Ex capo intelligence: prima di Camp David credevamo ad Arafat

Amos Malka ha dichiarato che nessuno supponeva che Arafat stesse ingannando Israele.

image_241L’ex capo dell’intelligence militare israeliana Amos Malka ha ribadito venerdì che, prima del fallimento dei colloqui di Camp David (luglio 2000) e dello scoppio della cosiddetta seconda intifada (settembre 2000), gli esperti dell’intelligence non pensavano che non vi fosse alcun affidabile interlocutore palestinese per la pace.
In un’intervista a Israel Radio, Malka ha dichiarato che nessuno supponeva che il presidente dell’Autorità Palestinese Yasser Arafat stesse ingannando Israele e che non intendesse firmare alcun accordo ai negoziati finali di Camp David. “Tutte le valutazioni del dipartimento studi, prima di Camp David e prima dell’intifada, parlavano dell’intenzione di Arafat di tentare la strada diplomatica. Analizzammo anche il suo grado di flessibilità, cercando di capire quando avrebbe accettato di firmare e quando si sarebbe rifiutato di farlo”.
Malka ha aggiunto che l’intelligence militare aveva avvertito che Arafat, se fosse giunto alla conclusione che “il processo non gli era utile, sarebbe tornato alla violenza come strumento per esercitare ulteriore pressione su Israele”.
Diversamente da Malka, il capo dell’unità per la sicurezza diplomatica del ministero della difesa Amod Gilad, che all’epoca guidava il dipartimento studi dell’intelligence militare, ha dichiarato venerdì in un’intervista al sito web di Yedioth Ahronoth di aver sempre presupposto che Arafat stesse muovendo in direzione del conflitto. “La stima era che nell’anno 2000 Arafat avrebbe lanciato un attacco, dopo essere giunto alla conclusione che il suo concetto di pace non veniva accettato. E’ chiaro che queste valutazioni suscitavano, a quel tempo, forte opposizione giacché contrastavano con coloro che erano convinti che stessimo per fare la pace con i palestinesi”.
Malka e altri funzionari che, come lui, mettono in dubbio la versione di Gilad, sostengono che l’idea fatta circolare da Gilad non era suffragata da alcun documento elaborato all’epoca dalle agenzie dell’intelligence. Gilad, tuttavia, ritiene che le valutazioni che egli diede oralmente fossero sufficientemente rilevanti.

(Ha’aretz, 11.06.04)

Nella foto in alto: l’ex capo dell’intelligence militare israeliana Amos Malka