È Natale, diamo addosso a Israele

Abu Mazen non ha inventato nulla: Ong anti-Israele abusano dei simboli del Natale e non si fanno scrupolo di rilanciare temi antisemiti

Muhammad Hussein, Mufti di Jerusalem e Territori Palestinesi, alla tv dell’Autorità Palestinese (30.11.12): “Gesù è palestinese per eccellenza”

Muhammad Hussein, mufti di Gerusalemme e Territori palestinesi, alla tv dell’Autorità Palestinese (30.11.12): “Gesù è un palestinese per eccellenza”

È arrivato Natale, la stagione giusta per prendersela con Israele. Questo perlomeno è ciò che emerge da un rapporto pubblicato lunedì da Ong Monitor, organismo indipendente con sede a Gerusalemme, che illustra come varie Ong (Organizzazioni Non Governative) anti-israeliane confezionano il loro messaggio utilizzando temi e simboli natalizi. Ma le Ong non sono gli unici a piegare il Natale alla propaganda politica. Nel suo messaggio di Natale, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si è appropriato di Gesù facendolo diventare palestinese: “Più di duemila anni fa a Betlemme – scrive Abu Mazen – nacque Gesù Cristo, un messaggero palestinese destinato a diventare un faro per milioni in tutto il mondo. Due millenni più tardi noi palestinesi, nel batterci per la nostra libertà, ci sforziamo di seguire il suo esempio”. Senza fare il minimo cenno all’islamizzazione forzata di Gaza – dove i cristiani sono crollati dai circa 3.000 che erano nel 2007, quando Hamas ne assunse il controllo, ai circa 1.500 attuali – nel suo messaggio Abu Mazen scrive che in questa vigilia di Natale “i nostri cuori e le nostre preghiere saranno con i milioni cui è negato il diritto di culto in patria”, e cioè “col nostro popolo intrappolato sotto assedio a Gaza e coloro cui è impedito il culto a Betlemme”. E aggiunge: “Le nostre preghiere sono con le chiese e le moschee di Gerusalemme, che ricordano al mondo l’identità araba della nostra capitale occupata” (ciò, naturalmente, in occasione dei natali di Gesù, che pregava in sinagoga e nel Tempio).

Temi del Natale piegati alla propaganda politica anti-israeliana

Ma questo non è nulla in confronto ad alcune delle “perle” citate nel rapporto di “Ong Monitor” dedicato a “Come le Ong anti-israeliane manipolano il Natale”. Dal quale risulta che, come ogni anno, anche nel 2013 molte ben conosciute Ong e associazioni di beneficenza sfruttano cinicamente i simboli del Natale per la loro guerra politica contro Israele, usando temi teologici per promuovere campagne di delegittimazione, di boicottaggio, in taluni casi di evidente antisemitismo. E molte di queste Ong, sottolinea il rapporto, sono finanziate con i soldi dei contribuenti europei. Un esempio è tratto da un pamphlet di 50 pagine della Kairos Palestina, destinato all’utilizzo in assemblee religiose. Vi si legge: “La Sacra Famiglia, cercando di proteggere il Bambino, rimase in Egitto per un po’ di tempo sino a quando apprese della morte di Erode e decise di tornare in patria, dove scelse di stare in un piccolo villaggio chiamato Nazareth, dove Gesù visse da ragazzo. Rifugiandosi in Egitto lontano dal pericolo e dalla morte, la Sacra Famiglia ricorda le famiglie palestinesi che in modo analogo hanno cercato rifugio nei villaggi vicini e in paesi come l’Egitto, lontano dalla crudeltà e dalla distruzione della guerra del 1948”.

Ad ogni Natale la propaganda anti-israeliana rilancia senza il minimo scrupolo il tema di “Gesù perseguitato dagli ebrei”, una delle radici più potenti e funeste alla base di secoli di antisemitismo

Un altro esempio è tratto dalla inglese Amos Trust che ogni anno diffonde un “Kit Betlemme” come sussidio per “aiutare individui e chiese a parlare della situazione attuale a Betlemme nei servizi e negli eventi natalizi”. “Se Gesù nascesse oggi a Betlemme – vi si legge – i Re Magi passerebbero diverse ore in coda per entrare in città; i pastori, benché residenti di Betlemme, dovrebbero lottare per pascolare le loro pecore perché la loro terra viene annessa per la costruzione del muro di separazione, e la mancanza di libertà di movimento e le restrizioni al commercio renderebbero loro molto difficile guadagnarsi da vivere”. La Amos Trust vende per 70 sterline un presepe in legno con tanto di “muro” rimovibile, per illustrare plasticamente la situazione attuale a Betlemme. La Ong canadese Palestine House distribuisce una cartolina di Natale che mostra un Babbo Natale a cui la barriera di sicurezza nega l’ingresso a Betlemme. Su una cartolina natalizia della irlandese Palestinian Solidarity Campaign sono invece i Re Magi ad essere bloccati dalla barriera di sicurezza, mentre su un’altra campeggiano una Madonna con bambino avvolti nella bandiera palestinese.

(Da: Jerusalem Post, 24.12.13)

«Una vergognosa riscrittura della storia cristiana» (sul poster: “Gesù, un profeta dell’islam”)

«Una vergognosa riscrittura della storia cristiana» (sul poster: “Gesù, un profeta dell’islam”)

 

“Avrebbe dovuto leggere il Vangelo prima di pronunciare queste offensive sciocchezze – dice martedì a Times of Israel il portavoce del ministero degli esteri israeliano, Yigal Palmor, a proposito del messaggio di Natale in cui Abu Mazen definisce Gesù palestinese e lascia intendere che Israele sia responsabile dell’esodo dei cristiani dalla Terra Santa. “Ma noi li perdoneremo – continua ironicamente Palmor – perché non sanno quello che fanno”. Palmor aggiunge tuttavia che le parole di Abu Mazen rappresentano “una vergognosa riscrittura della storia cristiana”. “Celebriamo il Natale nella Betlemme sotto l’occupazione”, ha anche scritto Abu Mazen nel suo messaggio natalizio in cui definisce la barriera di sicurezza un “muro dell’annessione che ruba la terra [ai palestinesi] e condanna il loro futuro”. “Dichiarazioni ben poco amichevoli, non esattamente nello spirito del Natale – commenta Palmor – Forse Abu Mazen ha bisogno di un bell’abbraccio da parte di Babbo Natale”. I rappresentanti israeliani trovano particolarmente offensiva l’insinuazione di Abu Mazen che la diminuzione dei cristiani (registrata in proporzioni drammatiche in tutti i paesi arabo-musulmani) sarebbe colpa di Israele. È vero il contrario: “L’esodo dei cristiani da Betlemme – sottolineano le fonti governative – è diventato una marea proprio dal momento in cui l’Autorità Palestinese ha assunto il controllo della città”. (Da: Times of Israel, 23.12.13)

 

Muhammad Hussein, Mufti di Jerusalem e Territori Palestinesi, alla tv dell’Autorità Palestinese (30.11.12): “Gesù è palestinese per eccellenza” (sottotitoli in inglese):

 

Si veda anche: Nel messaggio di Natale, Abu Mazen definisce Gesù “messaggero palestinese”. L’intenzionale confusione fra espressione geografica e identità arabo-palestinese serve a negare la storia ebraica e delegittimare Israele