Far finta di niente (e poi pagarla cara)

Assordante il silenzio del mondo di fronte alla smaccata istigazione al genocidio

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_2014“Negare i fatti storici, soprattutto su un tema così importante come l’Olocausto, è semplicemente inaccettabile. Ed è inaccettabile invocare l’eliminazione di uno stato o di un popolo. Vorrei che questo fondamentale principio fosse rispettato, sia nell’oratoria che nella pratica, da parte di tutti i membri della comunità internazionale”. Così Ban Ki-moon, designato Segretario Generale designato, il 14 dicembre 2006.
Il leader del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane Muhammad Ali Jafari ha scritto la scorsa settimana al capo delle milizie sciite libanesi Hezbollah, Hassan Nasrallah: “Sono convinto che ogni giorno che passa la forza di Hezbollah aumenta, e che nel prossimo futuro assisteremo alla scomparsa di questa crescita cancerosa che è Israele, grazie alla ‘radioterapia’ dei combattenti di Hezbollah”.
Poco dopo, scriveva a Nasrallah anche il capo delle forze armate iraniane generale Hassan Firouzabadi, affermando che “i combattenti libanesi e palestinesi continueranno la lotta fino alla completa distruzione del regime sionista e alla liberazione dell’intera terra di Palestina”.
Per non essere da meno, mercoledì scorso il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, durante un comizio trasmesso dalla televisione di stato, dichiarava: “Le potenze mondiali hanno creato un germe nero e sporco chiamato regime sionista e l’hanno scatenato come una bestia selvaggia contro i paesi della regione”. E a proposito del defunto arci-terrorista Hezbollah Imad Mugniyeh, aggiungeva: “Assassinano persone pure e devote e poi festeggiano”.
Il silenzio delle nazioni del mondo di fronte a questa smaccata consacrazione del terrorismo e dell’istigazione al genocidio è assordante, e smaschera un mare di pia retorica. Solo poche settimane fa, ad esempio, l’Onu celebrava la Giornata Internazionale in Memoria delle Vittime della Shoà, istituita nel 2005 con una risoluzione dell’Assemblea Generale. E ancora una volta il Segretario Generale Ban Ki-moon chiedeva di “rinnovare l’impegno a trarre insegnamento nella nostra vita dalla lezione dell’Olocausto”.
Ma quale insegnamento, esattamente? Ciò che Ban Ki-moon avrebbe dovuto dire, lo ha affermato il compianto congressista americano Tom Lantos, un sopravvissuto alla Shoà. Già troppo malato per intervenire di persona alla celebrazione dell’Onu, Tom Lantos ha fatto leggere il suo discorso dalla figlia: “Così come un precedente dittatore giurò che avrebbe distrutto gli ebrei d’Europa, oggi un nuovo dittatore minaccia di distruggere lo stato degli ebrei. È responsabilità dell’intera comunità internazionale impedire un altro Olocausto, dovunque possa avverarsi, e mantenere viva la memoria dell’uccisione di sei milioni di ebrei nel momento in cui lo Stato d’Israele subisce continue aggressioni e deve combattere ogni giorno per la sua stessa sopravvivenza”.
Ed è questa, in effetti, la più evidente eppure sottaciuta lezione, valida per l’oggi. L’Iran sostiene apertamente Hezbollah, ospita apertamente i capi Hezbollah e invoca apertamente la distruzione di Israele. E non si tratta di intenzioni genocide puramente declamatorie. Esse vengono messe in pratica con attacchi missilistici e altri attentati terroristici, con la continua corsa agli armamenti e soprattutto con la corsa dell’Iran verso una piena capacità nucleare militare.
Lo sconcertante silenzio globale di fronte all’istigazione e alla preparazione di un genocidio conferma la diffusa convinzione che tutto questo sia “solo” un problema di Israele, come se la minaccia all’esistenza stessa di un piccolo stato legittimo non fosse già di per sé motivo di sufficiente preoccupazione. Ma, come ha spiegato l’eminente storico della Shoà Yehuda Bauer in un dibattito sul sito web delle Nazioni Unite, ancora una volta la minaccia contro il popolo ebraico è anche una minaccia globale. “La seconda guerra mondiale – scrive Bauer – venne scatenata dalla Germania nazista in gran parte per ragioni ideologiche: una, il desiderio di dominare l’Europa e attraverso di essa il mondo, realizzando in questo modo la gerarchia razziale globale con in cima la razza ariana e tutti gli altri sottomessi. In secondo luogo, vedevano gli ebrei come il satana che comandava tutti i nemici della Germania. Non è esagerato affermare che la seconda guerra mondiale – con la morte di decine di milioni di persone, la distruzione di interi paesi e culture, la tortura e l’uccisione di milioni di bambini e adulti – è stata causata in parte dall’odio furibondo contro gli ebrei”.
Martedì scorso Israele ha chiesto ufficialmente al Consiglio di sicurezza dell’Onu di condannare “l’istigazione pubblica ed esplicita a commettere genocidio” fatta dall’Iran. Quali paesi sosterranno questa richiesta di Israele? Per quanto tempo ancora i 130 e passa soggetti che hanno firmato la “Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio” – che definisce espressamente “un crimine” l’istigazione al genocidio – continueranno ad incoraggiare l’Iran con il loro silenzio? Quali leader e quali paesi prenderanno apertamente posizione e agiranno concretamente, non solo in difesa di Israele ma in difesa di se stessi?

(Da: Jerusalem Post, 21.02.08)