Documento Barghouti: Haniyeh ci ripensa?

Il documento indica un compromesso fra palestinesi che è però lontano dalle richieste internazionali

image_1245Il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh, parlando venerdì in una moschea di Nusseirat (striscia di Gaza), ha lasciato intendere un mutamento nella sua posizione sul cosiddetto “documento dei detenuti” (o documento Barghouti per la riconciliazione delle fazioni palestinesi). Haniyeh ha detto, infatti, che il documento merita d’essere analizzato e perfezionato affinché possa ottenere l’approvazione dei palestinesi.
Il discorso di Haniyeh giunge all’indomani dell’annuncio da parte delle Brigate al-Quds (ala militare della Jihad Islamica palestinese) che sarebbero disposte ad accettare il “documento dei detenuti”.
Il documento, elaborato da un gruppo di leader di varie fazioni palestinesi detenuti in un carcere israeliano per reati di terrorismo (fra i quali Marwan Barghouti di Fatah), costituisce un testo di compromesso sul quale dovrebbero poter convergere le varie fazioni palestinesi nello sforzo di superare le lacerazioni intestine degli ultimi tempi.
Nel documento viene fra l’altro affermata la volontà di creare uno stato palestinese nei territori occupati da Israele nel 1967 “nel quadro della lotta per liberare le terre palestinesi e conseguire la libertà, il diritto al ritorno e l’indipendenza”.
Il documento non parla esplicitamente di riconoscimento del diritto ad esistere di Israele, allude solo indirettamente al riconoscimento degli accordi già firmati fra Israele e Olp e non ripudia la violenza sollecitando anzi la creazione di un Fronte della Resistenza Palestinese che guidi la lotta armata in Cisgiordania e striscia di Gaza.
La scorsa settimana il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha posto un ultimatum al governo Hamas, chiedendogli di sottoscrivere il documento entro dieci giorni se non vuole che venisse sottoposto a referendum popolare.
Il leader di Hamas all’estero Khaled Mashaal ha reagito dicendo: “Chi vuole conoscere la volontà popolare deve fare riferimento al risultato delle elezioni parlamentari palestinesi di quattro mesi fa” (vinte da Hamas).

(Da: Jerusalem Post, Israele.net, 2.06.06)