Doppio attentato terrorista a Be’er Sheva

Almeno 16 morti, quasi cento tra feriti e mutilati.

image_338Almeno 16 morti (tra i quali un bimbo di 3 anni) e 96 tra feriti e mutilati (di cui 8 in condizioni critiche) martedì pomeriggio per un duplice attentato terroristico nel centro di Be’er Sheva, (capoluogo meridionale d’Israele).
Due attentatori suicidi palestinesi si sono fatti esplodere quasi simultaneamente verso le 14.50 (ora locale) su due autobus di linea, di fronte all’edificio della municipalità, in viale Yitzhak Riger.
Tiepida presa di posizione dell’Autorità Palestinese. Il ministro palestinese Saeb Erekat ha dichiarato che l’Autorità Palestinese “condanna ogni attacco contro civili, sia israeliani che palestinesi”. Nelle moschee della striscia di Gaza leader islamici hanno celebrato dagli altoparlanti “l’eroica operazione” di Be’er Sheva.
Era dal 14 marzo scorso (11 morti al porto di Ashdod ) che i terroristi palestinesi non riuscivano a realizzare attentati suicidi all’interno di Israele, nonostante i tentativi quasi quotidiani.
Nella stessa giornata di martedì, al mattino, le Forze di Difesa israeliane avevano arrestato in tempo al valico di Erez (tra striscia di Gaza e Israele, a una trentina di km da Be’er Sheva) un terrorista palestinese con una cintura esplosiva nascosta sotto la biancheria. “I terroristi – aveva spiegato un ufficiale israeliano – approfittano del fatto che, per rispetto, non chiediamo ai pendolari palestinesi di spogliarsi”.
Tuttavia, secondo le prime valutazioni dei servizi di sicurezza israeliani, l’attentato di martedì a Be’er Sheva è partito dalla zona di Hebron (a mezz’ora di auto dalla città israeliana), non ancora separata da Israele dalla barriera difensiva anti-terrorismo. Da Hebron sono giunti infatti i due terroristi suicidi: Ahmed Kawasma e Nassim Jabri.
L’attentato è stato successivamente rivendicato dalle Brigate Iz a Din al-Kassam (braccio militare di Hamas) di Hebron. L’attuale capo locale di Hamas a Hebron è Imad Kwasame, responsabile fra l’altro del tentativo di attentato al caffè Kafit di Gerusalemme due mesi fa, tuttora latitante.
“Dove c’è la barriera difensiva non ci sono attentati – ha commentato il ministro di pubblica sicurezza israeliano Hanegbi – mentre dove la barriera non c’è , arrivano gli attentati”.
“La lotta contro il terrorismo – ha dichiarato martedì il primo ministro israeliano Ariel Sharon – continuerà senza sosta. Questa è la politica del governo d’Israele e mia personale”.
Domenica scorsa, dopo che al valico di Karni (striscia di Gaza settentrionale) era stato sventato l’ennesimo tentativo di attentato con la scoperta e uccisone di un terrorista delle Brigate Abu Ali Mustafa (Fronte Popolare palestinese) che cercava di raggiungere un kibbutz nel Negev occidentale armato di Kalashnikov e cintura esplosiva, Sharon aveva commentato: “Non passa giorno senza che i terroristi tentino di colpirci”.

(Jerusalem Post, Ha’aretz, Ma’ariv, israele.net, 31.08.04)