Due lezioni al prezzo di una

Maliziosa lettera aperta di un giornale israeliano ad autorità e studenti britannici.

Da un editoriale di Ma'ariv

image_3204Scrive l’editoriale di Ma’ariv: “Se i mass-media britannici mostrassero immagini della polizia israeliana impegnata ad utilizzare le stesse tecniche adottate nei giorni scorsi dalle autorità di sicurezza britanniche, si registrerebbe un’esplosione di indignazione e di proteste contro Israele, a prescindere dalle circostanze specifiche del caso”. Tuttavia Ma’ariv, facendo riferimento al comandante della polizia britannica, tranquillizza il pubblico inglese dicendo che “gli israeliani non inoltreranno denunce contro di lui di fronte alla Corte Internazionale dell’Aja, né alcun tribunale israeliano emetterà mandati di arresto nei suoi confronti”.
Rivolgendosi poi agli studenti britannici, l’editoriale di Ma’ariv continua: “Il mondo intero ha visto come il vostro governo ha usato la mano pesante contro dei civili. Non è facile guardare la nazione che ha dato al mondo i principi della democrazia e dell’etica occidentale scatenarsi in questo modo contro altri cittadini britannici. Ma non preoccupatevi, vi promettiamo di non fare ricorso a nessuna forma di ritorsione collettiva a causa dei comportamenti del vostro governo: non impediremo agli accademici britannici di tenere lezioni nell’università di Tel Aviv e non boicotteremo il cioccolato Cadbury alla caffetteria dell’Università di Gerusalemme. E voi, studenti britannici, continuerete ad essere i benvenuti, se vorrete venire a studiare qui in Israele, a prescindere dagli esiti della recente ondata di violenze che ha investito il vostro paese. Anzi, venendo qui potrete apprendere due lezioni al prezzo di una: potrete studiare con gli eccellenti accademici israeliani, e potrete imparare dai vostri coetanei israeliani due o tre cose circa le forme di protesta non violenta. Non dovreste perdervi una tale opportunità”.

(Da. Ma’ariv, 10.8.11)

Nelle foto in alto: La tendopoli di protesta dei giovani israeliani in Rothschild Avenue, a Tel Aviv, e l’immagine-icona delle violenze di agosto a Londra