Ecco perché gli israeliani hanno perso fiducia nelle Nazioni Unite

Lettera aperta a Ban Ki-moon da parte di due parlamentari israeliani, della maggioranza e dell’opposizione

Di Michael Oren e Omer Barlev

Gli autori di questo articolo: Michael Oren, parlamentare del partito Kulanu, e Omer Barlev, parlamentare del partito laburista

Egregio signor Segretario Generale, bentornato in Israele, l’isola di democrazia e stabilità in questa regione che ha imposto così tante sfide alle Nazioni Unite durante il mandato da lei ricoperto alla sua guida.

Ci auguriamo che la sua visita promuova la pace e la sicurezza per noi e i nostri vicini, ma non possiamo non domandarci: cosa è accaduto nei nove anni del suo mandato come Segretario Generale delle Nazioni Unite? L’Onu si è attenuta agli obiettivi del proprio Statuto? Garantisce a Israele pari diritti come nazione eguale fra le nazioni, grandi e piccole? E le agenzie delle Nazioni Unite che operano qui, sono attivamente impegnate nella promozione di questi obiettivi?

Purtroppo oggi non siamo meno preoccupati di quanto fossimo nel 2013 quando lei stesso, parlando a Gerusalemme, ammise che Israele, nelle Nazioni Unite, è stato “criticato e colpito da pregiudizio e talvolta da discriminazioni”. Questa sua ammissione venne ampiamente riportata in Israele e diede agli israeliani la speranza che finalmente un Segretario Generale intraprendesse azioni correttive per ristabilire la perduta credibilità delle Nazioni Unite. Fino a quella sua dichiarazione, il fallimento delle Nazioni Unite nel far sentire partecipi gli israeliani aveva spinto oltre il 70% di loro a perdere ogni fiducia in questa augusta istituzione e nei suoi organismi. Tale perdita di fiducia deriva da precisi comportamenti delle Nazioni Unite, come ad esempio:

Negli ultimi dieci anni il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha emesso 128 condanne contro varie nazioni in tutto il mondo. Di queste 128 condanne, più della metà (67) prendevano di mira un singolo paese: Israele.

La risoluzione dell’Unesco su Gerusalemme che ignora qualsiasi legame fra ebraismo e il luogo sacro del Monte del Tempio, mentre riconosce il Monte del Tempio come sito sacro per i musulmani. Il Ministero degli esteri brasiliano lo ha definito “un errore che rende il testo parziale e squilibrato”.

L’Onu condanna Israele – un paese dove vigono libertà di espressione, elezioni libere e diritti delle minoranze – più spesso di quanto condanni tutte le dittature stragiste del mondo messe assieme. Nel 2007 lei si disse “amareggiato” dal fatto che il Consiglio per i diritti umani prenda sempre di mira Israele. Oggi, nove anni più tardi, quella stessa faziosità è ancora all’opera: non si è visto nessun miglioramento.

Le scuole delle Nazioni Unite nella striscia di Gaza sono state ripetutamente utilizzate da Hamas per immagazzinare armi. Lei stesso ebbe a dire che questo significa “trasformare le scuole in potenziali obiettivi militari”.

Durante il suo mandato, i razzi di Hamas hanno causato tre guerre. Hamas continua a rifiutare la pace e a costruire razzi e tunnel terroristici per attaccare Israele. Nonostante lei abbia ammesso che la riconciliazione fra Fatah e Hamas sarebbe “cruciale” e che la pace non può arrivare senza che vi sia “una sola legittima autorità palestinese”, le Nazioni Unite se ne stanno a guardare e questo passo “cruciale” per arrivare alla pace rimane irrealizzabile a causa delle liti interne della dirigenza palestinese.

Tutte le condanne del Consiglio Onu per i diritti umani dalla sua istituzione nel 2006 fino all’agosto 2015, suddivise per paese. Clicca per ingrandire

Le condanne del Consiglio Onu per i diritti umani, dalla sua istituzione nel 2006 fino all’agosto 2015, suddivise per paese. Clicca per ingrandire

Questi pochi esempi non sono che la punta dell’iceberg dei problemi delle Nazioni Unite. Gli israeliani vedono il pregiudizio e la discriminazione, ma allo stesso tempo le ricordiamo che tutti i sondaggi d’opinione mostrano costantemente che la stragrande maggioranza degli israeliani sostiene la pace con i nostri vicini palestinesi.

Signor Segretario Generale, noi rispettosamente le chiediamo di approfittare della sua visita per venire incontro alla popolazione israeliana e avviare il processo necessario per riguadagnare la sua fiducia nelle Nazioni Unite. Mentre si appresa a passare le consegne dell’organismo mondiale al suo successore, le chiediamo di avviare un nuovo approccio delle Nazioni Unite, un approccio che sia fedele al suo Statuto. Facciamo appello a lei perché esorti il futuro Segretario Generale a impegnarsi con la popolazione israeliana, a fissare precise scadenze per l’eliminazione dei comportamenti pregiudiziali e discriminatori che hanno avvelenato le relazioni e ripristinare così la fiducia in questo preziosissimo ente internazionale.

Firmato: i parlamentari Michael Oren e Omer Barlev

(Da: Times of Israel, 28.6.16)