Gerusalemme non ha alcun bisogno dell’Unesco

Anziché farfugliare scuse e giustificazioni, Israele fa bene ad affermare la verità in modo chiaro e forte

Di Ariel Bolstein

Ariel Bolstein, autore di questo articolo

Mi trovavo in Italia, pochi giorni fa, quando l’Unesco ha adottato un’altra delle sue sciagurate risoluzioni che cercano di negare ogni legame fra ebrei, stato ebraico e Gerusalemme. Ovviamente nessuno in Italia si preoccupava minimamente della cosa. L’unica cosa che interessa agli italiani in questo periodo per quanto riguarda l’Unesco è la campagna che mira a convincere l’organizzazione ad includere l’arte della pizza napoletana nella sua prestigiosa lista del patrimonio culturale dell’umanità. Ma se anche la campagna fallisse, ciò non renderà affatto gli italiani meno orgogliosi della loro pizza. Questo è esattamente l’atteggiamento che dovremmo avere anche noi israeliani.

Con o senza l’Unesco, Gerusalemme è e resta il fondamento della nazione ebraica, la capitale d’Israele. Tutti gli altri sono solo graditi ospiti. Non c’è Gerusalemme senza Israele e non c’è Israele senza Gerusalemme. Noi ebrei cercheremo di accogliere tutti gli ospiti a braccia aperte, ma saremo altrettanto e più determinati nel confermare la nostra sovranità su tutte le parti di una città che è sempre stata unica, e nell’invalidare ogni tentativo di mettere in dubbio il suo futuro, sia che il tentativo venga fatto da un’organizzazione internazionale irrilevante e inutile come l’Unesco, sia da chiunque altro.

Uno sguardo attento su come hanno votato sulla risoluzione gli stati membri del Comitato Esecutivo dell’Unesco rivela che Israele sta facendo progressi in fatto di alleanze e sostegno internazionale. Il risultato della votazione era sostanzialmente scontato a causa della maggioranza automatica dei paesi islamici e dei paesi costretti a sottomettersi ai loro diktat.

Eppure, il campo che si oppone o si astiene di fronte a questi documenti demenziali è cresciuto. Mi permetto di pronosticare che più saremo fermi nel rifiutare compromessi sui nostri diritti basilari e sulla verità stoiche, più grande diventerà il campo che vota in modo assennato. E i paesi che si ostinano a tenersi al di fuori da questo campo diventeranno irrilevanti e sempre più staccati dalla realtà (come ad esempio la Svezia).

L’Italia ha sostenuto la posizione di Israele e ha votato contro la delirante proposta che vorrebbe separare Gerusalemme da Israele ed ebrei. Ogni italiano con cui ho parlato della decisione si è dimostrato sorpreso: come altro si potrebbe votare? Come si potrebbe votare contro la verità?

Israele ha fatto e fa molto per mostrare al mondo la verità. Il Ministero degli esteri e altri organismi stanno investendo considerevolmente nella campagna, con l’aiuto di enti e organizzazioni della società civile. E il succo del messaggio è stato aggiornato. Anziché farfugliare scuse e giustificazioni, Israele afferma la verità in modo chiaro e forte: il popolo ebraico è nato nella Terra d’Israele, che è la sua legittima patria, e tutti gli argomenti storici, giuridici e di sicurezza non fanno che confermare e rafforzare questo legame. Quanto prima i paesi della regione accetteranno questa realtà incontestabile, tanto meglio sarà per tutti.

(Da: Israel HaYom, 4.5.17)