Fatah a Hamas: “Non riconoscete Israele, neanche noi l’abbiamo fatto”

La dirigenza palestinese usa diverse organizzazioni, che fanno capo alle stesse persone, per sostenere posizioni diverse secondo il pubblico a cui si rivolge

Fatah e Hamas hanno annunciato un nuovo tentativo di riconciliazione. Non si conoscono ancora i termini definitivi della rinnovata intesa fra le due fazioni rivali palestinesi, ma in ogni caso la comunità internazionale tende a leggere automaticamente tale sviluppo come un adeguamento di Hamas alle posizioni “moderate” di Fatah. E’ davvero così?

Per capire come stanno le cose può essere utile ascoltare cosa dichiarava un mese fa il portavoce di Fatah Osama Al-Qawasmi, intervistato dalla tv di Fatah Awdah.

Intervistatore: “Il movimento Fatah ha finora riconosciuto Israele nella sua piattaforma politica?”
Osama Al-Qawasmi, portavoce di Fatah: ” Sicuramente no. Non è necessario, e non riconosceremo Israele. Lo affermo chiaramente, e su un canale satellitare: amici miei, Hamas, non dovete riconoscere Israele, non siete tenuti a farlo. L’Olp, unico legittimo rappresentante del popolo palestinese, ha inviato una lettera di riconoscimento reciproco dello stato di Israele il 12 settembre 1993. Voi non siete tenuti a farlo”. (Da: Awdah, tv di Fatah, 23.8.17)

Va notato che il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) è anche presidente di Fatah e dell’Olp. Da tempo la dirigenza palestinese ha adottato il sistema di utilizzare diverse organizzazioni (che fanno capo alle stesse persone) per sostenere posizioni diverse e persino contraddittore secondo il pubblico a cui si rivolge. La firma dell’Olp in calce alla lettera del 1993 è ad uso e consumo della comunità internazionale.

Ma Fatah, il gruppo maggioritario che controlla l’Olp, ricorda regolarmente al pubblico palestinese che non riconosce né l’esistenza di fatto né il diritto ad esistere dello stato d’Israele. Infatti Fatah e Autorità Palestinese insegnano sistematicamente agli alunni delle loro scuole a considerare tutte le località e città israeliane come terre palestinesi occupate che dovranno alla fine cadere sotto sovranità araba-palestinese.

Anche sui metodi di lotta, il portavoce di Fatah è stato piuttosto esplicito: Hamas potrà continuare a utilizzare violenza e terrorismo, se lo ritiene vantaggioso. Infatti, tutti i metodi di lotta armata sono “legittimi” e la scelta di Fatah di optare per la “resistenza popolare” viene spiegata come una mera scelta tattica dovuta alle condizioni attuali.

Osama Al-Qawasmi, portavoce di Fatah: “Noi nel movimento Fatah non abbiamo cambiato posizione. Al settimo Congresso, sotto la minaccia delle armi dell’occupazione, non abbiamo cambiato. Abbiamo detto che sono legittime la resistenza armata, la resistenza popolare e tutto il resto, ma abbiamo optato per la resistenza popolare come il mezzo che consideriamo più efficace nelle attuali circostanze”.(Da: Awdah, tv di Fatah, 23.8.17)

In effetti già nel 2009, in un appello televisivo per la riconciliazione con Hamas (che due anni prima aveva preso il controllo della striscia di Gaza con la violenza), Abu Mazen proclamò:

“Insomma, non c’è disaccordo tra di noi. Sul credo? Nessuno disaccordo. Sulla politica? Nessun disaccordo. Sulla resistenza? Nessuno disaccordo. Dunque, su cosa non siete d’accordo? Perché non firmate l’accordo [di riconciliazione]?” (Da: Tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 31.1.22009)

(Da: PMW Bulletin, israele.net, 18-25.9.17)