Falso sfoggio di unità

Il "governo dell'unanimità” palestinese è stato istituito senza risolvere i gravi disaccordi tra i due movimenti palestinesi: quello nazionalista e quello islamista

Di Yossi Beilin

Yossi Beilin, autore di questo articolo

Yossi Beilin, autore di questo articolo

Quale che sia la soluzione del conflitto, è nell’interesse di Israele che vi sia un unico ente di governo palestinese. Ed è nell’interesse di Israele che Hamas adotti gli accordi di Oslo e si disarmi. Sotto questo aspetto la creazione del governo di unità palestinese, ai primi di giugno, era una buona notizia e sarebbe un errore per Israele boicottare o tagliare i ponti con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) per questo motivo. Ed era una buona notizia anche sentire che il governo palestinese si è riunito per la prima volta a Gaza, giovedì scorso, in un edificio di proprietà di Abu Mazen, e che tutti i ministri di Cisgiordania hanno potuto parteciparvi grazie alla collaborativa cooperazione del governo israeliano.

Ma c’è un ma. Il “governo unanime” palestinese è stato istituito senza risolvere i gravi disaccordi tra i due principali movimenti politici palestinesi: quello nazionalista e quello islamista. La questione del pagamento degli stipendi del personale di sicurezza nella striscia di Gaza, un problema “tecnico” che sembrerebbe di pertinenza di un tribunale del lavoro, può divampare in qualsiasi momento. Si tratta di 17.000 persone affiliate a Hamas che in pratica costituiscono una milizia ostile all’Autorità Palestinese e a Fatah. Un altro problema, ancora più fondamentale, è l’intransigenza di Hamas nel voler mantenere intatti i suoi arsenali di armi e munizioni.

«Il governo palestinese dovrebbe fissare piuttosto un preciso calendario per il disarmo di Hamas»

Finché perdura questa situazione, l’esistenza del governo congiunto e la sporadica riunione tenuta a Gaza la scorsa settimana non hanno alcun significato reale. Se Hamas mantiene il controllo effettivo su Gaza, foss’anche sotto l’ombrello dell’Autorità Palestinese, siamo di fronte a una falsa ostentazione di unità interamente legata ai problemi di bilancio in cui Hamas si trova impantanata.

E c’è un terzo problema. Uno degli accordi che hanno consentito la costituzione dell’attuale governo palestinese prevede nuove elezioni nel prossimo futuro. Ma nessun governo israeliano commetterà lo stesso grave errore che fece Ariel Sharon il quale (su pressioni internazionali) consentì a Hamas di partecipare alle elezioni sebbene Hamas non avesse accettato le condizioni poste dal Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu): una scelta dunque in netto contrasto con gli Accordi di Oslo, secondo i quali nessuna persona o organizzazione implicata in atti di istigazione o violenza dovrebbe poter partecipare alle elezioni legislative palestinesi. Tutto ciò significa che, quand’anche i palestinesi si accordassero su una data per le elezioni, queste elezioni non potranno tenersi.

Il pericolo in tutto questo è che, se tutto quello che vuole Hamas è una fetta del bilancio dell’Autorità Palestinese e magari un accordo sulle elezioni, ma senza accettare le richieste del mondo, ciò metterà l’Autorità Palestinese nella posizione di essere responsabile per quello che avviene a Gaza senza esercitarvi alcun vero controllo.

Il governo palestinese dovrebbe fissare piuttosto un preciso calendario per il disarmo di Hamas. Se apparirà evidente che non vi è alcuna concreta possibilità che tale disarmo abbia luogo, allora il governo palestinese dovrebbe informare noi israeliani e il resto del mondo che sta abdicando alle sua responsabilità su Gaza, prima di trascinarci in un vortice di violenza, recriminazioni e ritorsioni.

(Da: Israel HaYom, 14.10.14)