande mascalzone agli occhi dell’occidente politicamente corretto sia Israele, l’agnello che rifiuta la parte assegnatagli.

(Da: Global Research in International Affairs Center, Interdisciplinary Center Herzliya, 3.07.08)

Nell’immagine in alto: New York Times del 21 dicembre 1924: “Hitler rabbonito dal carcere. Rilasciato sulla parola, ci si attende che faccia ritorno in Austria”.