Fermare “Durban Due”

Per promuovere la pace sarebbe una buona idea presentare anche il punto di vista di Israele

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_1802Mettiamo che vogliate organizzare una conferenza per promuovere la pace tra israeliani e palestinesi. Non sarebbe una buona idea presentare correttamente anche il punto di vista di Israele? Non sarebbe controproducente se la conferenza dovesse degenerare in un festival di odio anti-israeliano? E se ciò non capitasse per caso, ma intenzionalmente? Potreste dedurne che lo scopo di una siffatta conferenza non è affatto quello di promuovere la pace, bensì creare promuovere e preparare il terreno per la distruzione di Israele. E dunque potreste rimanere molto sorpresi nello scoprire che una siffatta conferenza è sponsorizzata non da una virulenta organizzazione anti-israeliana, ma nientemeno che da nobilissimi enti come le Nazioni Unite e il Parlamento Europeo.
Eppure è proprio questa la conclusione a cui si deve arrivare dando anche solo un’occhiata al programma della “United Nations International Conference of Civil Society in Support of Israeli-Palestinian Peace (Conferenza internazionale Onu della società civile a sostegno della pace israelo-palestinese) che si terrà martedì prossimo presso il Parlamento Europea a Bruxelles. La sostanza della cosa è evidente sin dalla sessione plenaria d’apertura, che vedrà intervenire cinque relatori in rappresentanza di: Segretario Generale dell’Onu, Parlamento Europeo, Commissione Onu per l’Esercizio degli Inalienabili Diritti del Popolo Palestinese, della “Palestina” e del Network di Coordinamento Internazionale per la Palestina.
Se dei gruppi programmaticamente anti-israeliani vogliono organizzare una conferenza censurando completamente il punto di vista di Israele, non c’è nulla che possa impedirglielo. Ma che ci stanno a fare, in una cosa del genere, il Segretario Generale dell’Onu e il Parlamento Europeo? Come potrà mai “promuovere la pace” una conferenza di questo genere?
A dir la verità sono previsti anche degli israeliani. Più esattamente, come dice Hillel Neuer di UN Watch, “la conferenza sarà una passerella di relatori arabi che giustificano gli attentati suicidi e accusano Israele di essere ripugnante, razzista e illegittimo. Poi, in nome della par condicio, vi saranno anche dei relatori israeliani che giustificano gli attentati suicidi e accusano Israele di essere ripugnante, razzista e illegittimo”.
Sappiamo come vanno queste cose perché sono già accadute in passato. La famigerata conferenza di Durban del 2001 “contro il razzismo” ripropose la bufala del “sionismo uguale razzismo” un decennio dopo che quella risoluzione era stata ufficialmente abrogata dalla stessa Assemblea Generale dell’Onu, ed escluse esplicitamente l’antisemitismo dalle forme di odio pregiudiziale che a parole aveva il compito di combattere. A Durban una gran quantità di gente indossava T-shirts decorate con la scritta “Occupazione=Colonialismo=Razzismo, Basta con l’Apartheid israeliano”. ONG palestinesi distribuivano volantini con l’effige di Hitler e la scritta “Se avessi vinto io? Di positivo c’è che non esisterebbero né Israele né spargimento di sangue palestinese”. Attivisti sudafricani, compresi arabi e musulmani del posto, sfilavano per la zona della conferenza cantando “Quello che abbiamo fatto all’apartheid in Sudafrica deve essere fatto al sionismo in Palestina”.
La conferenza di Durban fu così impregnata di odio pregiudiziale che le delegazioni americana e israeliana si sentirono costrette ad andarsene. Ma che dire di tutti quegli altri paesi che erano profondamente imbarazzi, che bofonchiarono qualche rammarico e restarono? Che dire di illustri organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch, che si comportarono come se fossero semplici spettatori di quella bolgia di odio?
La prossima settimana l’Onu terrà a Ginevra il primo incontro preparatorio per la conferenza del 2009 che dovrà dare seguito a quella di Durban del 2001. Visti i gruppi che stanno dietro all’incontro, possiamo aspettarci che sarà più o meno la stessa cosa. Prima di Durban, i gruppi e i governi benintenzionati potevano sostenere d’essere stati colti di sorpresa. Oggi sia noi che loro sappiamo bene cosa c’è in cantiere: dunque, cosa si può fare per prevenire un altro esito così disastroso?
Innanzitutto Gerusalemme dovrebbe lanciare una campagna per costringere Onu ed Europa a scegliere una volta per tutte: o fanno in modo che queste conferenze siano corrette e costruttive, oppure si dissocino da esse e si adoperino seriamente per farle sospendere. Come ha detto al sito web Europa21 Bronislaw Geremek, deputato polacco del parlamento europeo: “Anche se non viene detto in modo ufficiale che Israele deve essere gettato in mare, la scelta degli argomenti mostra che la conferenza sarà faziosa, capace solo di accrescere la conflittualità. In effetti potremmo chiamarla senza mezzi termini anti-israeliana”. E il deputato euro-polacco Konrad Szymanski ha aggiunto: “Sono sbalordito che il Parlamento Europeo permetta una tale attività nel suo edificio”.
È ora di mettere alla prova la pretesa di europei e Nazioni Unite di essere mediatori onesti e persino amici [“equivicini?”]. Non è possibile invocare la pace e nello stesso tempo sponsorizzare e partecipare ad iniziative che servono solo a istigare odio pregiudiziale. Non basta esprimere rammarico a posteriori per esiti che erano largamente prevedibili. Il momento giusto per fermare “Durban Due” è adesso, non dopo.

(Da: Jerusalem Post, 23.08.07)

Venerdì scorso si è appreso che l’Iran è stato scelto dal Consiglio Onu per i Diritti Umani per ricoprire una posizione importante nella Commissione preparatoria della Conferenza Mondiale contro il Razzismo prevista per il 2009. La commissione preparatoria, che si riunirà per la prima volta il 27 agosto a Ginevra, è composta da 20 stati membri ed è presieduta dalla Libia.

Nella foto in alto: Volantino distribuito nel 2001 alla Conferenza Onu di Durban “contro il razzismo” (vedi nel testo dell’articolo)

Sul tema “antisionismo e antisemitismo”, si veda anche

https://www.israele.net/articles.php?id=610

e gli altri articoli ad esso collegati dai link a pie’ di pagina.