Di nuovo, un titolo indecente della BBC

Quale visione politica spinge tante testate giornalistiche a distorcere in modo così clamoroso la realtà dei fatti quando si tratta del conflitto israelo-palestinese?

Editoriale del Jerusalem POst

Il primo post diffuso dalla BBC

Il fatto che la BBC si sia scusata, domenica, per il titolo incredibilmente fuorviante con cui aveva dato notizia del brutale omicidio dell’agente della polizia di frontiera israeliana Hadas Malka indica che qualcuno alla BBC ha ancora i piedi per terra.

Ma resta da chiedersi quale visione politica spinga la BBC, e altre testate giornalistiche, a distorcere costantemente e in modo così clamoroso la realtà dei fatti quando si occupano del conflitto israelo-palestinese.

La sera del 16 giugno scorso tre terroristi palestinesi provenienti da un villaggio vicino a Ramallah hanno perpetrato a Gerusalemme un duplice attentato combinato. Malka è stata ferita in modo fatale mentre cercava di reagire agli aggressori. Poco dopo è deceduta a causa delle ferite riportate. Quattro altre persone sono rimaste ferite nell’attentato. Inizialmente la BBC ha scelto questo titolo per dare conto di quanto era successo: “Tre palestinesi uccisi dopo un accoltellamento mortale a Gerusalemme”. Lo stesso titolo è stato usato dalla BBC per lanciare la notizia sui social network.

Uno dei primi a reagire è stato il figlio del presidente degli Stati Unti, Donald Trump Jr., che ha causticamente commentato su Twitter: “Intendente uccisi dopo che avevano pugnalato a morte una poliziotta israeliana, vero? Questa è la cosa più vicina possibile a un inganno”. La valanga di proteste ha costretto la BBC a cambiare il titolo, che è diventato: “Poliziotta israeliana pugnalata a morte a Gerusalemme”. Ma questa non è certo la prima volta che la BBC e altri organi di informazione usano titoli grottescamente fuorvianti.

Evidentemente la BBC vede una totale equivalenza morale tra i gruppi terroristici palestinesi e Israele. Ecco perché la BBC e altre testate evitano di usare il termine “terrorismo” e “terrorista” quando si tratta di attentati commessi da palestinesi contro israeliani. I palestinesi che trucidarono nel sonno cinque membri della famiglia Fogel nel 2011 sono stati definiti “militanti” o “attaccanti”, e così furono definiti anche quelli che massacrarono a colpi di mannaia i fedeli ebrei in preghiera in una sinagoga di Har Nof nel 2014, e quelli che assassinarono i genitori della famiglia Henkin sotto gli occhi dei figli nell’ottobre 2015.

Il selfie che si era fatta Hadas Malka pochi istanti prima d’essere uccisa dai terroristi

Il rifiuto di utilizzare il termine “terrorista” nel contesto del conflitto israelo-palestinese non capita a caso. Gruppi come Hamas e il Fronte Popolare per la Liberazione di Palestina, che si hanno rivendicato l’uccisione a sangue freddo di Malka, vengono considerati – quando va bene – altrettanto “cattivi” dei soldati e dei poliziotti israeliani, Malka compresa. Al contrario, quando gli attacchi terroristici accadono a Londra, Parigi, Bruxelles, Berlino o in altre località europee, vengono fedelmente descritti esattamente per quello che sono: atti di terrorismo.

Come ha fatto notare BBC Watch, una ong che monitora la BBC circa le notizie da Israele, questa equivalenza morale tra organizzazioni terroristiche e Israele si basa su una visione distorta del conflitto israelo-palestinese. Rispondendo a una domanda sulla scelta della BBC di non utilizzare i termini “terroristi” e “terrorismo” per descrivere i sanguinosi attacchi da parte di palestinesi contro israeliani innocenti, pur usandoli quando la violenza terroristica viene commessa in Europa contro europei, la BBC ha spiegato che “dove esiste un conflitto geopolitico in atto usare il termine attentato terroristico o uno simile può essere considerato una presa di posizione a favore di una parte: c’è chi potrebbe ritenere che vadano considerate terroristiche le azioni del governo israeliano”. Questo ragionamento si basa su una forma di relativismo morale che abdica al dovere di mettere a confronto obiettivi e valori della società israeliana e delle sue istituzioni rispetto a quelli dei gruppi terroristici che prendono deliberatamente di mira civili innocenti allo scopo di seminare terrore, sopraffazione e intimidazione. Mentre Israele si sforza di preservare una robusta democrazia e rimane un luogo piuttosto comodo per il corrispondente straniero o chiunque altro voglia viverci e lavorare, l’obiettivo di Hamas è quello di concretizzare la sua visione di un califfato medioevale. Fatah, dal canto suo, glorifica regolarmente i terroristi e utilizza la violenza per reprimere le critiche contro la dirigenza corrotta e non democratica dell’Autorità Palestinese.

Non basta. A ben vedere, la stessa Gran Bretagna è impegnata nell’addestramento delle forze che combattono contro l’ISIS in Siria e in Iraq. Dunque è coinvolta in un conflitto geopolitico in atto. Forse che per questo la società britannica costituisce un bersaglio legittimo per i contrariati tifosi dell’ISIS?

E’ lodevole la buona volontà dimostrata dalla BBC nel correggere il suo titolo, sebbene solo a seguito della pressione delle proteste. Forse, sotto sotto, redattori e giornalisti della BBC sanno che l’equivalenza morale tra Israele che si difende e i terroristi palestinesi che aggrediscono, che siano di Hamas nella striscia di Gaza o di Fatah in Cisgiordania, fa acqua da tutte le parti.

(Da: Jerusalem Post, 21.6.17)