Dove i criminali sono eroi

L’indottrinamento all'odio contro Israele non è prerogativa di pochi estremisti: è sistematico e istituzionale

Alla fine dello scorso mese di aprile Israele ha consegnato all’Autorità Palestinese i resti del terrorista suicida Izz Al-Din Al-Masri, responsabile della strage alla pizzeria Sbarro del 9 agosto 2001 (15 morti). L’Autorità Palestinese ha onorato il terrorista, definito un “martire” (shahid), con funerali ufficiali militari trasmessi sia dalla tv dell’Autorità Palestinese che dalla tv di Hamas.

Scrive David M. Weinberg, su Israel HaYom: «Non si giudica una società dai crimini di pochi, ma dal modo in cui quella società affronta i propri criminali, o se li celebra come eroi. Su questo piano non c’è nessuna simmetria morale fra società israeliana e società palestinese. Paradossalmente, è quanto ha affermato il parlamentare arabo-israeliano Ahmed Tibi quando ha detto a Israel Radio che “ogni ebreo in questo paese pregava che l’assassino di Abu Khdeir non fosse ebreo”. Ahmed Tibi intendeva insolentire la società israeliana, senza rendersi conto che la stava lodando. Infatti ogni ebreo di questo paese sperava che l’assassino di Abu Khdeir non risultasse essere un ebreo perché, a differenza dei palestinesi, lungi dal gloriarsene quel pensiero gli era insopportabile». (Da: Israel HaYom, 7.4.14)

La tv dell’Autorità Palestinese ha parlato dello stragista come di colui che “ha dato la propria anima per la lotta di un popolo che si batte per la libertà”, e ha descritto il funerale del terrorista come un “matrimonio nazionale che dimostra l’unità e la coesione del popolo”. Intervistato al funerale in rappresentanza dell’Autorità Palestinese, il sindaco di Aqqaba, Jamal Abu Jara, ha affermato: “Il raduno popolare attorno al sangue di Izz Al-Din Al-Masri è un’espressione onesta e autentica di quanto il nostro popolo desideri l’unità nazionale [tra Fatah e Hamas] e l’unità d’azione”. (TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 30 aprile 2014).

 

 

La tv Al-Aqsa di Hamas ha celebrato l’attentatore suicida come un martire che “è tornato vittorioso per fare felici coloro che lo amavano proprio come li aveva fatti felici il giorno in cui compì la sua missione, 13 anni fa”. Il reporter palestinese ha parlato della strage di 15 innocenti come di un atto che “ha fatto assaggiare ai sionisti l’umiliazione” e ha riferito dei “cittadini che hanno espresso il loro orgoglio per l’eroismo di Izz al-Din, insieme alle migliaia di persone che si sono riunite per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio”, senza dimenticare tutti coloro che hanno svolto un ruolo in quella operazione. (TV Al-Aqsa di Hamas, 30 aprile 2014).

 

 

Tra questi, la terrorista Ahlam Tamimi che, dopo vari sopralluoghi, accompagnò il terrorista suicida sul luogo dell’attentato scelto in quanto molto affollato di cittadini isareliani. Tamimi è stata scarcerata da Israele nel 2011 nel quadro del ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit. Il 12 luglio 2012 Tamimi è stata intervistata dalla tv di Hamas Al-Aqsa. Questa la trascrizione di un brano dell’intervista:

«Ahlam Tamimi: Sedici sionisti vennero uccisi (nell’attentato).

Intervistatore: Il rumore dell’esplosione fu…

Tamimi: Fu enorme. Il mujahid Abdallah Bargouthi fece un lavoro perfetto costruendo la chitarra (che conteneva l’esplosivo) e il risultato sbalordì tutti, sia ringraziato Allah. […] Dopodiché, quando andai a prendere l’autobus, tutti i palestinesi alla Porta Damasco (a Gerusalemme) erano sorridenti. Si poteva percepire che erano tutti felici. Quando salii sull’autobus, nessuno sapeva che ero stata io ad accompagnare (il terrorista suicida sull’obiettivo). Mi sentivo strana, perché avevo lasciato là (l’attentatore) Izz Al-Din. Ma dentro l’autobus tutti si congratulavano l’un l’altro. Non si conoscevano nemmeno fra loro eppure si scambiavano complimenti. […] Mentre ero seduta nell’autobus, l’autista accese la radio. Ma prima, lascia che racconti dell’aumento graduale del numero delle vittime. Mentre ero sull’autobus e tutti si congratulavano fra loro, alla radio dissero che c’era stato un attacco di martiri al ristorante Sbarro e tre persone erano state uccise. Ammetto che rimasi un po’ delusa perché speravano in un bilancio più alto. Tuttavia, quando dissero: “tre morti”, dissi: sia lodato Allah!

Intervistatore: Era una stazione radio israeliana o palestinese?

Tamimi: La radio era in lingua sionista e l’autista traduceva per i passeggeri. […] Due minuti dopo, alla radio dissero che il numero (delle vittime) era salito a cinque. Volevo nascondere il mio sorriso, ma non ce la facevo. Sia lodato Allah, è stata una grande cosa. E mentre il numero (delle vittime) continuava a salire, i passeggeri applaudivano. Non sapevano nemmeno che io ero fra loro. Sulla strada del ritorno (verso Ramallah), passammo un posto di controllo della polizia palestinese e i poliziotti ridevano. Uno di loro sporse la testa dentro l’autobus e disse: “Congratulazioni a tutti noi”. Erano tutti felici.»

(Da: PMW Bullettin, 5.5.14 – MEMRI, 12.7.12)

 

 

Le vittime dell’attentato alla pizzeria Sbarro di Gerusalemme

Giora Balash, 60 anni

Zvika Golombek, 26 anni

Shoshana Yehudit (Judy) Greenbaum, 31 anni

Tehila Maoz, 18 anni

Frieda Mendelsohn, 62 anni

Michal Raziel, 16 anni

Malka Chana (Malki) Roth, 15 anni

Mordechai Schijveschuurder, 43 anni

Tzira Schijveschuurder, 41 anni

Ra’aya Schijveschuurder, 14 anni

Avraham Yitzhak Schijveschuurder, 4 anni

Hemda Schijveschuurder, 2 anni

Lily Shimashvili, 33 anni

Tamara Shimashvili, 8 anni

Yocheved Shoshan, 10 anni