Estremo cinismo e menzogne pur di demonizzare Israele

Prima il padre palestinese cerca di “martirizzare” il figlio, poi la tv dell’Autorità Palestinese trucca il video per inventare un eroico “balilla” palestinese

Un padre palestinese ha spinto venerdì scorso il suo bambino di 4 anni verso i soldati israeliani che stazionavano in servizio di guardia nella zona di Ni’lin, incoraggiandolo a lanciare pietre contro i militari. Intanto scherniva i soldati, spronandoli a sparare contro il bambino. Uno dei soldati, una volta raggiunto dal bambino, gli ha dato “il cinque” e gli ha stretto la mano. Poi il bambino, pressato dalle esortazioni del padre che continuava a gridargli di lanciare pietre contro i militari, ha preso dei sassi e li ha lanciati senza convinzione a lato della strada.

Scrive Ariel Bolstein, su Israel HaYom: «Nel video si vede un padre palestinese che cerca di inscenare uno scontro con i soldati israeliani vicino al villaggio di Ni’lin. Il mezzo scelto dal padre per raggiungere lo scopo altro non è che suo figlio, un bimbetto che sembra avere 3 o 4 anni. Al bimbo viene messa in mano una bandiera palestinese più grande di lui, mentre il padre gli grida cosa fare: lanciare pietre contro i soldati. Evidentemente, secondo il suo perverso copione, i soldati dovrebbero reagire sparando – a questo li sprona il padre stesso, provocandoli – così da produrre un nuovo “documento” che metta Israele alla gogna. Ma le cose non vanno come previsto. Il bambino non capisce bene cosa pretenda suo padre e vorrebbe solo giocare. Il padre non demorde (forse ha già promesso a qualche cameraman una ghiotta scena di sangue? forse pensa alle pensioni che l’Autorità Palestinese elargisce alle famiglie dei “martiri”?) e continua a spingere il bambino verso i soldati gridandogli più e più volte di prendere le pietre e scagliarle. Il piccolo, ancora innocente, anche quando raccoglie qualche sasso, non riesce quasi a lanciarlo e comunque non lo lancia verso i soldati. Naturalmente i soldati si rifiutano di stare allo sporco gioco orchestrato dal palestinese: raggiunti dal bambino, gli danno il cinque e gli stringono la mano. E la provocazione va a monte.» (Da: Israel HaYom, 2.8.16)

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Ma la tv dell’Autorità Palestinese non poteva tollerare questa sequenza, e così ha truccato il video tagliando i fotogrammi della stretta di mano. La versione non truccata del filmato è stata pubblicata il 30 luglio sulla pagina Facebook del portavoce dell’esercito israeliano Peter Lerner, capo dell’ufficio stampa estera. La versione manipolata è stata diffusa con sottotitoli in inglese da Palestinian Media Watch. Fermando le immagini, si vede distintamente che la versione trasmessa dalla tv dell’Autorità Palestinese salta i pochi secondi della stretta di mano in modo da far credere che il bambino palestinese abbia rifiutato la mano tesa del soldato israeliano. Dice infatti il commentatore fuori campo: “Il figlio, che non ha ancora cinque anni, nonostante la giovane età sa che è proibito stringere la mano ai soldati, così come è vietato fare la pace con loro” (TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 29.716)

Ecco come la tv dell’Autorità Palestinese inganna i suoi spettatori: prima il video non manipolato, poi il video truccato per impedire agli spettatori palestinesi di vedere la stretta di mano

Il padre palestinese: «Sparate a questo bambino, dopo tutto lo fate sempre ai bambini piccoli! Sparate, sparate, sparategli, eroi! [al figlio] Vai, vai, non aver paura, alza la bandiera, alzala! Che gli sparino, che lo uccidano! Uccidetelo! Sparategli! [al figlio] Lancia il sasso, lancia!»

Voce del reporter nella versione manipolata dalla tv dell’Autorità Palestinese: «Non solo il civile [palestinese] Ayoub Sorour resiste, ma anche suo figlio, che deve ancora compiere cinque anni, nonostante la giovane età sa che è proibito stringere la mano ai soldati, così come è proibito fare la pace con loro fino a quando gli stranieri profanano la terra e vi si insediano.»

(Da: PMW Bulletin. israele.net, 1.8.16)