Dieta Masada

Quali pesche mangiavano gli abitanti di Masada? E quali olive? Lo ha scoperto un gruppo di ricerca guidato dallarcheologo botanico Mordechai Kislev

di Ran Shapira

image_1509Il comandante e naturalista romano Plinio descrive, nel suo libro “Storia naturale”, una varietà rarissima di pesca che matura precocemente, in estate e non in autunno come le altre pesche della sua epoca. Nessuno sa come questa varietà fosse chiamata nell’antichità, ma il prof. Mordechai Kislev, un esperto in archeologia botanica, sostiene che le pesche simili a quelle descritte da Plinio compaiono in un disegno murale nella città di Ercolano, vicino a Pompei, e che crescevano anche in terra d’Israele e facevano parte della dieta degli abitanti di Masada. Secondo Kislev, fino a pochi anni fa parecchi alberi di questa varietà crescevano nel Moshav Amikem, situato nella valle tra Givat Ada e Zichron Yaakov, e per questo lui e i suoi colleghi del Dipartimento Scienze della Vita dell’Università Bar-Ilan l’hanno chiamata Amikem. Oggi, l’unico rappresentante di questo resto dell’antichità è un solo albero nel villaggio di Kafr Kara.
Kislev ed i suoi colleghi pensano che i noccioli di pesca trovati a Masada siano di questa varietà. Come l’albero solitario di Wadi Ara, anch’essi rispondono alle descrizioni romane del primo secolo e.v. Queste pesche maturano presto, ma rimangono commestibili a lungo, dice Kislev, e per questo è probabile che gli abitanti di Masada le preferissero alle pesche di altre varietà.
Naturalmente gli abitanti di Masada non vivevano di sole pesche. Negli scavi sul sito condotti dal compianto Yigael Yadin, furono trovati abbondanti resti di frutta e cereali. All’inizio della sua carriera accademica, nei primi anni ‘70, Kislev ricevette da Yadin tutti i resti delle piante trovate fino ad allora a Masada, e qualche anno fa altri reperti botanici si aggiunsero alla collezione, trovati negli scavi di Ehud Netzer e Guy Shtiebel. Oggi la collezione comprende migliaia di pezzi, che rappresentano tutti i periodi in cui la rocca fu abitata: dalla costruzione del palazzo di Erode sulla vetta di Masada nel 37 a.e.v. fino all’epoca delle dominazione romana dopo la conquista della montagna nel 73 e.v.
Quasi trent’anni trascorsero dal momento in cui Kislev ricevette i reperti da Yadin a quando trovò il tempo e il sostegno necessari per compiere ricerche sul materiale. Negli ultimi tre anni è ritornato alla collezione, con l’aiuto di Suheil Zeidan, del Fondo Nazionale Ebraico, e dei suoi colleghi Orit Simchoni e Yonit Tabak. L’équipe ha scoperto che gli abitanti di Masada avevano a disposizione tutta la gamma dei cibi prodotti dalla Terra d’Israele: grano, orzo, albicocche, susine, melograni, pesche, mandorle, fichi, uva e olive.
Le olive di Masada hanno suscitato particolare interesse perché una ricerca approfondita sulle loro qualità ha rivelato che dall’epoca romana non hanno subito cambiamenti rilevanti. Gli abitanti di Masada mangiavano esattamente le stesse varietà di olive che crescono oggi in Israele, cioè Syrian, Nabali e Melisi. I ricercatori hanno identificato le varietà esaminando i noccioli, la loro struttura e simmetria. I noccioli di olive sono stati trovati interi, un’indicazione del fatto che le olive venivano consumate marinate e non usate per produrre olio. Questa deduzione è suffragata dal fatto che il 90% delle olive di Masada erano della varietà Nabali, che è la più indicata per la marinatura tra le varietà che crescono in Israele. Il rimanente 10% comprendeva soprattutto olive Syrian o Melisi , ma sono state trovate anche altre varietà che non crescono in Israele, e dovevano essere importate dai paesi vicini. Una è l’oliva Shami, che cresce in Siria, e l’altra è la Toffahi, che viene dall’Egitto. I noccioli di queste varietà sono sostanzialmente diversi da quelli delle varietà locali. Secondo Kislev, che è intervenuto a fine novembre a Masada alla Dead Sea Conference on Environmental Resources and Society, le due varietà importate oggi sono considerate un lusso, e nei villaggi arabi vengono usate come decorazione per matrimoni ed altre occasioni. Egli ritiene che venissero importate a Masada quando ci vivevano persone facoltose ed importanti, come lo stesso re Erode o i generali romani che assediarono la montagna.

(Da: Ha’aretz, 1.12.06)